Quei cattivi ragazzi: recensione della dirty comedy per adulti
Max, Lucas e Thor sono ragazzini pronti ad affrontare le scuole medie. A suon di baci, sorsi di birra e tante avventure.
Max, Lucas e Thor frequentano le scuole medie e vogliono imparare a baciare le ragazze. Soprattutto Max, che è innamorato di Brixlee e vuole fare una buona impressione. La banda dei Bad Boys decide così di diventare grande; il che comprende provare a bere birra, parlare da duri e emulare le scene d’azione tra poliziotto-criminale dei film. Saranno pronti ad iniziare l’avventura che li porterà nell’età “adulta”?Questa è la recensione di Quei cattivi ragazzi.
Quei cattivi ragazzi è una commedia di Gene Stupnitsky uscita nel 2019, con protagonisti Jacob Tremblay (Room, Wonder, La mia vita con John F. Donovan) nei panni di Max. Keith L. Williams (Kidding- Il fantastico mondo di Mr. Pickles, The last man on earth) in quelli di Lucas. Brady Noon (Boardwalk Empire: L’impero del crimine, Made in Hollywood) nel ruolo di Thor. Piccola curiosità: negli Stati Uniti la pellicola è stata vietata ai minori di 17 anni per la presenza di “forte contenuto sessuale, droga e alcol, linguaggio non adatto”, nonostante gli attori principali siano tutti sotto i 13 anni.
Indice
- La trama
- Amicizia, esserci pur lasciandoti i tuoi spazi
- I bad boys che ci piacciono
- Le stranezze dell’amore
- Osservazioni tecniche
La trama – Quei cattivi ragazzi recensione
Quale modo migliore per inaugurare l’acquisita maturità se non quello di andare ad una festa e baciare una ragazza? I protagonisti ne sono convinti, ma si presenta presto un problema piuttosto serio. Non hanno mai baciato nessuno e non sanno come fare. Così Max decide di prendere il drone del padre senza il suo permesso e di usarlo per spiare Hannah (una liceale che abita nel quartiere) e il suo ragazzo, in modo da imparare i trucchi del mestiere. Hannah e l’amica Lilly però scoprono il drone e lo tengono in ostaggio, infastidite. I tre amici allora si presentano a casa delle ragazze, ma non riottenendo dietro il maltolto decidono di rubare la borsa di Hannah, che contiene anche la droga che lei e l’amica hanno comprato per divertirsi. Da quel momento è guerra tra i Big Bad Boys e le liceali, che si inseguiranno a colpi di equivoci e ironia.
Amicizia, esserci pur lasciandoti i tuoi spazi
Facciamo una promessa. Anche se non ci saremo sempre, ci saremo nei momenti più importanti. (Max)
I tre sono sempre stati abituati a fare tutto insieme. I genitori erano amici, per questo motivo hanno cominciato a conoscersi e scoprire di avere tanto in comune. Mattinate a lezione, pomeriggi al campo da skate e nei salotti per giocare. Un’unione che si è consolidata negli anni, tanto da fargli giurare che avrebbero continuato a condividere tutto. Ma è davvero possibile condividere tutto, nell’amicizia? Quando si cresce, ognuno sviluppa degli interessi più specifici e passioni che non per forza corrispondono esattamente a quelle degli altri. Uno si innamora e vuole andare a quella festa per vederla, anche se si sente a disagio. L’altro non ci pensa nemmeno, e si immerge nel mondo dei videogiochi per trascurare il fatto che i genitori stiano divorziando. Un altro ancora è diviso tra assecondare la sua passione per il canto e farsi accettare dai ragazzi più popolari bevendo birra.
È proprio qui che avviene il passaggio dall’infanzia all’adolescenza: si scopre, non senza dispiacere, che quella con gli amici non è una simbiosi; ma una fratellanza con la possibilità di prendersi delle pause. Non è possibile condividere ogni pensiero, ogni interesse e ogni istante con le stesse persone. Ma si scopre che alcuni sono perfetti per accompagnarci a quell’evento che siamo tanto curiosi di vedere. Alcuni sono ideali per fare festa e ballare fino alla mattina. Altri ancora sono i fedeli compagni di una chiacchierata tranquilla davanti a un caffè. Grandi o piccoli, tutti si scontrano con l’impossibilità e l’ingiustizia di domandare ad un amico di essere sempre lì per noi. Per lo meno, non per le cose di poca rilevanza. Cosa si può fare per non perdersi? Promettersi che per le cose importanti ci si sarà sempre.
I bad boys che ci piacciono – Quei cattivi ragazzi recensione
Il fascino del “bad boy” colpisce anche i più piccoli. Che si sfidano a bere una bottiglia di birra (il record è detenuto dal più “cool”, ben tre sorsi). Parlano di sesso e baci ma poi non sanno distinguere i giochi sessuali quando se li trovano davanti. Prendono coraggio e baciano una bambola gonfiabile (ribattezzata “bambola per la respirazione”), ma con una spiacevole sorpresa. Amano definirsi i Big Bad Boys, ma l’unica cosa che sono è “boys”, pieni di curiosità per un mondo che sentono di voler stringere tra le mani, in cui muoversi con consapevolezza.
