Memento: spiegazione del thriller di Christopher Nolan
Un uomo vuole vendicarsi della morte della moglie, la sua mente vacillante riuscirà ad aiutarlo?
Tutti abbiamo bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo e Leonard Shelby non è diverso. Un uomo uccide la moglie e causandogli un’alterazione dell’ippocampo che non gli permette più di ricordare le cose che succedono a distanza di minuti. Lui vuole scoprire chi gli abbia distrutto la vita. Procediamo quindi nella spiegazione di Memento, film del 2000 diretto da Christopher Nolan, regista, tra gli altri, de Il cavaliere oscuro, Inception, Interstellar e Dunkirk.
La sceneggiatura che sta alla base della storia è nata dal racconto Memento Mori, scritto dal fratello del regista e pubblicato solo successivamente all’uscita del film. La pellicola è stata candidato ai Premi Oscar del 2002 come migliore sceneggiatura originale e miglior montaggio. Fanno parte del cast Guy Pearce nel ruolo del protagonista, Carrie-Anne Moss nei panni della misteriosa e affascinante Natalie, e Joe Pantoliano in quelli dell’ambiguo agente di polizia Teddy Gammell. I personaggi che ruotano intorno a lui sembrano volerlo aiutare, ma qual è la verità?
Devi per forza importi un metodo se vuoi farcela, imparare a fidarti solo della tua scrittura diventa una parte essenziale della tua vita; (…) è come se tu avessi bisogno di decine di tasche: tasche specifiche per cose specifiche. Devi imparare a mettere ogni cosa al suo posto e a dare il posto giusto a ogni cosa.
Indice
- La trama
- Un montaggio al servizio della storia
- Un tempo che non manca, ma sfugge
- Spiegazione delle scene finali di Memento
- Leonard o Sammy?
La trama di Memento
Leonard Shelby soffre di un disturbo chiamato amnesia a breve termine, che non gli permette di ricordare ciò che accade intorno a lui per più di qualche minuto di seguito. Dopo di che, è come se nulla fosse successo. Questa condizione è dovuta ad un tragico incidente che lo ha visto protagonista insieme alla moglie. Un giorno, mentre stava cercando di difenderla da uno stupratore introdottosi in casa loro, è stato attaccato da un altro uomo. Ha battuto la testa e da quel momento non possiede più una memoria a breve termine, anche se ricorda tutta la sua vita e gli affetti fino a quella tragedia.
Nonostante sembri impossibile, decide di vendicarsi per la morte della moglie, e di cercare il suo violentatore per pareggiare i conti. Non potendosi fidare delle parole di nessuno, comincia ad annotare su carta tutte le informazioni essenziali da ricordare, compreso il livello di affidabilità delle persone che sono presenti nella sua quotidianità. Con l’aiuto di alcune polaroid, dei suoi tatuaggi e di una determinazione folle inizia la sua personale caccia all’uomo.
Un montaggio al servizio della storia – Memento spiegazione
Come posso guarire, se non riesco a sentire il tempo?
Il montaggio del film ricalca la rappresentazione della mente del protagonista. Infatti ogni scena è interrotta dopo 15 minuti e riparte con un’altra scena di 15 minuti cronologicamente opposta a quella di prima. La storia prosegue così fino alla parte centrale del film, che secondo un ordine cronologico lineare, sarebbe la scena finale; lo spettatore inizia a collegare tutti i pezzi del puzzle insieme al protagonista. Tuttavia, chi guarda si ritrova spesso spaesato e confuso dal momento che osserva delle situazioni senza conoscere quelle precedenti.Oltre alla suddivisione delle scene in ordine non cronologico e con un montaggio volutamente confuso, si alternano riprese a colori (il presente) a scene in bianco e nero (in un passato recente, quando Leonard parla al telefono con un interlocutore sconosciuto). Grazie alla scelta di Nolan di costruire il film su salti temporali e continui flashback e flashforward, il ritmo è dinamico e incalzante.
Un tempo che non manca, ma sfugge
Nolan, in Memento, sembra volerci mostrare come sia impossibile gestire la propria esistenza e le proprie convinzioni astraendoci completamente dalla linea temporale. Abbiamo bisogno di mettere gli eventi in un ordine ben preciso, per capirli e dargli un significato chiaro. E quando non ci riusciamo, ci sembra che niente abbia senso e ci aggrappiamo a qualsiasi piccola certezza che ci è rimasta.
