Sei gemelli: recensione del nuovo film Netflix
Recensione di Sei gemelli, nuova commedia americana prodotta da Netflix
Mentre tutti sono al mare, in pausa dalla routine quotidiana, non tutto è completamente fermo. Netflix, infatti, non sembra volersi prendere pause, continuando a sfornare prodotti per il suo pubblico. In questa calura estiva, la piattaforma, nel tentativo di regalarci un po’ di vento, aggiunge alle sue proposte Sei gemelli. Il vento, però, non sempre è fresco e piacevole. Siamo di fronte ad una classica e demenziale commedia americana che ha evidenti richiami ad altri film, come vedremo con Sei gemelli: recensione.
Protagonista e istrione del film è Marlon Wayans, attore navigato del genere, che compie un vero e proprio esercizio di stile. Ci sono, però, numerosi problemi che esulano dall’interpretazione attoriale. Non vogliamo che questa recensione possa risultare una critica alla commedia demenziale in sé, dal momento che è un genere di tutto rispetto. Questa premessa è necessaria, ogni film è da prendersi singolarmente. Quello che è certo è che Netflix non pretende, con questo film estivo, di proporre un capolavoro, in qualsiasi genere lo si collochi. Entriamo nel dettaglio di Sei gemelli con questa recensione.
Indice
Sei gemelli recensione – Trama
Alan è in procinto di diventare papà per la prima volta. Sua moglie è figlia di un giudice federale degli Stati Uniti, il che la pone in una posizione molto agiata. Il suocero chiede ad Alan di effettuare delle ricerche sulla sua famiglia, di cui nessuno sembra avere informazioni. A pochi giorni dal parto, Alan sente che è il momento di investigare sul suo passato. In quanto giudice, il suocero fornisce ad Alan dei documenti che contengono delle informazioni sul suo passato. Il ragazzo promette alla moglie che sarà di ritorno prima del parto e si mette in marcia alla scoperta delle sue origini.
Arriva a casa di quella che gli viene indicata dai documenti come sua madre. Alla porta, però, si presenta un ragazzone sovrappeso, che Alan scopre essere suo fratello gemello: Russell. Russell ha un evidente legame ancora molto vivo con la madre e non riesce ad uscire da una dimensione fatta di cereali, casa e Mork e Mindy.
Il neo arrivato sostiene che la madre sia morta, il che sconvolge Alan, che continua a cercare risposte. Aggirandosi in casa, i due si imbattono in dei documenti nascosti: non sono i soli due gemelli, ce ne sono altri quattro. Armati di certificati di nascita, i due partono alla volta dei loro fratelli. La ricerca porta i suoi frutti, e i fratelli vengono trovati ad uno ad uno. Prima ad essere trovata è Dona, che sta scontando una pena in carcere e viene liberata dietro pagamento di lauta cauzione. La personalità dirompente dell’unica donna viene ad aggiungersi alla coppia nella ricerca di Baby Pitt, che è in ospedale in fin di vita. Più rocamboleschi ancora gli incontri con Jasper ed Ethan. Tutti alla fine si ricongiungono attorno al nuovo nato, non senza numerose peripezie, poco dopo il parto.
Sei gemelli – Recensione
Una sensazione continua di deja-vu assale lo spettatore durante la visione di questo film. Marlon Wayans non nasconde la sua emulazione, nell’interpretare questi sei personaggi, nei confronti di Eddie Murphy. L’attore comico americano, infatti, aveva già esplorato un film del genere con Il professore pazzo e il suo sequel. Eddie Murphy ha sempre dato prova di un’incredibile duttilità scenica, cui accompagna un’innata simpatia. Wayans cerca in tutti i modi di ricalcare i passi del suo modello, e non gli riesce troppo male. Le trasformazioni sono efficaci e l’abilità attoriale è evidente. Se il film fosse stato solo una celebrazione dell’abilità di un attore allora saremmo di fronte ad un film di tutto rispetto. Non è così, però. La debolezza di questo film sta nella banalità dell’intreccio e nelle battute, che fanno ridere una volta ogni dieci. L’impressione è di una banalità quasi ricercata, con delle gag veramente scontate.
Il finale lo intuiamo fin dall’inizio, ma è normale in un film del genere, ma ha il problema di non far ridere. L’attenzione è interamente spostata sulla caratterizzazione dei personaggi, la quale segue il filo del film, dimostrandosi semplice. L’unica cosa che tiene viva l’attenzione è l’interpretazione di Wayans, che, per inciso, non vale comunque Eddie Murphy. Ciliegina sulla torta è l’autoironia, continua, pedante e sbagliata, sull’essere di colore. I personaggi ne fanno, giustamente, vanto, ma per motivi grotteschi. Il tutto si chiude con un “benvenuti in Wakanda”, alla cerimonia del battesimo, che rende il livello massimo di comicità del film.
Aspetti Tecnici
Una aspetto che pone Sei gemelli una spanna sopra i suoi antesignani già citati è senz’altro la pulizia dell’immagine. Siamo però in un’epoca in cui anche con un semplice smartphone si può ottenere una qualità video più che buona. Non è una discriminante la fotografia, in un film del genere. Non siamo di fronte ad un lavoro che cerca di stupire in questo senso. C’è un solo momento in cui la tecnica di messa in scena diventa preponderante, ed è la scena dell’inseguimento del toro. Il toro in questione è, ovviamente, reso in CGI. In questa sequenza c’è frenesia, com’è normale, ma i repentini movimenti non sembrano casuali. Il toro, infatti, non è reso in modo del tutto realistico e la concentrazione dell’obiettivo su altri elementi fa passare la cosa sottotraccia.
Dopo poco c’è una sequenza in rallenty che ha la pretesa di far ridere, fallendo di nuovo. Purtroppo, o per fortuna, sono le uniche sequenze che possono essere citate in questa sezione. Il resto del film si incentra sui sei gemelli. Tecnicamente il comparto che merita di più in questo film è quello di trucco, che con i sei gemelli fa veramente un lavoro di fino. Tre dei sei sembrano essere veramente interpretati da attori differenti. Il trucco di Dona è una delle poche cose divertenti, al contrario del personaggio in sé. Russell è un insieme di protesi che non si notano assolutamente. Baby Pitt è frutto di un grande lavoro di tecnica di trucco e grafica, unico personaggio divertente, che vediamo troppo poco, forse.
Sei gemelli recensione – Conclusioni
Netflix offre la possibilità a tanti di esprimere la propria visione cinematografica. Non è la prima volta che Wayans collabora con il regista Michael Tiddes, e i due hanno già lavorato con Netflix in Ricomincio da nudo. Non sono due film da ricordare, indubbiamente. Con Sei gemelli sembra di vedere una volutamente brutta emulazione di una commedia slapstick, di quelle che tanto piacciono agli statunitensi. Abbiamo visto indubbiamente di meglio e la speranza è che questo sia solo un vento estivo che si allontana in breve tempo.
Non c’è cosa peggiore di una barzelletta che non fa ridere. Questo film rappresenta la stessa situazione trasposta su schermo. Non fa ridere, ma neanche lascia emozioni contrastanti. Marlon Wayans non è nudo questa volta, ed è già un passo avanti per la sua interpretazione da comico. Passare da un solo personaggio bislacco a sei così variegati senza vie di mezzo, però, non sembra essere stata una grande scelta. Probabilmente il film avrà molti estimatori, ma ci sentiamo di consigliarvelo solo se non avete altro da fare in un caldo pomeriggio estivo.
Sei gemelli
Voto - 4.5
4.5
Lati positivi
- Interpretazione del protagonista
Lati negativi
- Non fa ridere
- Banale