Film horror Netflix: i migliori horror sulla piattaforma
I migliori titoli horror sulla piattaforma di streaming Netflix
Il genere dell’orrore è sempre tra i più visti e discussi. Nel corso della storia del cinema sono infatti molti i titoli horror ad aver segnato una svolta epocale nell’intera cinematografia mondiale, come L’esorcista o The Ring. Ci sono poi alcuni registi che hanno fondato la loro carriera sull’horror, come il maestro Alfred Hitchcock o l’italiano Dario Argento. Anche se, nel corso degli anni, il genere ha visto un decadimento più o meno diffuso, ci sono delle eccezioni d’onore che fanno ben sperare i fan dell’orrore. In questo articolo alcuni tra i migliori film horror su Netflix, dai titoli più datati a prodotti di recente uscita.
Netflix, dal canto suo, oltre a comprare i diritti per alcuni irrinunciabili cult, come Psycho o Shining, ha anche distribuito in anteprima alcuni titoli che hanno entusiasmato critica e pubblico. È il caso, per esempio, di Bird Box, con Sandra Bullock. La pellicola, di altissimo livello, ha ricevuto un plauso generale, stupendo per le ambientazioni da brivido e la sempre brillante interpretazione della protagonista. Ecco quindi i migliori film horror su Netflix.
Indice:
Film horror Netflix: i più datati
Psycho (1960)
Senza ombra di dubbio una delle pellicole più conosciute e apprezzate dell’intera cinematografia mondiale. Dopo i successi de La donna che visse due volte e Intrigo internazionale, il Maestro del brivido torna al bianco e nero, costruendo quello che è universalmente considerato il suo più grande capolavoro. Indubbiamente si tratta del suo più grande successo commerciale, avendo ispirato numerosi remake, sequel, fumetti, serie TV, documentari e numerosi omaggi, come per esempio quelli presenti ne I Simpson e in Dylan Dog. Il cast, ormai celeberrimo, vede Anthony Perkins nel ruolo di Norman Bates e Janet Leigh in quello di Marion Crane. Impossibile non citare inoltre Vera Miles, John Gavin e Martin Balsam. La figlia del regista, Patricia, partecipa inoltre in un ruolo minore.
Il film è ispirato all’omonimo romanzo di Robert Bloch, a sua volta basato sulla vita di Ed Gein, un serial killer dell’epoca. Un’anonima segretaria ruba quarantamila dollari al suo capo, decidendo di sparire con il denaro. Si rifugia quindi in un ancora più anonimo motel, il celeberrimo Bates Motel, trovando però la morte per accoltellamento da parte del locandiere. Quella dell’omicidio di Marion è una delle scene più famose e parodiate di sempre, entrata di diritto tra le immagini cult del cinema. Quattro candidature ai premi Oscar, non vincendone però nessuno. Indubbiamente, il miglior film horror su Netflix.
Shining (1980)
Un’altra pellicola tra le più celebri della cinematografia mondiale, Shining è considerato il miglior horror di sempre, al pari de L’esorcista. È inoltre il film più famoso di Stanley Kubrick, oltre che, come Psycho per Hitchcock, il suo più grande successo commerciale. Dopo il clamore di 2001: Odissea nello spazio e Arancia Meccanica, il regista statunitense torna dietro la macchina da presa per dirigere la versione cinematografica dell’omonimo romanzo di Stephen King. Il cast vede Jack Nicholson nei panni di Jack Torrance e Shelley Duvall in quelli di sua moglie Wendy. Il “piccolo” Danny Lloyd riprende il suo nome anche in scena, mentre Lisa e Louise Burns interpretano le terrificanti gemelline.
Nonostante, almeno inizialmente, King non si sia definito del tutto entusiasta dell’esito finale, Shining è un capolavoro indiscusso, non solo per quanto riguarda gli horror, ma per l’intera storia del cinema. La trama racconta la vita di uno scrittore in crisi e della sua famiglia. Pazzia, capacità extra-sensoriali e l’enormità dell’Overlook Hotel, in cui i Torrance sono andati a vivere, fanno il resto. Due Saturn Awards e, incredibile ma vero, due nomination ai Razzie, per Kubrick e Shelley Duvall.