Possiamo affidarci alle persone che ci sono vicine se non sappiamo quando agiscono per il nostro bene? Possiamo affidarci ai fatti, dai quali non si può più tornare indietro, e che si presentano davanti ai nostri occhi? Forse, si convince Leonard, possono funzionare solo i consigli e l’aiuto che diamo a noi stessi. Appunti e annotazioni che ci ricordino costantemente quale sia la direzione da percorrere e perché vale la pena farlo. Un tempo che quando c’è, è considerato tiranno, ma quando manca, non ci lascia vivere in pace. Dicono che chi non ha ricordi viva più serenamente, all’oscuro di tutto. Ma è possibile per la natura umana passare tutti i suoi giorni con questa consapevolezza? Forse l’uomo è qualcosa di più complesso di quanto creda di essere, o di voler essere.
Spiegazione delle scene finali di Memento
Riguardo la particolare struttura della sceneggiatura il regista si è espresso sottolineando l’importanza del concetto di immedesimazione.
Il mondo migliore per farlo è stato raccontare la storia al contrario. In questo modo, quando incontriamo i personaggi, noi non sappiamo – proprio come il protagonista – come ha incontrato quella persona, dove l’ha incontrata per la prima volta o se dovrebbe fidarsi o meno.
Alla fine del film vediamo Leonard a letto con la moglie, con un tatuaggio sul petto su cui si legge “I’ve done it”, che si può interpretare come un’ammissione di colpa. Potrebbe avere già ucciso l’uomo al quale da la caccia, rendendo inutile tutta la ricerca del film e evidenziando la follia del protagonista. John G. potrebbe essere già stato eliminato, ma Leonard non lo ricorda, come gli fa presente l’agente Teddy, che tra l’altro possiede le stesse iniziali (John Gammell).
La scena di “I’ve done it” potrebbe essere solo immaginata, perché questo tatuaggio non è presente sul corpo di Leonard durante il film. Anche nella Polaroid dove lui ride a torso nudo, che Teddy dice di avergli scattato, Leonard sembra indicare col dito la stessa zona del tatuaggio che ancora manca, ma che ha in mente di farsi, adesso che ha ucciso il suo uomo. In alternativa, potrebbe essersi tatuato la scritta dopo aver assassinato Teddy, riuscendo poi a tornare a casa dove trova la moglie, che non era morta dopo l’aggressione. Era sopravvissuta, ma lui non poteva ricordarlo. Questa seconda ipotesi però non sembra la più attendibile, perché l’uccisione di Teddy è l’ultima scena a livello cronologico.
Leonard o Sammy? – Memento spiegazione
In Memento è mostrata una scena in cui Sammy Jankis è seduto in manicomio. Per brevi istanti, Leonard prende il posto di Sammy sulla sedia della clinica. In più, quando Leonard si trova nel salotto di Natalie e guarda la TV, vediamo un piccolo ricordo in cui la sua mano tocca una siringa per l’iniezione di insulina. Questo gesto però era abitudine di Jankis, non sua. Sorge nello spettatore un dubbio: Sammy e Leonard sono la stessa persona? Il protagonista si è creato una versione alternativa dei fatti, o crede di ricordare ciò che è davvero accaduto? Ha raccontato a tutti del suo primo caso lavorativo, che riguardava la memoria a breve termine di Sammy Jankis e la disperazione della moglie. Questa voleva essere certa che l’uomo di cui si era innamorata non fosse più lì, e che non ci fosse nessuna possibilità di fargli tornare la memoria.
Ma forse era la moglie di Leonard a volerlo, e ad essere diabetica. Giustificherebbe così il ricordo di Lenny di tenere in mano una siringa, se aiutava la moglie con le iniezioni. Se questa versione fosse quella corretta, adesso sua moglie sarebbe morta, perché voleva metterlo alla prova e vedere quante volte si sarebbe dimenticato di averle già dato il medicinale. Essendo il suo disturbo ben radicato, però, lui non se ne è reso conto, e ha ucciso la moglie a forza di iniettarle una dose eccessiva di farmaco. Leonard quindi non è nemmeno cosciente che l’uomo da incolpare che sta cercando non esiste, e che è stata una sua azione.