Downton Abbey: recensione del film basato sulla celebre serie televisiva britannica
Dopo aver lasciato i Crawley con la sesta stagione del 2015, li ritroviamo in attesa dei reali inglesi
Basato sulla celebre serie televisiva britannica, il film Downton Abbey diretto da Michael Engler ripropone le ambientazioni e le atmosfere della campagna inglese dello Yorkshire, nel XX secolo. Vengono riprese le vicende raccontate nell’ultima puntata della sesta stagione, uscita nel 2015 (sei stagioni, tra il 2010 e il 2015, per un totale di 52 episodi). Siamo sotto il regno di re Giorgio V e seguiamo le vicissitudini della famiglia aristocratica dei Crawley, che insieme alla servitù abitano la grande residenza di Downton. Nel film del 2019, i nobili si trovano a dover accogliere la famiglia reale nella loro dimora, e questo causerà non poco scompiglio e agitazione. Qui ci occupiamo della recensione di Downton Abbey.
La grande maggioranza degli attori del cast originale della serie riprende il proprio ruolo, per la gioia dei fan. Uno dei personaggi più amati è senza dubbio Violet Crawley, interpretata da Maggie Smith (la professoressa McGranitt nella saga di Harry Potter) e arzilla matriarca dalla battuta sempre pronta.
Nel corso delle sei stagioni, Downton Abbey ha ricevuto diversi premi. Ha vinto anche agli Emmy e ai Golden Globe, sia per la serie in sé che per gli attori che fanno parte del cast.
Violet Crawley: È una civetta intrigante!
Lady Bagshaw: Quante stupidaggini dici!
Robert Crawley: Mamma, non c’è il benché minimo bisogno di litigare!
Violet Crawley: Io non litigo, semmai spiego!
Indice
La trama – Downton Abbey recensione
Inghilterra, 1927. La dimora di Downton Abbey è invasa da agitazione e aspettativa: il conte di Grantham, Robert Crawley (Hugh Bonneville), riceve una lettera, nella quale viene comunicato che la famiglia dovrà ospitare il re e la regina in casa sua. La servitù viene informata e comincia a fantasticare su come sarà servire i pasti al re e sistemare gli abiti della regina. Quando si avvicina il fatidico giorno, la situazione diventa più complicata. Infatti Downton viene invasa dallo staff dei reali, che comincia a dare direttive ai servi dei padroni di casa; decidendo come gestire la casa, le cucine e tutto il ménage familiare.
I Crawley si ritrovano quindi impossibilitati a decidere, e vedono i loro domestici umiliati da quelli di Buckingham Palace. Come se non bastasse, Lady Mary (Michelle Dockery) è convinta che il loro maggiordomo, Thomas Barrow (Robert James-Collier), non sia pronto ad affrontare un evento simile. Così, chiede al signor Carson (Jim Carter), il maggiordomo storico della famiglia, di tornare temporaneamente. Anche Lady Violet (Maggie Smith) è preoccupata per la visita reale, che porterà all’arrivo di Lady Maud Bagshaw (Imelda Staunton), dama di compagnia della regina e cugina stretta di Robert.
Teme che Maud voglia lasciare tutti i suoi averi alla sua dama di compagnia, alla quale sembra molto legata. All’agitazione per i preparativi e al disaccordo dei dipendenti di Downton, che desideravano avere più voce in capitolo, si unisce un problema. La possibile presenza in casa di un assassino intenzionato a compiere un attentato alla vita del re Giorgio V. Riuscirà la servitù a cacciare gli invasori e accogliere al meglio re Giorgio V e la sua famiglia, evitando che il re venga ferito proprio in casa loro?
Il cuore della comunità
Nella nostra recensione di Downton Abbey, partiamo proprio da lei. Per tutti Downton è un’istituzione, una famiglia per la servitù e un rifugio sicuro. Quando Lady Mary esterna i suoi turbamenti alla nonna, le spiega che il denaro comincia a non bastare più per le spese della tenuta. Crede quindi che l’unica soluzione possibile sia vendere il terreno e trasferire la famiglia Crawley in una abitazione più piccola e comoda. Senza dover pensare a grandi ettari di proprietà e decine di dipendenti da pagare. La nonna Violet però la invita a ponderare bene la sua decisione. Fa leva sul fatto che Downton Abbey non è solo una casa, ma il cuore della comunità. Un punto di riferimento per la servitù, ormai al servizio dei nobili da molto tempo, e per gli abitanti della zona, che vedono la magione come un esempio di nobiltà, rispetto e condivisione.
Perché un edificio non rimane tale, se è riempito di persone, affetto, storia. Generazioni di una stessa famiglia hanno attraversato i suoi corridoi e hanno gioito, sofferto tra le sue mura. Una casa è simile a un corpo umano: i muri e le fondamenta sono lo scheletro portante. Ha bisogno di vita per esistere a sua volta. E così una panchina in giardino diventa il simbolo di rinascita dopo un periodo di amarezza; una poltrona in salotto racconta le chiacchiere civettuole delle signore all’ora del tè. Quando poi una casa ha valore non solo per chi ci abita, ma anche per chi la vive da esterno, è qui che si parla di istituzione. Ed è quello che è successo a Downton, che attraverso i legami affettivi è diventata speciale.
Considerazioni tecniche – Downton Abbey recensione
Per parlare della recensione del film di Downton Abbey, non possiamo non iniziare dalla splendida fotografia, a cura di Ben Smithard. Campi lunghi che mostrano le distese verdi della campagna inglese, tra vegetazione rigogliosa e delicati edifici in mattoni dal sapore vittoriano, che si stagliano nel mezzo. Giochi di luci ed ombre che avvolgono la mobilia e i tendaggi degli interni, arredati con classe ed eleganza. Anche i costumi giocano una parte fondamentale nella storia della serie, e di conseguenza del film. Si adattano al periodo storico, all’estrazione sociale e all’età dei personaggi, e compiono un percorso nello stile modaiolo del XX secolo.
Per quanto riguarda poi le inquadrature sugli attori, troviamo molti piani medi e primi piani sui visi, per catturare agevolmente le emozioni e gli stati d’animo. Non dimentichiamo la colonna sonora firmata da John Lunn, che permette allo spettatore di immergersi nuovamente nelle atmosfere ovattate e bucoliche della tenuta inglese. Se i fan possono ritrovare i personaggi che hanno amato dopo anni dalla conclusione della sesta stagione e giudicare il prodotto dettati dall’affetto, tuttavia si potrebbero riscontrare alcune problematiche della pellicola. Lo sceneggiatore Julian Fellowes scrive una storia lineare e semplice, ovvero l’arrivo della famiglia reale a casa Crawley che si conclude con un grande ballo.
Però le molteplici storylines sono poco approfondite e solo accennate, nel tentativo di condensare tante piccole trame complesse, adattate dal format della serie tv a un prodotto fatto per il cinema. Ne segue una quantità notevole di personaggi solo abbozzati e talvolta con storie poco rappresentative e coinvolgenti. I tempi comici di Lady Violet poi, amatissima dai fan della serie, qui sembrano forzati ed eccessivi. Un film che sicuramente celebra il successo di una serie entrata nel cuore di molti, ma che forse ha poco valore cinematografico se preso singolarmente.
Downton Abbey
Voto - 6
6
Voto
Lati positivi
- Fotografia
- Colonna sonora
- L'occasione per i fan di ritrovare i personaggi che amano
Lati negativi
- Troppi personaggi e storie parallele, per il "format film"
- Trama molto banale, che può risultare noiosa