La vita dopo i figli: recensione del film Originale Netflix
Angela Bassett, Patricia Arquette e Felicity Huffman sono le protagoniste di questo nuovo film Netflix: ecco la recensione
In questo mese di agosto Netflix ha rilasciato sulla sua piattaforma una nuova commedia: La vita dopo i figli. Il film si concentra su tre donne, amiche e madri, che decidono di fare un’improvvisata ai loro figli, quando questi si dimenticano della festa della mamma. Nel cast troviamo tre attrici talentuose: Angela Bassett, Patricia Arquette e Felicity Huffman. In questa recensione de La vita dopo i figli cercheremo di capire se questo nuovo prodotto Originale Netflix sia riuscito oppure sia disastroso, come il recente Secret Obsession. In diverse occasioni, infatti, il colosso dello streaming non ha realizzato film particolarmente interessanti, puntando tutto sulle serie tv.
La vita dopo i figli, tutto sommato, è una commedia gradevole e ben recitata. L’idea di analizzare la condizione di essere madre, dopo che i figli iniziano la loro vita, è interessante. Lo sviluppo di essa tramite toni leggeri da commedia tuttavia non permettono di approfondire al meglio il tutto. Tra superficialità e prevedibilità il risultato finale, quindi, non colpisce più di tanto. Tuttavia il talento delle tre protagoniste e alcuni momenti interessanti e divertenti rendono il film godibile. Scoprite qui di seguito il nostro giudizio completo.
Indice
La vita dopo i figli recensione
In quel di Poughkeepsie tre madri, grandi amiche, stanno affrontando il “dramma” di vedere i loro figli lontani da casa, con le loro vite e che mano a mano le stanno un po’ dimenticando. Carol (Angela Bassett) vive sola dopo la morte del marito e sta ricevendo sempre meno attenzioni dal figlio, ora importante redattore a New York. Gillian (Patricia Arquette) ha un matrimonio abbastanza solido e crede di sapere tutto su suo figlio, non accorgendosi che in realtà sta soffrendo per una relazione finita male. Helen (Felicity Huffman) cerca di mantenersi sempre bella e conduce una vita agiata con il suo secondo marito. La donna non ha superato la fine del suo precedente matrimonio e non capisce perchè suo figlio non le ha rivelato ufficialmente di essere gay.
Sentendosi dimenticate e ignorate il giorno della festa della mamma, le tre amiche decidono di partire per New York. Un’improvvisata per passare più tempo con i loro figli e capire cosa sia cambiato in loro. Questa esperienza improvvisa non sarà utile a risollevare il rapporto madre-figlio, ma anche a riscoprire loro stesse.
Da maternità a estraneità: una nuovo punto di vista sull’essere madre
La vita dopo i figli cerca di offrire un nuovo punto di vista sulla maternità. Carol, Gillian e Helen sono tre donne che hanno cercato di essere le migliori madri possibili, ma quando i figli sono partiti alla volta di New York qualcosa di importante è venuto a mancare nelle loro vite. Non si sentono più propriamente madri, ma si ritrovano in una strana condizione. Il titolo originale del film si ricollega proprio a questo: Otherhood, un gioco di parole dove la M di Motherhood (maternità) è andata persa. Le tre protagoniste si sentono infatti estranee rispetto alla loro progenie. Cosa è cambiato? Il problema è nei loro figli o in loro stesse?
Questa è l’impalcatura di base del film, diretto da Cindy Chupack e tratto dal romanzo Qualunque cosa ti renda felice di William Sutcliffe. Una riflessione decisamente interessante perché incentrata su una condizione di maternità diversa dalle solite. Da tutto ciò, ovviamente, il film procede in direzione di una riscoperta delle protagoniste, che ritroveranno passioni perse o rianalizzeranno errori fatti nel passato o nel presente. Tutte queste tematiche vengono sviluppate tramite il genere della commedia, puntando su toni leggeri e divertenti.
La vita dopo i figli recensione: giudizio finale
Probabilmente la scelta di affrontare questo nuovo punto di vista sulla maternità con la commedia è il punto debole maggiore del film. Le vicende sullo schermo procedono perlopiù con toni leggeri e situazioni divertenti, riuscendo comunque solo in parte a far ridere lo spettatore. Dato che le premesse di base si prestavano a sviluppi più interessanti e anche più elevati, La vita dopo i figli sceglie la via più facile, puntando all’intrattenimento dello spettatore, senza farlo riflettere più di tanto. I dialoghi fra madri o madri-figli che offrono approfondimenti ottimi sul tema si alternano sempre con scene volutamente divertenti o spiritose, che cercano di stemperare l’atmosfera.
Il giusto tocco di comicità, utile a rendere il film gradevole, è l’ottima chimica fra le tre protagoniste. Angela Bassett, Patricia Arquette e Felicity Huffman ci offrono un’ottima e convincente interpretazioni e appaiono molto in sintonia fra loro. Tutte e tre appaiono decisamente a loro agio con il genere del film, risultando anche molto spiritose, strappando qualche risata a noi spettatori.
In queste caldissime giornate d’agosto, quindi, La vita dopo i figli può essere una giusta scelta per passare 100 minuti gradevoli, non impegnativi, giusti per staccare la spina. Nonostante l’ottimo e interessante argomento di base, il film sceglie la via più semplice, quella della commedia, senza affrontare approfondimenti che potevano rendere al meglio il materiale di partenza. Non si ride sempre ma la Bassett, l’Arquette e la Huffman ce la mettono tutta per calarsi nei loro ruoli, risultando convincenti sia sul lato comico che su quello drammatico. Rispetto ad altri film Originali Netflix, La vita dopo i figli alla fine non è un completo disastro, un prodotto sufficiente, leggero e ben recitato.
La vita dopo i figli
Voto - 6
6
Lati positivi
- La maternità trattata da un nuovo punto di vista
- Le interpretazioni delle tre protagoniste
Lati negativi
- La scelta del genere commedia che non permette un giusto trattamento del tema principale