Sentirsi onnipotenti e coraggiosi quando si ha ancora tutta la vita davanti e la sofferenza e la fatica non hanno ancora bussato alla porta. Fanno sorridere, i cattivi ragazzi che si spaventano a morte per possedere delle pasticche di droga rubate, che confondono il significato di misogino e femminista. Ma che non confondono quale sia il giusto modo di trattare le donne.
Ragazzini che attraversano incoscienti l’autostrada per andare al centro commerciale, ma che non sfiorerebbero neppure una compagna di classe senza il suo permesso. Aggiustano il braccio lussato dell’amico stile “Rambo” ma non riescono a fare nulla di male alle due liceali che li tormentano per riavere la droga. È questo il vero insegnamento a cui dovremmo fare caso: non importa se non sai (non ancora, almeno) cosa sia un tampone e se non riesci a baciare una ragazza. Importa che tu sappia sin da piccolo che fare paura, indurre sofferenza, compiere azioni deplorevoli ti rende ancora più piccolo. E misero. Questi sono i cattivi ragazzi che ci piacciono. Coraggiosi e avventati, forse, ma buoni, uniti, rispettosi. Quale miglior insegnamento per un mondo in cui vince chi urla di più, sottomette l’altro e imbroglia? Guardiamo ai ragazzini; vergogniamoci per non essere più come loro.
Le stranezze dell’amore – Quei cattivi ragazzi recensione
Max: Ci saranno le ragazze. Voi sapete che vuol dire?
Lucas: Dramma!
Max: Baci!
Cos’è l’amore? Non si riesce a rispondere nemmeno da adulti a questa fatidica domanda, anche se si capisce ciò che si vuole e ciò che invece non fa per sé. Figuriamoci dei ragazzini delle scuole medie. L’amore è strano: rende nervosi, ansiosi, nevrotici, confusi. Max è così ossessionato dall’idea di baciare la sua compagna di scuola Brixlee, da mettere in secondo piano gli amici di sempre. Cerca così di entrare nelle grazie dei ragazzi più “cool” della scuola per arrivare a lei, “la ragazza che sposerò”.
E gli amici non capiscono perché il loro fedele amico li stia tradendo per una donna. Le donne corrispondono a smancerie e drammi, in fondo! Per i ragazzini le categorie sono ancora ben suddivise: maschi da una parte, femmine dall’altra. Il sentirsi parte di un gruppo con il quale condividere interessi, caratteristiche fisiche e rapporti di cameratismo è più forte del desiderio di provare un altro tipo di sentimento.
Il battito del cuore, l’agitazione, la timidezza e la goffaggine. Ma anche il romanticismo e la dolcezza. Thor viene scelto come attore principale del musical di fine anno e canta a gran voce “I wanna love what love is”. Ma è davvero pronto a saperlo? Tutto ciò che non conosciamo ci fa paura. Sta a noi decidere se buttarci a capofitto alla scoperta o se restare in un porto sicuro. Che in fondo è lo stesso che decidere di diventare grandi oppure di temporeggiare e comportarsi ancora da bambini. Il film affronta queste problematiche: giovanissimi alle prese col desiderio di mostrarsi cresciuti, ma in realtà pieni di insicurezze e paure. Che però alla fine si scioglieranno come neve al sole, e faranno esclamare loro: “I wanna love what love is”.
Osservazioni tecniche – Quei cattivi ragazzi recensione
Per concludere la recensione di Quei bravi ragazzi, parliamo dei riferimenti. Pianta le basi nella classica commedia sporca, fatta di doppi sensi, volgarità (non a caso nasce dagli stessi realizzatori di Suxbad, Cattivi vicini e Sausage party). Lo vediamo dai numerosi e pittoreschi giochi sessuali che i gentitori di Thor tengono in camera da letto, e che i ragazzi scambiano per armi, travestimenti e altalene. Ma si diverte ad omaggiare anche altri generi cinematografici, come il dark thriller (con riferimenti alla Stranger things per via della loro amicizia e degli spostamenti in bicicletta); gli action movie (quando i ragazzi rubano la droga allo spacciatore, “armati”); i teen movie (quando Max osserva a rallentatore la ragazza che ama vicino agli armadietti)); i musical, anche se quelli inappropriati per bambini (come quello di fine anno voluto dall’insegnante, Rock of Ages).
Insomma, un film che poteva essere potenzialmente molto volgare e di serie B, ma che riesce a non cadere nel trash grazie ai riferimenti ironici agli altri generi, alla bravura dei ragazzi protagonisti e ai piccoli insegnamenti disseminati all’interno della storia. Un montaggio dinamico e frizzante è accompagnato da una colonna sonora pop e fresca. Troviamo spesso l’utilizzo del ralenti e dei primissimi piani sulle espressioni buffe dei tre attori principali.
Quei cattivi ragazzi
Voto - 6
6
Voto
Lati positivi
- Dirty comedy non troppo volgare
- Ragazzi protagonisti ironici ed espressivi
- Film leggero e piacevole
Lati negativi
- Poco peso alla profondità dei personaggi