Snatch-Serie TV: la recensione della serie ispirata al cult di Guy Ritchie
Se vi considerate fan sfegatati del film Snatch-Lo strappo (di cui abbiamo già fornito una recensione qui) diretto da Guy Ritchie, sappiate che c’è qualcuno che lo è più di voi; tanto da trasformare il cult in serie TV sulla falsariga di serie come Fargo e Romanzo Criminale, ispirate agli omonimi film.
London Calling
Precisiamo subito una cosa: a differenza delle due serie succitate, Snatch non possiede la qualità del film da cui è tratto.
Targata Crackle e uscita in italia l’ 11 ottobre 2017 sulla piattaforma on demand TIMvision, Snatch-La serie non può ritenersi all’altezza di altre serie mandate in onda quest’anno (The Handmaid’s Tale, American Gods e Mindhunter) ma, pensandoci, non è la gloria lo scopo dei dieci episodi ideati da Alex De Rakoff, alla sua prima scrittura di una serie TV.
L’obiettivo è intrattenere il pubblico e la serie ci riesce, cosi come ci riuscì il film ormai 17 anni fa.
La città è sempre quella, la Londra criminale, ma trama e personaggi cambiano. Albert Hill (Luke Pasqualino), figlio del noto criminale Vic Hill (Dougray Scott) chiuso in prigione, si affaccia al cammino intrapreso dal padre attraverso piccole truffe, accompagnato dai suoi amici Charlie Cavendish Scott (Rupert Grint, il Ron Weasley di Harry Potter) e Billy Ayres (Lucien Laviscount). Charlie è un combinaguai proveniente da una decadente famiglia di alto lignaggio, Billy è un pugile molto abile che vive in una piccola e sporca stanzetta.
I tre conoscono Lotti Mott (Phoebe Dynevor), ragazza affascinante e furba che, per vendicarsi del rude fidanzato, uno spacciatore, rivela ai ragazzi la strada che avrebbe percorso il furgone contenente dei soldi destinati all’irascibile delinquente. Per un equivoco, i nostri fortunati rapinatori si imbattono in un carico di lingotti d’oro appartenuti a molte gang di criminali londinesi. Al gruppo si unisce la ricettatore Chloe Cohen (Stephanie Leonidas).
Da qui inizia una serie di esilaranti eventi che coinvolgono poliziotti corrotti, la famiglia di Albert e criminali internazionali.
Serie e FIlm
L‘internazionalità dei personaggi era una caratteristica tipica del film e qui viene ripresa in quasi tutte le etnie presenti nella pellicola, dagli zingari agli ebrei. Questi personaggi sono delle vere e proprie caricature della nazionalità che rappresentano, esaltate fino al limite del ridicolo.
E’ proprio la ridicolezza delle scene che fa scappare la risata (memorabile il trio di ebrei festaioli che se la spassano come matti) ma a volte si ha l’impressione che l’assurdità sia l’unica soluzione per ottenere qualcosa che interessi, a differenza del film in cui al ridicolo si aggiungevano altri elementi che attiravano l’attenzione.
L’assurdo è in tutto: nei dialoghi (consigliata la visione in lingua originale, opzione purtroppo non disponibile su TIMvision), nelle impensabili relazioni tra gli eventi, nelle scene di azione, tra cui sparatorie ad alto, altissimo tasso di mortalità. Tutto ciò montato come il film insegna, usando tecniche quali lo slow motion, zoom a raffica e flashback all’apertura di ogni episodio. Anche la fotografia ricorda quella del film, anche se i colori hanno un contrasto minore.
Oltre al ridicolo
Temi sui quali riflettere, comunque, ce ne sono. In prima linea l’amicizia, vero collante del gruppo e protagonista di scene all’insegna della giovinezza e della spensieratezza; il rapporto padre-figlio rappresentato da Albert, che si è sentito sempre trascurato e sottovalutato dal padre e da Vic, troppo avaro per pensare alla famiglia; l’avidità raffigurata dall’oro; la difficile situazione in cui si trovano molti ragazzi per cui è complicato uscire dall’ambiente criminale in cui hanno vissuto, portandoli a rassegnarsi: la rassegnazione è evidente nei dialoghi tra i genitori di Albert in cui si ricordano le avventure criminali di Vic quasi con nostalgia e serena consapevolezza che l’illegalità è parte indissolubile della famiglia.
Note di merito agli attori: dai più celebri, primo fra tutti Rupert Grint (già distaccatosi dal ruolo di Ron Weasley in alcuni film), Dougray Scott (famoso in Gran Bretagna) e Luke Pasqualino (Skins) alle felici scoperte Phoebe Dynevore e Lucien Laviscount (interpreti di ruoli minori in altre serie televisive). Meglio, comunque, non scomodare il cast del film, che comprendeva, tra gli altri, Brad Pitt, Benicio del Toro e Jason Statham.
Azzeccata anche la soundtrack, a partire dalla sigla. Tra i pezzi spiccano quelli di Rag’n’Bone Man e degli X Ambassador che svolgono a dovere il lavoro di gasare lo spettatore durante le scene più incalzanti.
Serie da vedere?
In conclusione, si tratta di un prodotto che va visto così come la famiglia di Albert ricorda le vicende di Vic: con nostalgia, chiudendo un occhio sui difetti, con tanta spensieratezza e consapevoli che Snatch si meritava un omaggio come questo. Con queste premesse vi assicuro che questa “rimpatriata” strapperà un sorriso anche a voi.
Qui vi posto il trailer:
Snatch - Serie TV: la recensione della serie ispirata al cult di Guy Ritchie
Rating - 7
7
The Good
- Risate assicurate
- Molti elementi ripresi dal film
- Cast meritevole
The Bad
- Alcune scene sono un po' troppo ridicole