Gomorra – La serie: l’Acheronte attraversa Secondigliano ad inizio terza stagione
Gomorra – La serie è tornata. In anteprima due episodi della nuova stagione sono stati proiettati in più 300 sale cinematografiche. Noi di Filmpost abbiamo colto al volo l’occasione e vogliamo darvi il nostro parere; ecco la nostra riflessione sull’inizio di questa terza stagione di Gomorra.
Le seguenti riflessioni su i due episodi della terza stagione di Gomorra potrebbero fare riferimento a fatti interpretabili come SPOILER!
Si aprono le porte dell’inferno
Il finale di stagione, di una delle più grandi serie tv italiane mai realizzate, aveva lasciato tutti attoniti. La terza stagione di Gomorra riparte proprio dalla quiete dopo la tempesta. Quello che abbiamo visto fino ad ora potrebbe però essere solo l’occhio del ciclone. Un ciclone che sembra volerci scaraventare in un inferno dantesco. Nella sequenza iniziale la macchina da presa segue il corpo senza vita di Don Pietro Savastano (Fortunato Cerlino). Lo spettatore accompagna in questo ultimo viaggio il carismatico boss; un viaggio che ci fa sentire il fiato di Caronte sul collo. Il Traghettatore di anime accompagna il capo famiglia all’inferno. Lo spettatore li segue e vede spalancarsi le porte dell’inferno.
Lungo l’Acheronte che attraversa Secondigliano, noi spettatori privilegiati possiamo ammirare le vicissitudini dei dannati. Dannati che abitano questa terra inospitale, di criminalità e povertà. Lo spettacolo che si apre in questa terza stagione di Gomorra però presenta un inferno dantesco sottosopra. Siamo immersi subito nel XXXII canto dell’inferno, quello dei traditori contro i parenti. Infatti le fila di Gomorra riprendono dal tradimento di Gennaro Savastano (Salvatore Esposito), mandante dell’omicidio del padre da parte di Ciro Di Marzio (Marco D’Amore). In un interessante lavoro meta recitativo, Genny dovrà fingere uno spirito vendicativo nei confronti degli assassini del padre. Il personaggio di Salvatore Esposito è ormai il nuovo boss; deve immediatamente colmare il vuoto di potere lasciato dal padre. Deve impedire che Scampia e Secondigliano scoppino come polveriere per una guerra di potere. E come lo fa? Tradendo ancora la famiglia, mentendo a tutto il clan Savastano e affiliati.
Il contrappasso della terza stagione di Gomorra
Per la legge del contrappasso nel IX cerchio dell’inferno i traditori, non importa nei confronti di chi, sono immersi nel lago Cocito. Un lago ghiacciato. E in questo inizio di stagione i nostri protagonisti sono colorati da una fotografia grigia, spenta, fredda, glaciale. In particolare nella prima puntata, i personaggi sembrano immersi nel ghiaccio. I volti sembrano congelati; la rabbia, l’amore, il dolore sembrano essere soffocati da corpi che non possono esprimersi perché bloccati. I personaggi si muovono lenti e stanchi.
Tutto il comparto tecnico è al servizio del contrappasso. Il montaggio non è per nulla frenetico, anche nelle scene di sparatorie, è sempre lineare e ad ampio respiro. L’uso del montaggio alternato è parsimonioso, si segue una solo linea narrativa e si rallenta il racconto. Così anche la macchina da presa si muove a piccoli passi, anche la macchina a mano non aggiunge action a questa storia ghiacciata e agghiacciante.
In questo girone infernale tuttavia i dannati sembrano essersi ambientai. Don Gennaro riuscirà finalmente in questa terza stagione di Gomorra a sostituire il padre Pietro al comando? E’ ancora presto per dirlo. Certamente tutte le forze di Genny sono dirette alla creazione di una nuova famiglia, in cui lui è il capo. Nemmeno la moglie, Azzurra, riesce a scampare alla tentazione del tradimento, complice fino in fondo di Gennaro sembra pronta ad essere la nuova Donna Imma. Così si riallacciano i fili della prima stagione di Gomorra, in cui abbiamo una famiglia e un clan che vogliono tutto. Un loop, in cui la bramosia di potere potrebbe portare i Savastano a piegarsi di nuovo.
L’Acheronte bagna l’Est Europa
L’episodio successivo (che è in realtà il numero 3) della terza stagione di Gomorra è incentrato totalmente su l’altro personaggio principale, Ciro di Marzio. Una vita di distrutta, una famiglia annientata per le sua bramosia di potere. Egli dice chiaramente a Gennaro che è arrivato il momento di espiare i peccati, deve soffrire perché si sente lui stesso responsabile della morte della figlia. Ed eccolo li Ciro, in una non ben definita periferia dell’Est Europa a lavorare per la malavita. E se forse la colpa più grande di Ciro è stata il “voler troppo”, la sua avidità e avarizia non scampano a legge del contrappasso.
Se gli avari erano costretti nel IV cerchio a trascinare pesi con la forza del petto, Ciro in questo episodio deve trascinare i suoi pesi. Fisicamente, egli è ridotto a soldato di ventura di questo clan dei Balcani e come soldato ha i compiti più ingrati da svolgere. E’ considerato una nullità, uno schiavo al servizio del padrone, che trascina massi. Inoltre in questo inizio della terza stagione di Gomorra egli deve trascinare i suoi pesi morali. Non riesce a non sentirsi responsabile per la morte della figlia Maria Rita; un peso che visivamente lo piega e schiaccia la sua personalità riducendolo ad una macchietta.
“Il potere logora chi non ce l’ha”, sembra la costante di questo nuovo inizio di Gomorra – La serie. Una costante che spingerà Ciro a risalire il fiume dei dannati per tornare a Napoli; una costante che fa leggere fra le righe i “piani di conquista” di Genny e che si svilupperanno nelle prossime puntate.
Conclusioni su questo inizio della terza stagione di Gomorra – La serie
Questo inizio sembra far salire le aspettative su questa serie tv, vero gioiello della produzione nostrana. La carne al fuoco è tanta e di “qualità”. Ci auguriamo che il livello di questo inizio rimanga costante in questa terza stagione di Gomorra. Aspettiamo con ansia l’arrivo di nuovi dannati non presenti nelle stagioni precedenti; aspettiamo di vedere cosa decreterà la legge del contrappasso in futuro. Questo inizio lascia presagire che difficilmente qualcuno riuscirà a sfuggire all’espiazione dei propri peccati.
Infine Gomorra – La serie è rimasta “orfana” della mano del regista Stefano Sollima, ma fortunatamente la qualità della direzione è rimasta altissima. In particolare i dolly che si aprono sulle ambientazioni sono perfettamente funzionali a mostrarci i gironi dell’inferno dantesco; un inferno ancor più decadente che nelle precedenti stagioni.
Noi di Filmpost continueremo ad accompagnarvi fino alla fine di questa infernale terza stagione di Gomorra. Stay Tuned!
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