The Lodge: recensione del film horror di Veronica Franz e Severin Fiala
La recensione dell'horror psicologico The Lodge
Negli ultimi due anni il genere horror si è rinnovato grazie a nomi come Ari Aster e Jordan Peele. La tensione e la paura psicologica sembrano essere tornati in scena grazie a storie ricercate e ricche di spunti riflessivi; pensiamo all’implicita critica sociale in Us ad esempio. Ari Aster ha addirittura provato a terrorizzare il suo pubblico con un film che si svolge completamente alla luce del sole. Pieni di speranze per il futuro apriamo il 2020 con The Lodge di cui vi proponiamo la nostra recensione in questo articolo.
Si tratta di un thriller horror psicologico diretto da Veronica Franz e Severin Fiala già noti per l’acclamato Goodnight Mommy del 2014. Un film con un cast di pochi attori, ambientato in poche location per una durata complessiva di 100 minuti. The Lodge racconta di un fratello ed una sorella che rimangono orfani della loro madre morta suicida. Poco dopo vengono obbligati a trascorrere le vacanze di Natale con il padre e la sua nuova e giovane compagna Grace. Qualcosa di misterioso e sinistro inizia però a risvegliarsi nella ragazza… Se siete curiosi di conoscere la nostra opinione proseguite con la lettura della nostra recensione di The Lodge.
Indice
The Lodge: la trama
Dopo il suicidio di sua moglie Richard (Richard Armitage) vuole far conoscere la sua nuova compagna Grace (Riley Keough) ai suoi due figli Aiden (Jaeden Martell, It) e Mia (Lia McHugh). Per rilanciare il nuovo nucleo familiare decide di trascorrere tutti insieme le vacanze di Natale nel suo chalet di montagna. A seguito di un impegno improvviso Richard è però costretto a tornare in città per qualche giorno. Grace rimane quindi da sola assieme ad Aiden e Mia nella casa di montagna.
I due bambini sono ancora troppo addolorati per la perdita della loro madre e pertanto mostrano diffidenza ed avversione nei confronti della nuova matrigna. Qualcosa di oscuro e di sinistro appartenente ad un passato misterioso sembra però improvvisamente risvegliarsi in Grace. Giorno dopo giorno Aiden e Mia notano sempre più stranezze ed un pericolo crescente. Isolati nel nulla in un paesaggio glaciale dovranno scoprire cosa sta accadendo e resistere fino al ritorno del padre.
The Lodge: la recensione
The Lodge è un horror che parte con delle premesse davvero promettenti per poi perdersi nei suoi stessi misteri e rituali. Ma andiamo con ordine. Il film cerca di spremere fino all’ultimo la psicologia dello spettatore facendo leva su una tematica ormai consolidata nel genere horror, il connubio tra religione e morte. L’elemento del verosimile è ciò che realmente è in grado di spaventare la nostra psiche; il meccanismo è sempre lo stesso.
Partiamo con il dire che a differenza di un Ari Aster che ambienta un horror sotto la luce del sole in mezzo a fiori colorati The Lodge segue i classici canoni di genere. L’elemento mai raffigurato in maniera esplicita ma avvertibile sulla scena per quasi l’intera durata del film è appunto la morte. In diverse scene numerosi sono i richiami alla vecchia signora a partire dal circostante paesaggio bianco e glaciale che sembra essere fatto di una materia eterea quasi fosse un limbo. In the Lodge inoltre c’è poca luce, tante tenebre e molto silenzio; l’intero chalet inoltre assomiglia più ad una bara gigante costruita con un massiccio legno scuro. Il colore è ridotto ai minimi termini.
The Lodge: analisi in breve
Il film si gioca tutte le carte del caso: dal tema religioso ai rituali, dal satanismo alla pazzia, dalla solitudine all’isolamento in una prigione naturale. Ne nasce un intreccio misterioso, prima appassionante poi stucchevole e fine a se stesso. The Lodge si perde nei suoi stessi enigmi e misteri che rallentano terribilmente il ritmo e la suspence del film caratterizzato da troppi alti e bassi. Sicuramente è una di quelle storie da rivedere più volte con estrema attenzione per cogliere più sfumature possibili.
Dopo la prima visione si ha comunque un quadro già abbastanza completo di quello che è il mistero principale del film. E non è assolutamente difficile da capire o immaginare. La fotografia, buia e claustrofobia come si conviene in questa situazioni, ricerca spesso prospettive kubrickiane specie negli angusti corridoi della casa nonché dutch-angles e punti di vista insoliti. C’è spazio inoltre per alcune interessanti citazioni come il chiaro riferimento del dipinto nel film ad uno dei capolavori del pittore Antonello da Messina.
Conclusioni
Al termine di questa nostra recensione ci sentiamo di dirvi che The Lodge, primo horror del 2020, è un film che raggiunge la sufficienza ma delude sotto diversi aspetti. Quella suspence che sembra salire alle stelle in alcune scene si perde poi improvvisamente nella parte finale del film dando spazio a momenti di vuoto e noia. L’appiattimento del ritmo ed i numerosi cali di tensione appiattiscono i misteri di una trama che perde sempre più di interesse. La scenografia e la scelta delle luci raggiungono in alcune scene un forte impatto emotivo e contribuiscono non poco al mood del film.
Per alcuni versi sembra voler percorrere la falsa riga di Hereditary anche se nel finale la storia si dimostra priva di solidi fondamenti. L’interessante background da cui parte il film non viene mai approfondito come dovrebbe togliendo anche senso a certi personaggi ed eventi della sceneggiatura. Alla fine dei 100 minuti The Lodge non mantiene le promesse e le premesse iniziali lasciando delusione ed un po’ di amaro in bocca. Un film che consigliamo solo agli amanti del genere.
The Lodge
Voto - 6
6
Lati positivi
- Ambientazione ed idea
- La suspense di alcune scene
- Troppi cali di tensione
- Stucchevole e ripetitivo nella seconda parte
Lati negativi