Haunting – Presenze (1999)
Alla fine del vecchio millennio, il direttore della fotografia e regista di Speed, Jan de Bont, dirige un cast stellare nel remake de Gli invasati, di Robert Wise. Entrambe le opere, come pure la serie Hill House, sono ispirate al romanzo The Haunting of Hill House, della scrittrice statunitense Shirley Jackson. Il protagonista è il professor David Marrow (Liam Neeson), il quale è intenzionato a scoprire cosa si cela dentro una casa che sembra infestata. Nel suo esperimento traghetta con sé tre ragazzi: Theo, Eleanor e Luke (Catherine Zeta Jones, Lili Taylor e Owen Wilson), che più volte sono portati a oscuri e terribili pericoli.
La pellicola, che vede la sceneggiatura di David Self e la fotografia di Karl Walter Lindenlaub, è oggi un piccolo cult dell’orrore di fine anni ’90. Nonostante ciò, è stata candidata a ben cinque Razzie Awards. Inoltre, inizialmente, il progetto sarebbe dovuto essere nelle mani di Steven Spielberg e Stephen King, rispettivamente come regista e sceneggiatore.
Non ho sonno (2001)
Nonostante si possa accostare più al genere thriller che all’horror, questo lungometraggio di Dario Argento presenta tutte le caratteristiche tipiche del Maestro. Prima di tutto torna a girare a Torino, città da lui molto amata. Riprende anche alcuni membri del cast di suoi film precedenti, come Gabriele Lavia. Si aggiungono inoltre Stefano Dionisi, Chiara Caselli, Roberto Zibetti e Max Von Sydow. Scritto insieme a Carlo Lucarelli, il lungometraggio indaga su di un misterioso killer, chiamato il Nano Assassino. A svolgere le ricerche è il commissario Ulisse Moretti (Von Sydow), le cui sorti si intrecciano con quelle del misterioso omicida.
Nonostante la critica sia divisa tra entusiasti e delusi, oltre alle analogie con Profondo Rosso, il film vede anche la partecipazione dei Goblin, spesso collaboratori del regista e sceneggiatore. Inoltre sua figlia Asia ha composto la poesia citata dall’assassino, chiamata La Filastrocca del Fattore. Due nomination ai Nastri d’Argento e un grande successo al botteghino.
Gothika (2003)
Il regista de L’odio e I Fiumi di Porpora, Mathieu Kassovitz, dirige nel 2003 il premio Oscar Halle Berry in un film tra i più popolari degli anni 2000. La protagonista è la psicologa Miranda Grey, avvenente e brillante nel suo lavoro. Una sera, tornando a casa, si imbatte in un fatto fortemente traumatico: il corpo di una ragazza morente sulla strada brucia al suo tocco. Risvegliandosi dopo alcuni giorni, viene accusata di una serie di terribili violenze e omicidi, di cui però non ricorda nulla. Il lungometraggio, almeno in certe parti, ricorda l’episodio Orso Bianco, presente nella serie Netflix Black Mirror.
Il resto del cast vanta i nomi di Robert Downey Jr, Penélope Cruz, John Carroll Lynch e Bernard Hill. La pellicola spazia tra i generi, alternando la suspense tipica dei thriller alla claustrofobia orrorifica. Non manca inoltre la componente drammatica, fortemente sentita dalla protagonista. La canzone finale del film è la famosissima Behind Blue Eyes, brano di successo dei Limp Bizkit.
L’alba dei morti viventi (2004)
Non poteva mancare in questa top un cult horror sugli zombie. Remake di Zombi, dell’immenso George Romero, vede la regia di Zach Snyder, al suo debutto sul grande schermo. La sceneggiatura è invece di James Gunn, regista e sceneggiatore della saga dedicata ai Guardiani della Galassia. La protagonista è Ana (Sarah Polley), un’infermiera vittima di un’invasione zombie. Dopo essere morto dissanguato, anche suo marito Luis (Louis Ferreira) si trasforma in uno zombie, che cerca di mordere la sua consorte. La donna riesce miracolosamente a fuggire, formando un gruppo di sopravvissuti con le più disparate personalità sociali. Ma l’invasione zombie li porta a rischiare la morte in più di un’occasione.
Il film vede nel cast anche Jake Weber, Ving Rhames, Ty Burrell, Kevin Zegers e Michael Kelly. Ha inoltre ispirato una serie di videogiochi, intitolata Dead Rising e un sequel a fumetti: La notte dei morti viventi – Dopo l’apocalisse, scritta da David Hine e German Erramouse. La pellicola è stata presentata al Festival di Cannes e vede un cameo di Ken Foree, presente nel film di Romero.
