Too Old To Die Young: recensione del terzo episodio della serie di Refn
Recensione del terzo episodio di Too old to die young, la serie tv Amazon Prime di Nicolas Refn
Too old to die young recensione terzo episodio. Terzo appuntamento della nostra serie di recensioni incentrate sulla nuova serie di Amazon Prime video diretta da Nicolas Winding Refn. Il 14 Giugno è uscita sulla piattaforma streaming la prima serie tv firmata dal regista danese Nicolas Winding Refn. Ogni episodio dura circa un’ora e mezza ed è impostata come se fosse un lungo film della durata di quindici ore. Refn figura come ideatore e regista di tutti gli episodi, questi sono stati scritti a quattro mani con Ed Brubaker. In questo articolo ci concentreremo sul terzo episodio uscito della serie tv, intitolato L’Eremita. Sarà una recensione priva di spoiler come nostra consuetudine, solo qualche spunto per poter riflettere sui personaggi e sulle loro azioni all’interno dell’episodio.
Il regista dell’amatissimo Drive e autore di film apprezzati da critica e pubblico come The Neon Demon e Solo Dio Perdona, ha deciso di mettersi alla prova con il “prodotto televisivo”. La redazione di Filmpost.it essendo composta da amanti di cinema e dell’arte in generale era ansiosa di poter parlare dell’ultima fatica di N.W.Refn. Se come noi siete incuriositi da questa nuova avventura del regista seguiteci nella cronaca di Too Old To Die Young arrivata oramai al terzo episodio.
Indice
Trama – Too old to die young recensione terzo episodio
In questo capitolo si chiude la “breve” parentesi sulla storyline dei messicani raccontata nel secondo episodio e si torna a Los Angeles. Il poliziotto Martin Jones (Miles Teller) è alle prese con il suo primo caso durante il periodo di prova alla omicidi. In questo terzo episodio viene introdotta una nuova mini-storia e due personaggi.
Rispetto al primo capitolo ci sono molte più scene girate alla luce del giorno, il risultato è un episodio con ritmi più veloci e più dialogato rispetto a quanto visto finora. Se siete curiosi di conoscere la nostra opinione sul terzo episodio di Too old to die young di Nicolas Refn proseguite a leggere la recensione. Attenzione avvisiamo i lettori che il seguente articolo contiene alcuni SPOILER di trama sui precedenti episodi.
Martin Jones sta ancora metabolizzando l’uccisione a sangue freddo del suo partner da parte dei messicani. Allo stesso tempo è finito al soldo di uno spietato gangster locale che in cambio di mazzette e favori personali assegna a Martin compiti da killer. Il nostro poliziotto protagonista sarà alle prese con il suo primo incarico nella omicidi. Il corpo senza vita di un pedofilo viene trovato nel bagagliaio di una macchina abbandonata per strada e sarà proprio Jones a doversene occupare. Refn ci mostra immediatamente la faccia dell’assassino; si tratta di un ex agente dei servizi segreti che agisce per conto di una misteriosa ed affascinante donna con cui sembra aver siglato un patto.
Analisi – Too old to die young recensione terzo episodio
Nel primo episodio abbiamo conosciuto personaggi, locations e filone narrativo principale. Il secondo episodio, meno “refniano” per soggetto, ambientazione e fotografia, ci ha introdotto la storyline dei messicani in toni abbastanza drammatici. Con il terzo capitolo, più thriller-poliziesco classico che noir, torniamo nuovamente a Los Angeles con i personaggi con cui avevamo iniziato la storia. Dal punto di vista fotografico e registico lo stile è sicuramente più classico dal momento che gran parte delle scene sono state girate alla luce del sole. Più rari quindi, rispetto al primo capitolo, gli interni e i notturni illuminati al neon, che sono comunque presenti; i toni sono meno dark. Ci sono ancora lente panoramiche circolari, ma i dialoghi, la sceneggiatura ed in generale la regia sono un pò più ritmati e movimentati rispetto a quanto visto finora. Refn gioca molto con la messa a fuoco selettiva, l’effetto bokeh e le dissolvenze d’immagine.
La cosa che ci ha convinti meno, a livello di originalità, è il ruolo che sembra stia assumendo il protagonista Martin Jones. Rispetto ai personaggi a cui ci ha abituato Refn con il suo cinema sembra, almeno per ora, fin troppo scontato. Jones, interpretato da Miles Teller, è di sicuro una figura abbastanza complessa; è un ragazzo apatico e scuro in volto, anche se molto lontano da quell’ inimitabile cinismo glaciale di Ryan Goslin in Driver e Solo Dio perdona. Ma è proprio la figura del poliziotto giovane che inizia a muovere i primi passi nella omicidi che non è nuova, così come quella doppia natura da sicario della malavita, già vista e risentita più volte.
Considerazioni finali – Too old to die young recensione terzo episodio
Non si tratta di un capitolo particolarmente esaltante sebbene vengano messe in moto diverse storie nuove. Rimane per molti aspetti ancora un episodio introduttivo che non vive di vita propria, ma fa parte di un disegno più grande. La fotografia è sempre di alto livello ma sicuramente meno accattivante. Interessante invece, per i possibili sviluppi futuri, la nuova storyline con i due nuovi personaggi introdotti.
Questo terzo capitolo della nuova serie Amazon Prime Video diretta da Nicolas Winding Refn conferma lperò ‘unicità dello stile del regista danese nonché il taglio cinematografico ed il livello di Too old to die young. Una serie che, almeno per i ritmi narrativi e la scorrevolezza, si conferma essere simile a Twin Peaks: Il ritorno di David Lynch. La storia non è ancora entrata nel vivo, sono stati introdotti nuovi personaggi e sotto trame che si svilupperanno negli episodi seguenti.
Non ci resta quindi che proseguire e vedere che cosa ci ha riservato Refn nelle puntate seguenti. Per ora le aspettative si mantengono molto alte. Too old to die young si conferma essere per pochi, una serie tv più da degustazione che binge watching. Uno show televisivo con ambizione cinematografica, con un’estetica impareggiabile, uno stile unico, personaggi caratteristici ed una trama abbastanza basilare. Avanti quindi con la prossima e buona la terza.
Voto - 7
7
Lati positivi
- Nuovi personaggi interessanti
- Regia e fotografia
- Colonna sonora
- Ritmo narrativo estremamente "personale"
- Ancora poco coinvolgente
Lati negativi