X-Men – Dark Phoenix: recensione del film Marvel con Sophie Turner
Arriva finalmente nelle sale il dodicesimo film del multiverso X-Men
X Men Dark Phoenix recensione. Simon Kinberg ha scritto e diretto il film, un vero e proprio veterano dell’universo cinematografico Marvel. È dal 2006 con X-Men – Conflitto finale che lo sceneggiatore lavora con la Casa delle Idee per portare sullo schermo ogni tipo di supereroe. A dispetto del suo grande passato da scrittore e produttore Kinberg si trova alle prese con la sua prima esperienza dietro la macchina da presa. Il film non è una semplice trasposizione dai fumetti al grande schermo, sebbene sia ovviamente basato sulla saga di Fenice Nera. Ratner provò ad introdurre questo personaggio già nella trilogia originale degli X-Men degli anni 2000, ma mai in modo diretto. La decisione di presentare in questa occasione un personaggio tanto potente quanto complesso è stata presa dato l’enorme successo degli altri cinecomics a stampo “cosmico”.
Film come Guardiani della Galassia e i più recenti capitoli degli Avengers hanno fatto apprezzare al grande pubblico i nuovi terreni di battaglia nello spazio; dando così il via libera a supereoine come Captain Marvel e Jean Grey di potersi esprimere in tutta la loro forza. La pellicola rappresenta il dodicesimo capitolo del multiverso X-Men e rappresenterà molto probabilmente il suo punto di arrivo. Secondo alcune indiscrezioni il reboot della saga è dietro l’angolo dopo l’acquisto dei diritti da parte del colosso Disney. Non resta quindi che godere per l’ultima volta delle interpretazioni impeccabili, come al solito verrebbe da dire, di Michael Fassbender, James McAvoy e Sophie Turner.
Indice
Trama – X Men Dark Phoenix recensione
Le vicende narrate in X-Men – Dark Phoenix sono ambientate nel 1992, quasi un decennio dopo gli eventi di X-Men – Apocalisse. I duri allenamenti guidati dal telepate Charles Xavier e dal brillante mutante Bestia hanno dato i loro frutti: quello che prima era un gruppo di giovani scapestrati in balia dei loro infiniti poteri si è trasformato in un’efficiente squadra di super eroi. Ogni cittadino d’America conosce e ama il loro nome e l’astio con il quale venivano accolti è ormai un lontano ricordo. L’influenza di Xavier è sempre maggiore tanto da avere una linea diretta con il presidente degli U.S.A in caso di minacce fuori dal comune. Il film si apre proprio con la richiesta di aiuto da parte del governo americano per soccorrere uno shuttle in avaria nel bel mezzo dello spazio.
Xavier non ci pensa due volte, convoca i suoi migliori allievi e organizza una spedizione per salvare gli astronauti in pericolo. Ognuno dei mutanti mette a frutto gli insegnamenti ricevuti e controllando i propri poteri riesce a portare a termine la missione, o almeno così sembra. All’improvviso infatti quello che appare come un brillamento solare colpisce Jean Grey lasciandola in fin di vita. La giovane mutante contro ogni previsione riprende gradualmente i sensi e il controllo di se stessa, sentendosi più forte che mai. Questa improvvisa energia a porta però a compiere gesti impulsivi e irrazionali che mettono in pericolo chi le è accanto e non solo. Nel frattempo un alieno mutaforma, interpretato da Jessica Chastain, si mette sulle sue tracce intenzionato a sfruttare la situazione a suo vantaggio. Un’entità cosmica ha infatti posseduto la povera Jean donandole l’energia sufficiente a distruggere o creare nuova vita su qualsiasi pianeta.
Considerazioni generali – X Men Dark Phoenix recensione
La scelta di rilanciare la serie con un nuovo episodio si deve all’insistenza dello stesso Kinberg, il cui desiderio era quello di donare una giusta conclusione alla sua creatura. L’obiettivo non viene però centrato, data l’assoluta mancanza di mordente del film e del suo personaggio principale. Fenice Nera, una creatura cosmica dai poteri illimitati e dalla forza imponderabile, viene relegata ad una piccola parte all’interno di una trama annacquata e già vista. Chiunque si aspetti una Jean Grey furiosa che metta a ferro e fuoco la galassia in preda ad un’energia tanto smisurata si metta l’anima in pace. Il personaggio più cosmico dell’universo X-Men non si alza molto dal terreno, andando poco oltre il primo piano di un edificio in centro città. Dark Phoenix rappresenta quindi l’ennesima occasione sprecata dagli sceneggiatori degli X-Men che danno vita ad un personaggio molto al di sotto delle aspettative.