La maschera di cera (2005)
Al suo debutto dietro la macchina da presa, Jaume Collet-Serra si prende la responsabilità di girare il secondo remake degli omonimi predecessori del 1953 e 1933, quest’ultimo diretto da Michael Curtis. Già dal 2005, quindi, il neo-regista mostra il suo gusto per l’horror e il thriller, sviluppato poi nei successi Orphan, Paradise Beach e L’uomo sul treno. I protagonisti sono un gruppo di ragazzi, con l’intento iniziale di andare a vedere una partita di football. Il loro viaggio, però, li porta nelle grinfie di un terribile segreto: all’interno di una vecchia chiesa si nasconde un particolare museo, in cui le statue di cera sembrano particolarmente realistiche.
Il cast, corale e curiosamente composto, vede i volti di Elisha Cuthbert, scelta per il precedente successo de La ragazza della porta accanto; Chad Michael Murray, famoso per la sua partecipazione a serie di grande fama come Una mamma per amica; Jared Padalecki e Paris Hilton, la ricca ereditiera solo occasionalmente attrice. Anche in questo caso la critica si è divisa, soprattutto per la presenza di una violenza eccessiva e per l’interpretazione della Hilton. Ad essere elogiati, invece, la Cuthbert e Murray.
Hostel (2005)
Dopo l’esordio alla regia nel 2002 con Cabin Fever, Eli Roth scrive, dirige e produce un horror splatter destinato a far discutere i cinefili di tutto il mondo. Una formula che prevede torture, cannibalismo, spietatezza, potere e la noia dei facoltosi concentrarsi nel capostipite di una saga che vede altri due capitoli. La figura del produttore esecutivo è ricoperta da Quentin Tarantino, che dopo tre anni sceglie Roth per la parte dell’Orso Ebreo nel suo cult Bastardi senza gloria.
Ambientato tra la Polonia e la Slovacchia, passando anche per Amsterdam, la trama segue il viaggio di tre giovani americani, pieni di speranze e voglia di divertirsi. Il loro tour li spinge in ostello di Bratislava, dove viene loro promesso di trovare delle ragazze molto disponibili ad accoglierli. Ma la verità è ben diversa: in quel luogo vengono rapite e torturate persone, per lo più turisti, con scopo ludico o di cannibalismo. Il cast vede Jay Hernandez e Derek Richardson nella parte dei protagonisti. Roth, inoltre, si inserisce in un cameo. Il film è stato piuttosto discusso, ma è risultato vincitore di quattro premi e nove candidature totali.
L’esorcismo di Emily Rose (2005)
Prima di Doctor Strange, Liberaci dal male e Ultimatum alla Terra, Scott Derrickson dirige un horror molto controverso, ispirandosi ad una vicenda realmente accaduta diversi anni prima. La protagonista è Emily Rose, interpretata da Jennifer Carpenter, per la prima volta alle prese con un horror. Ad accompagnarla i grandi nomi di Laura Linney, Tom Wilkinson e Campbell Scott. La trama si svolge negli Stati Uniti, e interessa la vita di una giovane ragazza appena iscritta al college. All’improvviso inizia ad assistere a eventi particolari, come oggetti che si muovono da soli o porte che si aprono e chiudono senza ragione. Quando la situazione diventa insostenibile, i suoi genitori chiedono l’aiuto di un esorcista, che riesce ad individuare i demoni dentro di lei.
La pellicola di Derrickson non sconvolge tanto per la violenza delle scene o per il linguaggio forte, ma soprattutto per i temi trattati. Nel film vengono infatti coinvolti, oltre alla Chiesa cattolica, anche i santi, la Madonna e Dio. Inoltre, ispirandosi ad una storia veramente accaduta, la preoccupazione di alcuni riguardava la memoria di Anneliese Michel, la cui esistenza ha ispirato anche altre opere. Il film vinse un Saturn e un MTV Movie Award.
Film horror Netflix: i più recenti
Il mai nato (2009)
David S. Goyer firma la sceneggiatura e la regia di un horror non particolarmente conosciuto, ma molto intenso e godibile per gli amanti del genere. Dopo aver sceneggiato Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro, dirigendo poi anche Blade: Trinity, passa a un horror più strutturato e complesso, chiamando attori del calibro di Gary Oldman, Odette Annable, Cam Gigandet e Idris Elba. È presente inoltre anche Carla Gugino, particolarmente legata al genere. La storia di una ragazza apparentemente normale, Casey Beldon, sfocia in una serie di scoperte sensazionali, che scomodano, oltre a spiriti demoniaci e strani riti ebraici, addirittura il Dottor Mengele, famoso per i suoi esperimenti sugli esseri umani durante il regime nazista.
