Dov’è la tua casa: recensione del film spagnolo originale Netflix
Un thriller psicologico è il nuovo film spagnolo distribuito da Netflix
Dopo Il silenzio della città bianca e Il buco, ecco arrivare su Netflix una nuova produzione spagnola, Dov’è la tua casa (Hogar), di cui vi presentiamo la nostra recensione. Questo nuovo film originale Netflix iberico è un thriller psicologico che ha per protagonista un villain che tanto ricorda il portiere Cesar di Bed Time, pellicola di successo di Jaume Balaguerò. Il film inoltre è ricco di citazioni e di richiami a temi al momento molto approfonditi in campo cinematografico. In primo luogo la scalata sociale e il conflitto di classe. A brillare particolarmente è però una riflessione sull’influenza della pubblicità sulle nostre vite.
Dov’è la tua casa è sicuramente una produzione migliore di tante altre che il colosso Netflix sforna senza sosta. Al tempo stesso, però, non è in grado di competere realmente con i film che prende continuamente come riferimento. Complice di questo è sicuramente una confezione quasi da film televisivo. Il risultato finale non è comunque da bocciare totalmente. I lati positivi ci sono ma procediamo con ordine.
Indice
Trama – Dov’è la tua casa recensione
Il film Netflix ha come protagonista Javier (Javier Gutiérrez), un pubblicitario di successo trovatosi all’improvviso senza lavoro. La recente crisi economica lo ha messo di fronte a una crudele realtà: uomini con più di quarant’anni costretti a ripartire, subendo umilianti colloqui. Javier non soddisfa i criteri delle aziende pubblicitarie: le sue idee sono superate, non è giovane, oppure, dato il suo curriculum, sarebbe troppo costoso. Nel frattempo cerca di mantenere il ricco stile di vita che si era riuscito a conquistare, rappresentato in particolar modo dal lussuoso appartamento con vista mozzafiato su Barcellona che ha in affitto.
Dopo l’ennesimo colloquio fallimentare, Javier è costretto ad accettare di perdere dei suoi privilegi. Insieme a sua moglie e suo figlio, lascia il lussuoso appartamento per un altro più modesto, in una zona della città più popolare. Javier però non è intenzionato ad accettare una tale mortificazione, vedendo anche la moglie accettare un lavoro da commessa e il figlio preso in giro per la sua obesità. La perdita della casa ha rappresentato per lui la perdita di uno stile di vita cui non riesce a rinunciare. Quell’appartamento diventa così un’ossessione e Javier, essendo ancora in possesso delle chiavi, decide di farvi ritorno. Vi troverà una famiglia agiata in apparenza felice ma con molte fragilità nascoste. Javier si insinuerà in questo nucleo familiare, sfruttando proprio quelle debolezze, per poter ottenere quello che più desidera: il ritorno all’unica vita che vuole.
Psicologia e pubblicità – Dov’è la tua casa recensione
Questa storia di invidia e di conflitti sociali è raccontata dal punto di vista del protagonista Javier, un villain per eccellenza. L’uomo infatti è mosso da sentimenti totalmente negativi, come l’invidia e la gelosia, è calcolatore e senza scrupoli, desideroso unicamente di riavere quello che vuole. Addentrandosi nella spietata e fredda mente del protagonista, il film segue pian piano il suo progetto macchinoso che lo conduce verso il suo oggetto del desiderio. Seminando nel frattempo i risultati della sua crudeltà e delle sue capacità da pubblicitario, in grado di ingannare facilmente le sue vittime.
Il desiderio di distruggere qualcuno di più felice e appagato ricorda tanto ciò che muove le azioni di Cesar, il protagonista dell’ottimo Bed Time del 2011. Dov’è la tua casa però opera anche una riflessione importante sulla pubblicità e i suoi effetti sulla gente. Javier nella sua vita non ha fatto altro che illudere, creando spot che promettevano una bella vita acquistando ad esempio un semplice elettrodomestico. Lo stesso Javier sembra essere caduto in quelle stesse illusioni e la perdita del suo status symbol, e soprattutto della casa perfetta, genera in lui un meccanismo malato di invidia e di ansia sociale. Spesso il film inserisce piccole sequenze “in stile Mulino Bianco” proprio per dimostrare l’ideale di vita che ha in mente il protagonista.
Tanti modelli e riferimenti
Dov’è la tua casa si inserisce, per via delle sue caratteristiche principali, in un filone già abusato in cui i modelli di riferimento sono tanti. Javier ricalca per molti aspetti il protagonista di Bed Time; il desiderio di scalata sociale e il conflitto di classe ricordano invece molti altri titoli, in primis il recente vincitore del premio Oscar come Miglior Film, Parasite. E proprio questo viene preso a modello per quanto riguarda la casa come simbolo di realizzazione sociale. Inoltre, in diverse scene, il film riprende una famosissima inquadratura di Fight Club.
I modelli e i riferimenti del film Netflix sono quindi diversi, ma si riesce a stare al passo di questi? La risposta è no. Escludendo la riflessione sulla pubblicità e i suoi effetti, i temi principali sono trattati in modo non innovativo. In più, se osserviamo il film da un punto di vista tecnico, si rimane delusi perché il tutto è nella media, forse anche leggermente al di sotto. Nella sceneggiatura, assolutamente lineare, ci sono anche alcune pecche che non passano inosservate, a partire dalla credibilità delle scelte di alcuni personaggi. A rappresentare il valore aggiunto del film è l’interpretazione del protagonista. Javier Gutiérrez, premio Goya come Miglior Attore per La isla minima e Il movente e visto anche in progetti internazionali come Assassin’s Creed, è un interprete davvero capace. Tramite il suo lavoro, sono rappresentati al meglio la cattiveria, l’ambizione, la freddezza e la cinicità del suo personaggio.
Considerazioni finali – Dov’è la tua casa recensione
Concludendo la nostra recensione di Dov’è la tua casa, si può affermare che in sostanza il giudizio sul film non può essere né totalmente negativo né totalmente positivo. Questo nuovo prodotto Netflix prende temi cinematografici molto caldi in questo periodo e vi costruisce una trama thriller che risulta alla fine convenzionale. Prendendo a riferimento ottimi prodotti cinematografici, non riesce a fare uno sforzo in più per essere originale e di buon livello. Lo sguardo sulla pubblicità e i suoi effetti sulla psicologia del protagonista sono però interessantie e in grado di tenere viva l’attenzione del pubblico, insieme alla trama thriller.
Se operiamo, infine, un confronto tra cast e comparto tecnico ci troviamo di fronte a due elementi opposti. L’interpretazione di Javier Gutiérrez è vincente ma si scontra con una regia e una qualità da prodotto televisivo, che purtroppo delude. I registi di Dov’è la tua casa, Alex e David Pastor, costruiscono quindi un film in grado di essere un gradino sopra a prodotti veramente mediocri della piattaforma Netflix. Al tempo stesso però si trova un gradino sotto a pellicole spagnole molto più interessanti, sfornate sempre dal colosso dello streaming (ad esempio Il buco).
Dov'è la tua casa
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Lo sguardo sugli effetti della pubblicità sulla psicologia del protagonista
- L'interpretazione di Javier Gutiérrez
Lati negativi
- Il film ha una confezione da prodotto televisivo
- Non riesce a fare uno sforzo in più, rimanendo troppo legato ai suoi modelli di riferimento