Maleficent 2: recensione del film con Angelina Jolie
Torna nelle sale a saga liberamente ispirata alla favola della Bella Addormentata
C’era una volta un re e una regina che ogni giorno dicevano: “Ah, se avessimo un bambino!” Ma il bambino non veniva mai. Un giorno, mentre la regina faceva il bagno, ecco che un gambero saltò fuori dall’acqua e le disse: “Il tuo desiderio sarà esaudito: darai alla luce una bambina.” Questo è l’incipit che i fratelli Grimm hanno scritto per la famosissima favola della Bella Addormentata nel bosco. La favola è la base fondante del film di cui stiamo per parlare con Maleficent 2: recensione e, ovviamente, del capitolo precedente. Dopo 5 anni dal primo film la signora del male torna sul grande schermo.
Il male ha sempre avuto fascino, specie nel cinema. Questo principio anima i due film che parlano di Malefica, una delle villain più intriganti mai viste. Nella favola, così come nel classico di animazione Disney, Malefica è l’antagonista, e tale rimane. Questi film stravolgono la concezione del personaggio e ne fanno una sorta di carattere anti-eroico che domina la scena. Anti-eroico, in questo caso, non va letto in chiave novecentesca, ma può essere inserito in un contesto di un personaggio protagonista, che non viene riconosciuto come carattere buono dagli altri personaggi. Entriamo nel dettaglio con Maleficent 2: recensione.
Indice
Maleficent 2 – Trama
Aurora è la regina della Brughiera, come abbiamo visto alla fine del capitolo precedente. Filippo decide di chiedere la mano alla sua amata, la quale accetta di sposarlo. Il re, padre di Filippo, e il principe stesso, sono molto contenti dell’unione, anche per motivi di pace tra i due regni. Chi, invece, sembra avere doppi fini, è la madre di Filippo, Ingrith, che trama contro queste nozze, pur mostrandosi favorevole. Nel frattempo, dalla Brughiera non fanno ritorno alcuni esploratori del regno, che cercavano delle fate per degli esperimenti non meglio definiti. E, due di loro, affermano di essersi scontrati con una strana creatura.
Prima delle nozze, i reali decidono di invitare a cena Aurora e Malefica, come segno di vicinanza tra le due famiglie. Durante la cena, la regina Ingrith non si trattiene dal mettere in difficoltà una spaesata Malefica, che tanto si era allenata per amore di Aurora. L’incontro non ha un felice epilogo, e Malefica è costretta a fuggire, perdendo anche la fiducia di Aurora stessa. La fuga, però, rivela altri dettagli del piano della regina, e Malefica viene colpita da un proiettile di ferro, materiale mortale per le fate. La fata cade nel mare e tutto sembra perduto, quando una creatura, simile a quella vista inizialmente, si tuffa in acqua e la salva.
Malefica viene così trasportata in uno strano scenario, dove scopre di non essere l’ultima sopravvissuta della sua specie. La storia vira verso una fase di guerra tra la realtà magica e quella degli umani, nonostante entrambe le fazioni abbiano dei detrattori di questa scelta. Lo scontro non si risolverà prima di vedere numerosi colpi di scena.
Maleficent 2 – Recensione
Come ormai ci troviamo a dire per questo tipo di film, questo secondo capitolo non vale quanto il primo. Certamente non è un prodotto scadente, ma l’atmosfera che rievoca non entusiasma quanto nel precedente. Gran parte del fascino del film si gioca attorno al personaggio di Malefica, che già aveva stregato il pubblico nella prima parte. Ma il gioco del rendere il cattivo buono aveva già fatto il suo corso nel primo film. Qui si cerca di voltare pagina; cambiano i cattivi, si aggiungono nuovi alleati e si scava nel passato dei personaggi a noi già noti. Il film è scritto molto bene sotto certi aspetti, ma sotto altri potevamo aspettarci una resa migliore.