Il mai nato cerca, con discreto successo, di mettere insieme i temi tipici dei film dell’orrore ad argomenti più complessi e complicati, come antiche tradizioni religiose e lo studio scientifico sui gemelli. Dalla durata di novanta minuti circa, vede tra i produttori anche Michael Bay. La colonna sonora, invece, è firmata da Ramin Djawadi, compositore tedesco molto attivo al cinema e in televisione, noto soprattutto per aver composto la sigla de Il Trono di Spade.
Venerdì 13 (2009)
Un film imperdibile, irrinunciabile, una vera pietra miliare della cinematografia horror. Il regista e produttore Marcus Nispel, sei anni dopo l’uscita del cult Non aprite quella porta, dirige uno dei più importanti film dell’orrore degli ultimi anni. Reboot della saga ideata e legata al genio di Sean S. Cunningham, qui produttore esecutivo, è il dodicesimo lungometraggio che vede protagonista il celeberrimo Jason Voorhees, qui interpretato da Derek Mears. Nonostante ciò, si tratta del capitolo della saga che ha incassato di più al botteghino, attirando milioni di spettatori in tutto il mondo. La storia parte negli anni Ottanta, quando la madre di Jason, Pamela (Nana Visitor) viene uccisa da una sopravvissuta al massacro da lei stessa compiuta. Jason, avendo assistito alla terribile scena, decide di vendicarsi e riprendere il compito della madre.
Una produzione che recupera, come è giusto che sia, il filone splatter e spaventoso dei capitoli precedenti, offrendo cento minuti circa di continui assassinii, spargimenti di sangue, teste mozzate, corpi sventrati e numerosi jumpscare. Un film horror con la F maiuscola, spezzato dalla critica ma che ha tutte le qualità necessarie alla realizzazione di un ottimo prodotto di genere.
Carrie lo sguardo di satana (2013)
La regista statunitense Kimberly Peirce, per la terza volta dietro la macchina da presa, dirige il secondo remake dell’omonimo adattamento cinematografico del romanzo di Stephen King. Il cast, quasi completamente al femminile, vede la partecipazione di Julianne Moore, Chloë Grace Moretz, Judy Greer, Ansel Elgort e Alex Russell. La trama ruota attorno a Carrie (Moretz), una ragazza dal destino subito nefasto, a partire dalla sua nascita. Sua madre (Moore), con dei disturbi mentali abbastanza gravi, quasi la uccide infatti appena la dà alla luce. Successivamente la sua vita diventa un inferno fuori e dentro casa, soprattutto a causa del continuo bullismo subito a scuola. Carrie, però, nasconde dei poteri speciali, che potrebbero anche salvarle la vita.
La critica si è divisa sul remake, che secondo alcuni non sarebbe mai dovuto essere girato. Altri lo hanno invece considerato un buon film, apprezzando soprattutto le interpretazioni di Julianne Moore e Chloë Grace Moretz. Il film è stato premiato ai Saturn e People’s Choice Award e vede il cameo di Freddy Krueger attraverso un maglione indossato da una comparsa.
La casa (2013)
Debutto cinematografico per l’uruguaiano Fede Álvarez, che nell’horror e nel thriller ha trovato la sua dimensione ideale. Anche sceneggiatore, ha lavorato sull’opera originale di Sam Raimi, qui in veste di produttore insieme a Bruce Campbell e Robert Tapert, figure fondamentali del film del 1981. La trama ruota attorno a diversi personaggi, in un cast che più che corale viene lasciato emergere piano piano. Tra tossicodipendenti, possessioni demoniache e disturbi mentali, il film ha tutto quello che serve per offrire un prodotto dell’orrore degno del suo nome. Bisogna tuttavia dire che, rispetto all’opera originale, il remake di Álvarez presenta alcune sostanziali differenze.
Il film horror presente su Netflix ha ricevuto diversi premi ed è stato protagonista di numerose nomination. Secondo alcune indiscrezioni sarebbero in lavorazione anche dei sequel, nonostante i diversi progetti non abbiano delle certezze concrete. Nel cast Jane Levy, Shiloh Fernandez, Lou Taylor Pucci, Jessica Lucas, Elizabeth Blackmore e Bruce Campbell.
