La vita di Adele: Il Blu è un Colore Caldo – Recensione
Eccoci con la Recensione de La Vita di Adele, pellicola del 2013 diretta da Abdellatif Kechiche, tratta dal romanzo Il blu è un colore caldo di Julie Maroh, che stavolta partecipa al soggetto. Il film ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes del 2013.
Aldilà dell’adolescenza
Ci troviamo a Lille. Adele è un’adolescente di quindici anni abbastanza grezza, con una verace passione per il cibo, che addenta come fosse un maschiaccio, e con la voglia di addentrarsi nelle prime esperienze amorose. Un suo compagno di scuola, Thomas, si invaghisce di lei e le fa la corte: la ragazza si concede ma senza mai appassionarsi sul serio. Adele si infatua, invece, di una ragazza con i capelli blu, Emma, che incontra dapprima per strada e poi in un locale gay. Il suo sguardo, tutto ad un tratto, diventa interessato: la scoperta di ciò che vi è oltre l’adolescenza diventerà fondamentale per Adele.
Una regia sensuale
Abdellatif Kechiche, che già con “La Schivata” del 2003 aveva dimostrato una spiccata dote nel dirigere le dinamiche insite nei rapporti giovanili, adotta una regia molto originale. Per lo più vi sono primi piani stretti sui personaggi, ma ancora più interessante è il modo con cui il regista tunisino, naturalizzato francese, inquadra Adele. Lavorare con un’attrice dal corpo sinuosamente erotico era una scelta fondamentale nel lavoro del casting: Adele Exarchopoulos – che interpreta Adele – è perfettamente in linea col personaggio. E Kechiche la tratta in maniera molto sensuale, soprattutto nella prima parte, ovvero il primo capitolo della pellicola. Una regia che va a lavorare sugli occhi degli attori, rimanendo assai sui personaggi, seguendoli passo passo. La differenza tra gli sguardi della protagonista è emblematica: Adele, con Thomas, sembra avere un’espressione spenta – «Mi sembra di fare finta» dirà lei stessa ad un suo amico – mentre con Emma si trasforma in una ragazza particolarmente interessata, vogliosa di capire cosa si nasconde dietro quella misteriosa giovane dai capelli blu alla Kate Winslet in “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”. Ecco che, dunque, la scoperta della sessualità passa attraverso le diverse alterazioni dello sguardo. La sequenza lesbo, dall’importante durata, entra di diritto tra le scene di sesso più belle della storia del cinema.
I riferimenti letterali
La Vita di Adele è un film di intenzioni, di sguardi, di sorrisi. Uno dei suoi punti di forza risiede nella struttura metaletteraria: dalla tragedia di Antigone alla vita di Marianna. D’altronde, Antigone è un personaggio dalla grande forza d’animo, che deriva dalla sua stessa esperienza di vita: Antigone appare, nell’antefatto della tragedia, l’unico personaggio con il coraggio e la forza di accompagnarsi, fra umiliazioni e patimenti di ogni tipo, ad Edipo. All’interno de “La vita di Marianna” di Marivaux vi è una distanza colmabile ed una da colmare: dinamiche che entrano direttamente in contatto con la vita della protagonista. Ma i riferimenti non finiscono: nella pellicola c’è anche un accenno di pensiero cattolico benpensante, anch’esso come gli altri esplicato durante una delle lezioni scolastiche. «Tutto ciò che è vizioso è naturale», ma la chiesa pensa di dover allontanare il vizio, che porta alla violazione della purezza.
La vita di Adele Exarchopoulos
Un’attenta riflessione la merita l’Adele personaggio ed attrice. Abbiamo già detto che il corpo doveva essere fondamentale in questo film, e la scelta di casting è stata a dir poco azzeccata. Col personaggio di Adele si può anche non empatizzare, dato il suo carattere assai particolare e la sua vita altalenante, in adolescenza e non. Ma appassiona per come viene messo in scena dalla straordinaria attrice, estremamente oculata nel trasferirci quelle sensazioni di inadeguatezza in alcune situazioni di vita, di gioia amorosa e di sensualità prorompente. Non a caso, l’attrice è più grande dell’età scenica che richiedeva La Vita di Adele. Soprattutto era impresa ardua passare da un registro adolescenziale, con tutti i problemi che essa scaturisce, ad un altro diametralmente opposto: un’adulta al cospetto di una relazione che forse non va più a gonfie vele. L’attrice Adele Exarchopoulos è pazzesca nel restituirci tutte le caratterizzazioni di questo originalissimo personaggio.
Due donne, Due Uomini, Due Tutti
La Vita di Adele, nel secondo capitolo, racconta semplicemente di quanto può essere complicato gestire una relazione di lungo periodo. Attua il processo attraverso due donne, che potevano benissimo esser due uomini, come un uomo ed una donna, ed è probabilmente il modo più pulito e sincero per trattare in una pellicola, come nella vita, quel che si innesta dopo tanto tempo in una coppia. E le dinamiche che nascono sono le stesse, per tutti.
Rating - 7
7
The Good
- Regia Sensuale
- Riferimenti Letterali
- Scelta del Cast
- Trattazione della Tematica Sessuale