La storia vera dietro i film Disney: tra macabro e pochi lieto fine
Le storie vere dei classici Disney sono molto diverse dalla finzione cinematografica, eccone alcuni esempi
Storia vera film Disney. Il cinema Disney ha tratto ispirazioni da moltissime fonti: racconti folkloristici, fiabe, favole e, perché no, anche delle storie vere. Siamo abituati a conoscere determinate storie così come il caro vecchio Walt ha deciso di raccontarcele, ma siamo certi che le cose fossero davvero andate così? Qual è la storia vera che si cela dietro ai film della Disney?
Quasi tutti i classici, sebbene estremamente diversi tra loro, sono sempre accomunati da un grande e determinante denominatore comune: il lieto fine. Ma molto spesso, l’happy ending non era stato previsto dagli originali ideatori della storia o semplicemente dalla mera realtà dei fatti. Senza contare, inoltre, i macabri dettagli che sono stati censurati, probabilmente per evitare di traumatizzare i piccoli spettatori a cui di fatto questi film sono indirizzati. Vediamo insieme alcuni film Disney in cui la finzione “cartonistica” si separa nettamente dall’originale dai quali sono stati tratti.
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La Sirenetta (1989)
La Sirenetta ha rappresentato per la Disney il ritorno all’ispirazione dalle fiabe, dopo circa 30 anni dal flop de “La bella addormentata”. Nel film Ariel, innamoratasi del bellissimo ed umanissimo Eric, è disposta a rinunciare alla sua voce pur di avere le gambe nell’estremo tentativo di conoscerlo e farlo innamorare di lei. Nel caso in cui non ci fosse riuscita, sarebbe dovuta ritornare ad essere una sirena.
La storia originale, omonima fiaba di Hans Christian Andersen, presenta dettagli molto diversi. Meriterebbero forse una nota a parte tutti quei dettagli estremamente macabri che nell’originale vengono completamente modificati; come ad esempio il fatto che alla protagonista non fosse stata tolta la voce, ma proprio la lingua. Per non parlare del dolore, simile ad essere trafitti da moltissime lame, che prova la protagonista.
Ma forse la vera differenza tra film e fiaba sta proprio nel pegno pagato per poter avere le gambe: nel caso in cui il principe avesse sposato un’altra donna, la protagonista si sarebbe tramutata in schiuma del mare, morendo. E ahimè, così accadrà. Il principe non si innamorerà mai della Sirenetta, poiché è molto difficile trasformare una semplice attrazione in amore nei confronti di una persona muta. Tuttavia, essendo stata “Ariel” estremamente generosa, non verrà trasformata in schiuma, ma in una “figlia dell’aria”: potrà ottenere un’anima andando in paradiso, dopo 300 anni di buone azioni.
Il Gobbo di Notre Dame (1996) – Storia vera film Disney
Il Gobbo di Notre Dame è liberamente ispirato al romanzo di Victor Hugo “Notre Dame De Paris”. Anzi, forse dire “liberamente” è un eufemismo: per spiegare tutte le differenze tra film e romanzo servirebbe un approfondimento a se stante. Sebbene sia uno dei classici Disney certamente più cupi e maturi, la narrazione si sviluppa comunque più morbidamente rispetto alla storia da cui è tratta.
Le colonne portanti sono più o meno invariate, così come i luoghi: la maestosa cattedrale, la Corte dei Miracoli, Esmeralda, Frollo, Febo e, naturalmente, Quasimodo. Quasimodo è il protagonista indiscusso del lungometraggio, ma non si può dire lo stesso del libro. Anche il carattere e alcune caratteristiche del personaggio vengono decisamente stravolte. Il gobbo nutre un odio profondo per tutta l’umanità, ad eccezione di Frollo e di Esmeralda. Inoltre il suo aspetto è peggiore nel romanzo, nel quale soffre pure di sordità.
Come nel film, Esmeralda sembra essere l’unica persona in tutta Parigi a provare compassione per il povero Quasimodo e, pur essendo innamorata di Febo, lui cercherà sempre di aiutarla e di salvarle la vita. Nel romanzo, però, Esmeralda verrà uccisa al patibolo e così Quasimodo, distrutto dal dolore, si farà morire al suo fianco.
Red e Toby – Nemiciamici (1981)
Red e Toby è ispirato dal romanzo The Fox and the Hound, scritto da Daniel P. Mannix. La Disney ha realizzato una pellicola basata sulla natura buona ed innocente di un cane ed una volpe che diventano amici. Ma poi l’uomo renderà l’uno la preda dell’altro: Toby dovrà cacciare ed uccidere le volpi, e Red non sembra esserne escluso.
Nel romanzo la storia è più o meno simile, con la differenza che Toby (Cooper) è stato addestrato dal suo padrone, mosso da una sete di vendetta, ad uccidere solamente Red (Tod), ignorando tutte le altre volpi. Questo porterà a conseguenze disastrose sia per la povera volpe, i cui cuccioli verranno uccisi dal cane, sia per i paesani.
Un’epidemia di rabbia porterà infatti alla morte di alcuni bambini del paese, e così inizierà una caccia generale alle volpi. Red riuscirà a salvarsi, ma purtroppo Toby verrà sguinzagliato alla ricerca esclusiva della volpe, la quale morirà di stanchezza dopo ore di fuga. Toby, invece, sopravviverà ma sarà il suo stesso padrone ad ucciderlo qualche mese dopo, perché tormentato dall’alcolismo e costretto ad andare in una clinica.
Cenerentola (1950) – Storia vera film Disney
Concludiamo la nostra serie con Cenerentola. Come avete visto, i casi precedenti hanno alcuni elementi di trama o il finale stesso completamente modificati rispetto all’originale. Possiamo dire che il cartone racconti una vicenda quasi completamente diversa da quella a cui è ispirata. Con Cenerentola invece, la storia è più o meno simile. Quello su cui vogliamo soffermarci è il “gusto del macabro” di cui le fiabe antiche pullulavano in tempi antichi.
Cenerentola è una storia popolare rivisitata da diversi autori. Ne abbiamo anche un’antica versione cinese, dove nasce l’escamotage della “scarpetta”: essa è dovuta infatti alla terribile pratica del loto d’oro, che portava le ragazze nobili a fasciarsi i piedi impedendo di crescere e, di fatto, mutilandoli. Ecco perché la famosa scarpetta poteva calzare solamente ad una fanciulla in tutto il reame: nessun’altra poteva avere dei piedi tanto piccoli.
Nella versione dei Fratelli Grimm, invece, le sorellastre si taglieranno dita e tallone del piede nel tentativo disperato di indossare la scarpetta; e, dato che non c’è mai fine al peggio, verranno addirittura accecate dai colombi nel giorno delle nozze tra il principe e Cenerentola. La versione che invece più si avvicina al cartone Disney è quella di Perrault. Essa venne infatti scritta per essere narrata nei regali saloni del Re di Francia, all’interno dei quali poco si addicevano arti mutilati o personaggi accecati.