It follows (2014)
Il primo successo commerciale e di critica per David Robert Mitchell, che continua il filone noir con Under the Silver Lake, del 2018. Una storia originale, ben scritta (dallo stesso Mitchell), con ottime potenzialità narrative. Presentato al Festival di Cannes, narra le nefaste vicende di un gruppo di giovani, alle prese con un terribile virus dalla natura sessuale. Questo si trasmette infatti attraverso rapporti amorosi, ma non si tratta delle tipiche malattie veneree. Tale morbo è molto più potente e terribile: conduce infatti a delle strane sensazioni e possessioni, e può portare addirittura alla morte. Il film è quindi una continua staffetta tra i giovani, che cercano disperatamente di sfuggire al terribile destino al quale sono condannati.
Il film horror su Netflix ha illuminato la strada al regista e sceneggiatore, che ha elaborato una formula originale e funzionale, tanto che si parla anche della produzione di un possibile sequel. Nel cast Maika Monroe, Keir Gilchrist, Daniel Zovatto e Jake Weary. Probabilmente uno dei più originali film horror su Netflix.
The Neon Demon (2016)
Il regista e sceneggiatore danese Nicolas Winding Refn, dopo il successo mondiale di Drive, torna a far parlare di sé dopo cinque anni con una pellicola che ha sconvolto il mondo intero. Da molti criticata per le scene eccessivamente violente e per l’uso di un linguaggio molto scurrile, oltre che per l’eccessivo utilizzo di sangue, la pellicola di Refn è stata presentata al Festival di Cannes, dividendo molto il pubblico presente. In tanti infatti si sono scandalizzati a tal punto da fischiare ferocemente, trovando però una controparte che si è detta entusiasta e soddisfatta.
La trama ruota attorno a Jesse, una splendida Elle Fanning, un’aspirante modella visibilmente turbata. Già alla primissima esperienza, però, viene notata da Dean (Karl Glusman), un fotografo molto importante a Los Angeles. Ciò scatena le gelosie e le ire delle sue colleghe e rivali, interpretate da Jena Malone, Bella Heathcote e Abbey Lee. Nel cast sono presenti inoltre Desmond Harrington, Keanu Reeves e Jamie Clayton. Nonostante la feroce contestazione a seguito del film, la pellicola di Refn ha ricevuto alcuni riconoscimenti e tre candidature a Cannes, vincendo il premio per la colonna sonora.
Madre! (2017)
Darren Aronofsky, regista e sceneggiatore noto soprattutto per Il cigno nero, Requiem for a dream e The Wrestler, dopo tre anni da Noah dirige un film che, come The Neon Demon del collega Refn, divide pubblico e critica e diventa protagonista di feroci critiche. Si è parlato molto del significato, sia letterale che allegorico, dell’opera di Aronofsky, ma anche della crudeltà senza mezzi termini che caratterizza tutta la pellicola. I protagonisti sono Jennifer Lawrence, nella parte della Madre, e Javier Bardem, nel ruolo di Lui. Il cast si arricchisce inoltre dei nomi di Ed Harris, Michelle Pfeiffer e Domhnall Gleeson.
Sarebbe impossibile cercare di spiegare il film senza ricorrere alle allegorie e alle diverse chiavi di lettura che la stessa crew ha fornito (oltre che questo nostro articolo). Madre! è un’opera che sicuramente non è fine a se stessa, ma che invece simboleggia l’intera umanità, fin da Adamo ed Eva. È inoltre una denuncia e un invito a prendersi cura dell’ambiente, nella sua metafora ambientale. Il film è stato presentato a Venezia, dove ha concorso per il Leone d’oro al miglior film, oltre ad aver ricevuto molte altre candidature importanti in seguito.
Film horror Netflix: gli originali Netflix
Hush – Il terrore del silenzio (2016)
Mike Flanagan, regista e sceneggiatore particolarmente legato al mondo dell’orrore, dopo Oculus – Il riflesso del male, scrive e dirige uno dei primi film Originali Netflix in assoluto, iniziando la collaborazione con la piattaforma streaming che sarebbe poi continuata con la serie Hill House. La protagonista è Maddie Young, interpretata da Kate Siegel, la compagna del regista. Giovane scrittrice sorda e isolata dal mondo, vive in una piccola casa di campagna in un quartiere tranquillo, circondata da poche facce amiche, esclusa la sua vicina Sarah (Samantha Sloyan). La tranquillità della sua mite esistenza viene però interrotta da un misterioso personaggio, con una maschera sul volto (John Gallagher Jr). Il killer, infatti, apprendendo della sordità della ragazza, inizia un gioco sadico e violento, con l’obiettivo di arrivare a far implorare la morte alla scrittrice.