Geniale a dir poco l’idea di restituire un background al personaggio che dà il nome al film. Altrettanto bello è il personaggio della regina Ingrith, interpretato da una fantastica Michelle Pfeiffer. Le scene, però, in cui le due antagoniste principali si fronteggiano in scena insieme sono due, e, per stessa ammissione delle attrici, sono poche. La sensazione è che si voglia aggiungere tanta carne al fuoco, e l’inizio è veramente promettente, ma verso la fine si tende a liquidare il tutto in maniera repentina. Come spesso accade nei film fantasy, l’apparente fulcro narrativo, il matrimonio, diviene la cornice degli eventi. Una pecca alla brillante scrittura è la gestione di alcuni personaggi: Conall su tutti.
Per intenderci: la falsa riga e lo stile sono gli stessi del primo film. Quello che lo rende meno convincente è, oltre al dover andare oltre i dettami della classica favola, esaurita nel primo capitolo, la mancanza di novità nella protagonista. Non siamo più magnetizzati dalle azioni di Malefica, che ormai conosciamo, e il fulcro della novità narrativa diventa Ingrith, personaggio dai mille colori, ma dallo scarso minutaggio.
Maleficent 2 – Aspetti tecnici
La CGI regna sovrana in questo film, come quasi in tutti i film di grande produzione in realtà. Ma un film fantasy ha ovviamente bisogno di atmosfere fantastiche e, dunque, o si ha la tenacia di produrre un’opera in stile Il Signore degli Anelli, o si deve accettare che il 90% di quello che stiamo guardando altro non è che uno schermo verde. Fatta questa dovuta premessa, la CGI è molto ben usata. Le creature sono curate nel dettaglio e, duole dirlo, recitano tutte meglio del principe Filippo. La regia gode del poter essere inesistente in quasi tutto il film, e fa un compito non male nelle scene di guerra, che sono molto ben delineate.
La fotografia è garbata, non osa troppo, ed è veramente ben gestita nella parte della nuova terra delle fate, in cui si passa attraverso vari ambienti e tutti sono accompagnati da toni differenti. L’atmosfera non diventa mai troppo cupa, per non turbare, probabilmente, il pubblico di bambini che si avvicinerà al film. Attori che non possono che sfigurare al cospetto di Angelina Jolie e, soprattutto, Michelle Pfeiffer. La stessa Elle Fanning, Aurora, viene messa in un angolino, ma c’era da aspettarselo. La musica non trova dei picchi entusiasmanti, che nel fantasy non guastano mai, e questa forse è una delle pecche maggiori.
La colonna sonora di un film fantasy deve entrare nello spettatore e accompagnarlo nel viaggio, non essere una semplice linea melodica di supporto. Nel complesso Disney dimostra di avere il miglior comparto tecnico in circolazione, ma questa non è una novità.
Le conclusioni
Terminiamo la nostra recensione di Maleficent 2 affermando che indubbiamente non siamo di fronte ad un capolavoro; ma neanche ad un prodotto da cestinare o dimenticare. La visione è consigliata, soprattutto se amate il genere. Non abbiamo la certezza che sia finita qui. Ormai si finisce un film con la duplice impressione: può finire il tutto, oppure vedremo un sequel. La durata non è stucchevole ma, come detto, qualche soluzione narrativa fa storcere la bocca. L’attenzione a qualche dettaglio in più ci avrebbe regalato di certo un film da ricordare. L’impressione è che in alcuni ambiti si sia dato molto per scontato, non ricercando la qualità in favore di un successo che, inevitabilmente, ci sarà.
Ci sono molti messaggi importanti nel film: la maternità “di sangue” che va di pari passo con la maternità adottiva; il rispetto dell’ambiente in tutte le sue forme; non ultimo, il fatto che le tre protagoniste siano donne, nonostante le stesse abbiano smentito sia un effetto dei movimenti degli ultimi anni, non è un caso. I messaggi non sono tutto, però, in un film del genere, e qualcosa non torna. Ci sono tante cose ben gestite, ma più di qualcuna non lo è, e a lungo andare stona.
Maleficent: Signora del male
Voto - 7
7
Lati positivi
- Scrittura brillante
- Comparto tecnico
Lati negativi
- Gestione frettolosa di alcune dinamiche
- Mancanza di attenzione in alcuni settori