Secret Obsession: recensione del thriller psicologico targato Netflix
Addentriamoci nell'ultimo claustrofobico film di Peter Sullivan
Secret Obsession recensione. Il 18 luglio 2019 approda su Netflix Secret Obsession, una pellicola tanto destinata a essere stroncata dalla critica quanto a essere condivisa dal grande pubblico. Su twitter è già virale, come testimoniato dalla valanga di tweet inerenti alle strane dinamiche del film. Se si va alla ricerca dell’irreale e dell’assurdo Secret Obsession è certamente terreno fertile, peccato che non lo dovrebbe essere. Peter Sullivan ci porta in un’irragionevole dimensione in cui tutto si autogiustifica in modo illogico, e dove prevedibilità è la parola d’ordine.
Jennifer (Brenda Song) è una neosposina che ha subito un violento incidente in auto, perdendo così la memoria. Il marito Russell (Mike Vogel) si presenta immediatamente in ospedale per prendersi cura della moglie e, una volta accertatosi dei suoi miglioramenti, la porta a casa per occuparsene di persona. Jennifer ha solo dei flashback inerenti al suo incidente e non ricorda l’amorevole marito, con il quale sta provando a ricostruire il suo passato. Parallelamente il detective Page (Dennis Haysbert), in crisi a causa di una perdita in famiglia, indaga sulla coppia. Quando non torneranno i conti sarà costretto ad addentrarsi in una vicenda tanto oscura quanto spaventosa.
Indice
Un pessimo trailer – Secret Obsession recensione
Il trailer è un vero e proprio biglietto da visita per un film di prossima uscita. In una manciata di minuti deve essere in grado di incuriosire lo spettatore, giocando con il montaggio al fine di stuzzicare la sua immaginazione. Un trailer non deve essere dunque troppo esplicito, in modo tale da non spegnere il desiderio di vedere il film. Non deve professare dichiaratamente la trama o le scene salienti, ma solamente dare un’idea generale al fruitore, che viene quindi aiutato nella scelta dei film da vedere grazie a questa prima fase di scrematura. Per un film avere un buon trailer è fondamentale sia in chiave marketing sia in relazione alla qualità del prodotto finale. Se da un lato il trailer, essendo il primo contatto fra pubblico e pellicola, ha grande importanza per la pubblicizzazione del prodotto, dall’altra parte concorre in buona parte alla sua riuscita.
Ebbene in Secret Obsession è proprio il trailer la pecca più grave. La sua visione è severamente sconsigliata per chi intende guardare il film, in quanto è banalmente un suo riassunto. I potenziali colpi di scena che la pellicola avrebbe potuto riservare vengono già svelati nel trailer, che butta alle ortiche tutto quello che di thriller poteva esserci. Intendiamoci, Secret Obsession non sarebbe stato un capolavoro nemmeno con un’ottimo trailer, ma l’onniscienza dello spettatore contribuisce non poco all’affossamento della pellicola. I plot twist vengono bruciati in partenza e per 80 minuti di film non succede nulla che chi ha visto il trailer non sappia già. Il finale stesso non brilla certo per inventiva e, essendo pronosticabile fin dai primi minuti, collabora a costruire l’aura di prevedibilità che permea l’intera opera.
Realtà o finzione?
Secret Obsession gioca molto sulla possibilità concreta che hanno le azioni mostrate di esistere. L’ansia e l’approfondimento psicologico dovrebbero scaturire dall’immedesimazione che lo spettatore, data appunto la tra verosimile, riesce a effettuare. Se in linea teorica questa è la prassi per un thriller psicologico, in questo caso sono presenti due grosse falle causate in primis da una sceneggiatura delirante, seguita a ruota da una recitazione ingessata. Il concetto di verosimiglianza, fondamentale per la creazione di un’atmosfera di suspense, frana in più punti. In seguito a una serie trovate poco realistiche ci ricordiamo subito che quello che stiamo guardando è solo un film.
La sospensione dell’incredulità collassa velocemente e ben presto ci ritroviamo a metà fra riso e imbarazzo mentre osserviamo le dissennate decisioni dei personaggi. Ed ecco dunque che per dimostrare di essere il marito basta identificare un tatuaggio, per non parlare del mancato riconoscimento di diversi maldestri tentativi di usare Photoshop. L’immedesimazione risulta ancora più infattibile se si osserva la recitazione. Brenda Song in particolare è troppo scolastica, limitata negli archetipi del genere sembra non riuscire ad esprimersi appieno. In generale l’intero apparato recitativo non è dei migliori, ma è anche fortemente penalizzato da una sceneggiatura troppo intuibile. Chi si erge sopra gli altri è Mike Vogel che, pur essendo lontano da una prova brillante, riesce a dare un minimo di spessore al proprio personaggio.
Casa dolce casa – Secret Obsession recensione
L’ambientazione di Secret Obsession rappresenta un punto a suo favore: si tratta di un’enorme casa isolata dall’inconfondibile fascino rustico. La lontananza dalla civiltà, unita all’impossibilità di comunicare con i cellulari, fa di questa dimora una sorta di gabbia dorata. È contemporaneamente un’oasi di pace e una terrificante prigione, a seconda di come la si guarda. Alcune riprese interessanti strizzano l’occhio a Misery non deve morire, ma questa indagine si ferma a una mera citazione. Questa ambivalenza non è mai esplorata né dalla macchina da presa né tantomeno dalla sceneggiatura. Il comparto tecnico non è così carente, ma si ferma comunque alla mediocrità. Non aggiunge niente se non una scenografia teoricamente interessante e qualche immagine ad alto impatto, sciupate però da una fotografia piuttosto pigra.
Manca la voglia di osare e questa indolenza si nota per tutto il corso della pellicola, sia sul lato tecnico che per ciò che concerne la trama effettiva. Diverse sottotrame sono solamente accennate e mai approfondite, rimanendo sempre sul vago. La superficialità domina e se da un lato impoverisce una scenografia stuzzicante, dall’altro elimina del tutto qualsivoglia punto a favore della trama. Dobbiamo accettare in silenzio mancate spiegazioni e scelte discutibili, il tutto per poter arrancare verso un finale che già sappiamo.
Conclusioni – Secret Obsession recensione
Questo è un genere di film che inspiegabilmente Netflix adora aggiungere al proprio catalogo. Certamente fanno parlare di se, ma restano opere vuote senza uno scopo preciso. Mediocre e colmo di cliché, Secret Obsession è consigliato solo a chi vuole spegnere il cervello e accettare l’irrealtà di azioni verosimili. Solo il non pensare può rendere digeribile una pellicola così pigra. Tante occasioni perse nei mancati approfondimenti e errori banali nei passi più importanti.
Basti pensare a come è stato montato il trailer, pieno fino all’orlo di scene salienti. Difficile da credere che un errore così grave ed evidente sia voluto, ma è anche difficile da credere che nessuno se ne sia accorto. Una pellicola, già piena di difetti, viene snaturata dal principio con un trailer decisamente troppo esplicativo. Magari ignorando il trailer avrei potuto godere di un film non così malvagio, ma, presa visione del trailer, ci accorgiamo subito che si tratta di un ossessione non così segreta.
Secret Obsession
Voto - 4
4
Lati positivi
- Buona idea alla base della scenografia
Lati negativi
- Un trailer decisamente troppo rivelatore
- La sospensione dell'incredulità tipica del genere crolla a più riprese
- Una sceneggiatura delirante