La pellicola, prima di venire distribuita da Netflix, è stata presentata al South by Southwest Film Festival, ricevendo un’accoglienza piuttosto fredda. La critica ha quasi del tutto snobbato la produzione, probabilmente date le scelte distributive. Nonostante questo, la recitazione della Siegel e la durata non eccessiva portano il film ad essere certamente apprezzabile dagli amanti del brivido.
Bird Box (2018)
Susanne Bier, conosciuta soprattutto per In un mondo migliore, vincitore nel 2011 di un Golden Globe e un Oscar per il miglior film straniero, nel 2018 torna a far parlare di sé per un film fortemente apprezzato da critica e pubblico. Tratto dall’omonimo romanzo di Josh Malerman, vede come protagonista una sempre eccellente Sandra Bullock, affiancata da Trevante Rhodes, Tom Hollander, Sarah Paulson, John Malkovich e Danielle Macdonald. Il film inizia nel presente, subendo però diversi flashback temporali, per permettere allo spettatore di capire l’andamento della trama.
Una giovane donna, Malorie, si trova a dover condurre due bambini, un maschio e una femmina, verso un luogo sicuro dalle terribili creature che hanno infestato il pianeta. Nel film queste non vengono mai mostrate, ma è chiaro che il solo guardarle negli occhi porta a immediati istinti suicidi. Ecco perché tutti indossano delle bende nel tentativo di scappare. Nel corso del viaggio, però, i ricordi e i rimpianti di una vita drammatica riaffiorano, provocandole più dolore del necessario. Un MTV Movie Award a Sandra Bullock per la sua intensa interpretazione. Senza dubbio, il miglior film horror Netflix.
The Silence (2019)
Lo sceneggiatore e regista John R. Leonetti, conosciuto principalmente per aver diretto l’horror Annabelle e aver scritto film di successo come A perfect man e Insidious, dirige un cast d’eccezione per questa produzione Originale Netflix. Oltre alla giovanissima Kiernan Shipka e al veterano Stanley Tucci, sono presenti anche Miranda Otto e John Corbett. Sempre secondo il filone sensoriale, anche in questa pellicola, seguendo la scia di A quiet place, è assolutamente proibito fare rumore, per non attirare degli esseri velocissimi e letali che attaccano gli umani. Nonostante la pellicola risulti un insieme di temi e situazioni già viste e sperimentate, il livello tecnico è sicuramente apprezzabile, soprattutto data l’esperienza del cast.
Anche in questo caso, il film è tratto da un romanzo omonimo, scritto da Tim Lebbon nel 2015. Ad attirare il pubblico giovane è sicuramente la presenza di Kiernan Shipka. L’attrice è salita alla ribalta grazie alla serie, sempre Netflix, Le terrificanti avventure di Sabrina, dimostrando una certa dimestichezza con il genere dell’orrore.
The perfection (2019)
Richard Shepard dirige Allison Williams, Logan Browning e Steven Weber in un thriller psicologico dall’alto tasso adrenalinico. Presentato al Fantastic Fest di Austin, è diventato poi un film horror Netflix, entrando a far parte dei suoi prodotti Originali. La protagonista è Charlotte (Williams), una violoncellista costretta a lasciare gli studi per seguire la madre fortemente malata. Dopo la sua morte il destino la mette di fronte ad un’avventura, che condiziona la sua vita oltre ogni sua aspettativa. Il rapporto con Lizzie (Browning), con la quale condivide più di un rapporto sessuale, la porta a seguire un percorso che non aveva mai immaginato, ma dal quale non può più fuggire.
Forte del successo di Scappa – Get Out, Allison Williams torna in un horror psicologico, apparentemente genere nelle sue corde. Lo stesso si può dire per Steven Weber, protagonista di diversi prodotti legati al genere dell’orrore. Il film è un discreto successo di critica e pubblico, ed è caratterizzato da una colonna sonora che mixa brani classici a hit contemporanee.