Il difetto maggiore della pellicola risiede nel fatto che nulla nella narrazione sembri riflettere la natura superiore della forza di cui si sta parlando. I prolungati scontri fisici tra i diversi personaggi sembrano stridere con le potenzialità messe in mostra da Jean Grey e dalla sua inconsistente nemesi. I protagonisti si impegnano inutilmente in complesse coreografie, tra effetti speciali e frenetici movimenti di camera, per nulla; la Fenice e il villain azzerano ogni loro sforzo con un semplice schiocco di dita ma senza il pathos riscontrabile in Avengers: Infinity War. In Dark Phoenix non si può trovare una goccia dello sforzo disumano messo in mostra dagli eroi terrestri per bloccare Thanos, andando a depotenziare e banalizzare l’intera storia. La figura della giovane Jean sembra paradossalmente essere più potente e interessante in X-Men: Apocalisse, nonostante non abbia incontrato il favore di pubblico e critica.
Dark Phoenix: Il mistero del finale scomparso
In un film dove il personaggio principale è tutto tranne che accattivante è più che legittimo riporre la propria fiducia nella sua controparte cattiva: Lilandra, un alieno mutaforma che prende le sembianze di una giovane donna. Il personaggio inserito in un contesto vago e senza sapere bene quale direzione prendere perde di forza e incisività, fine comune a tutti i protagonisti. Lo scontro/incontro tra la Grey e Lilandra culmina in un finale deludente che nemmeno i pur sempre ottimi effetti speciali riescono a salvare. A riguardo andrebbe aperta una piccola parentesi dato che il ritardo nell’uscita del film è stato dovuto a riprese aggiuntive riguardanti proprio l’ultimo atto della pellicola. Gli sceneggiatori hanno cambiato il finale dopo aver scoperto che somigliava in modo eccessivo ad un altro film di supereroi in produzione nello stesso periodo. Le scene originariamente ambientate nello spazio sono state così trasformate in sequenze terrestri.
Avevano spie sul set ehanno sostanzialmente rubato le nostre idee.
Le dichiarazioni di Fassbender lasciano poco spazio all’immaginazione, gettando pesanti ombre sull’operato di importanti produzioni Disney come Thor: Ragnarok, Infinity War, Captain Marvel e Endgame. Si pensa infatti che sia stato il colosso dell’intrattenimento, una volta acquisiti gli asset della Fox, a manovrare i fili di questa intricata operazione. Tutto questo trambusto non giustifica il poco spessore dell’intera storia che con qualche accortezza in più avrebbe potuto benissimo funzionare meglio. Le prestazioni di Fassbender e McAvoy sono state come al solito maiuscole, continuandosi a confermare come le punte di diamante della loro generazione. I loro sforzi nel rendere interessanti i loro personaggi risultano però essere vani; Xavier e Magneto rimangono imprigionati nei loro clichè lasciando poco spazio a qualsiasi tipo di evoluzione. Kinberg ha cercato di fare qualcosa a riguardo ma con scarso successo.
Conclusioni – X Men Dark Phoenix recensione
Un capitolo di certo non memorabile che intacca quanto di buono fatto con l’introduzione dei nuovi e giovani mutanti. Dark Phoenix dissipa il potenziale dimostrato in Giorni di un futuro passato, incastrando ogni personaggio nei suoi schemi, con poco margine di evoluzione. I cinecomic usciti al cinema sono ormai tanti e hanno dimostrato uno dopo l’altro di poter affrontare tematiche diverse ognuno in modo originale. Cosa che in questo caso non viene chiaramente fatta. Le stesse scene di combattimento sembrano copia e incollate dai film precedenti con pochissimi se non nulli elementi di novità. Ogni scena annulla quanto di buono fatto in quella precedente, riproponendo dinamiche note e senza appeal. Un segnale decisivo della necessità di sfoltire l’offerta sul grande schermo, l’asticella si è alzata terribilmente e non c’è più spazio per lavori mediocri.
L’anima degli X-Men è sempre stata diversa da quella degli altri supereroi, più introspettivi e cupi con poco spazio per le battute di spirito. Una fetta di mercato che i mutanti avrebbero dovuto occupare meglio soprattutto dopo l’exploit di quella piccola perla di Logan – The Wolverine. La speranza è che il futuro dei mutanti sia scevro dai continui alti e bassi a cui Singer, Kinberg e gli altri ci hanno abituato. Il film è comunque consigliato a tutti i fan del genere, perlomeno sarà utile a rivalutare la prima Fenice interpretata da Famke Janssen nella saga originale. La Disney avrà comunque una bella gatta da pelare considerando che un nuovo re casting all’altezza di James McAvoy/PatrickStewart e Michael Fassbender/Ian McKellen sarà un’operazione tutt’altro che semplice da portare a termine.
X-Men - Dark Phoenix
Voto - 5.5
5.5
Lati positivi
- Interpretazioni di McAvoy e Fassbender
Lati negativi
- Personaggi intrappolati nei loro cliché
- Trama banale
- Assenza del comparto “cosmico”