The Kindness of Strangers: recensione del film di Lone Scherfig
Un film intimo ed emotivo giocato sulla coralità di un destino comune
The Kindness of Strangers recensione. Presentato in anteprima all’Umbria Film Festival, l’ultimo film di Lone Scherfig trionfa su tutti gli altri e si aggiudica l’ambito premio del pubblico; la regista invece ha l’onore di ricevere le chiavi della città e la cittadinanza onoraria. Il Festival umbro si riconferma un polo cinematografico unico in Italia in cui la qualità e il fascino delle opere in concorso non viene solo rispettato, ma anche riconosciuto. Il pubblico infatti, composto da professionisti del settore e non, ha premiato l’oggettiva bellezza del film che si corona della meritata vittoria.
Lone Scherfig, affermatasi tra le migliori registe danese del cinema contemporaneo, conferma le sue abilità anche in questa sua ultima opera. Dopo aver fatto il suo ingresso nel mondo del cinema attraverso il movimento cinematografico Dogma 95, fondato dai registi danesi Lars von Trier e Thomas Vinterberg, la Schergif ha virato su contenuti più vicini al cinema internazionale. Pellicole come An Education, One Day e Posh lo dimostrano e testimoniano la sua volontà di avvicinarsi ad un pubblico più ampio. Tematiche ricorrenti nelle opere della regista sono l’amore ostacolato dal tempo e dalla distanza, l’umanità dei protagonisti e una velata ironia malinconica.
Indice
Trama -The Kindness of Strangers Recensione
New York, città osannata e amata dai più grandi registi della storia del cinema (Allen, Scorsese, Coppola), diventa ancora una volta teatro di nuove vicende umane. Clara è una giovane madre che decide di partire con i suoi due figli e raggiungere la Grande Mela per sfuggire all’oppressione del marito violento. Senza soldi, cibo e un posto dove dormire, ben presto si troveranno a sopravvivere per strada alla stregua degli homeless. In città c’è anche Marc, ex galeotto, che sta cercando di ritrovare la propria dignità, diventando responsabile di un ristorante russo.
A dirigere una struttura anacronistica e atipica, troviamo l’eccentrico Timofey. Clara avrà modo di comprendere che non è la sola a trovarsi in una condizione di miseria, nel momento in cui incontrerà Alice, un’infermiera del Pronto Soccorso. Alice, oltre a svolgere il suo lavoro, conduce in modo amatoriale un gruppo di terapia psicologica insieme a Jeff, un giovane disoccupato che sta cercando un’occasione di riscatto che gli permetta di essere felice.
Sceneggiatura – The Kindness of Strangers Recensione
The Kindess of Strangers ricorda incredibilmente Magnolia anche se la regista ha negato di essersi ispirata volutamente al cinema di P.T. Anderson. Tutte queste storie che si incrociano fra loro in un cangiante spettro di incontri, scontri e rivelazioni non possono che riportare alla mente l’opera del regista di Los Angeles. Infatti, in un universo dominato dal caos, molti personaggi lottano e si scontrano fra loro per cercare di sopravvivere al dolore e alla perdita. Lone Scherfig lavora come un chimico con le molecole: mette insieme degli elementi, li scinde e studia le loro reazioni. Azione, unione, distruzione. In fondo questo sono gli uomini: atomi impazziti alla ricerca di un legame. Una New York fredda e desolata fa da perfetta cornice emotiva e fisica a un mondo incerto, insicuro.
Serpeggia infatti in tutta la pellicola una certa malinconia, un sentimento di disagio che opprime anche lo spettatore. Alla fine però ad emergere è la speranza, grazie a quell’impulso umano e universale che può salvare l’uomo dalla morte: l’amore. Proprio questo sentimento è il motore immobile che muove tutte le microstorie che compongono The Kindness of Strangers. Un messaggio che non vuole essere semplicistico. Non c’è compiacimento nella poetica della Scherfig, né proselitismo. Si sente invece la forza di un destino comune che travolge tutti gli uomini e si manifesta appunto nell’amore: un sentimento laico che concerne la pietà e il rispetto verso il prossimo. Questo sentimento dunque si manifesta in varie forme di compassione non categorizzabili che possono perpetrate anche gli sconosciuti. Ed è proprio nella gentilezza che gli sconosciuti dimostrano nei nostri confronti che si vede il vero puro amore.
Comparto Tecnico The Kindness of Strangers recensione
Dal punto di vista registico non c’è particolare autocompiacimento da parte di Lone Scherfig nel dirigere gli attori o trovare particolari movimenti di macchina. In the Kindness of Strangers, tutto viene messo al servizio della sceneggiatura, intesa sia come intreccio sia come proseguo di singole scene. E forse questo è il pregio e il limite del film. Se in Magnolia di P.T. Anderson la regia era totalmente iperrealista e stravolgeva il ritmo del racconto, qui invece accade il contrario. La regia supporta la sceneggiatura e rispetta il ritmo del racconto. Il film si regge su un cast eccezionale capace di portare egregiamente sullo schermo le paure e le insicurezze dei personaggi. ll montaggio poi, per quanto sia alternato, non risulta caotico, dando un ritmo cadenzato all’azione. Inoltre, la fotografia è particolarmente desaturata e accentua, insieme alla scenografia spoglia, il senso di disagio che il film vuole trasmettere.
Esteticamente, in questa operazione, la Scherfig ricorda Shame di Steve Mcqueen. Certo i due film divergono negli intenti, ma si avvicinano nella messa in scena, trasmettendo un laconico vuoto compositivo. Azzeccatissima la scelta di girare in inverno. The Kindness of Strangers è un film che colpisce per la sua carica emotiva e per la forza del messaggio che vuole trasmettere. La sceneggiatura rappresenta sicuramente il suo punto di forza, grazie al suo taglio documentaristico che riesce a catturare l’attenzione dello spettatore. Tuttavia la mancanza di soluzioni registiche interessanti, appiattiscono la spettacolarità del film che acquisisce cosi una dimensione fin troppo quotidiana e narrativa; mentre potrebbe raggiungere una qualità molto più alta. Consigliato a tutti coloro che amano i film corali e le storie cariche di emozioni.
The Kindness of Strangers
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Sceneggiatura corale
- Recitazione accattivante
- Buon intreccio
Lati negativi
- Regia sottotono