Le 5 saghe che non dovevano continuare secondo FilmPost
Quali sono le saghe che sono state spremute fino all'osso pur di ricavare qualche soldino in più?
Nel mondo del cinema spesso è capitato di trovarsi di fronte a sequel di film che sembravano già conclusi. Basti guardare alla trilogia di Ritorno al Futuro, Il Padrino o anche Matrix. Il primo capitolo di queste saghe cinematografiche poteva benissimo essere un film stand-alone e non necessitava di un seguito. Ciò nonostante se non l’avessero fatto non avremmo mai avuto un capolavoro come Il Padrino – Parte II. Ma allora è sempre giusto fare sequel? A quanto pare no e in questo articolo vi proponiamo le 5 saghe cinematografiche che non dovevano continuare.
Nell’industria cinematografica odierna la produzione di un seguito spesso viene decisa in base al successo della pellicola piuttosto che sulla necessità di approfondire o meno quella determinata storia. In alcuni casi, i film vengono scritti in modo tale da lasciare porte aperte ad un possibile sequel nel caso gli incassi siano buoni. Purtroppo però, questo modo di pensare ha portato le major a riesumare brand che avevano già detto tutto ciò che avevano da dire, finendo per rovinare tante saghe che fino ad allora erano considerate iconiche.
Indice
- Star Wars: la nuova trilogia
- Jurassic Park: mutazioni genetiche e Xenomorfi
- Pirati dei Caraibi: il comico Jack Sparrow
- Terminator: un futuro troppo incasinato
- Transformers: al limite dell’esagerazione
Star Wars: la nuova trilogia – Le saghe che non dovevano continuare
Guerre Stellari è l’esempio per eccellenza di sequel geniali. Se George Lucas non avesse approfondito la storia della galassia lontana lontana, non avremmo mai avuto un film del calibro de L’impero colpisce ancora. Anche dopo la conclusione della prima trilogia però, Lucas decise che Star Wars aveva ancora qualcosa da dire e ideò la trilogia prequel. In questo modo i 6 film andavano a comporre la storia di Anakin Skywalker, il prescelto che era passato al Lato Oscuro ma che alla fine aveva riportato l’equilibrio nella Forza. Il motivo per cui la saga di Star Wars non doveva continuare è che la storia si era conclusa. La sola idea di una trilogia sequel andava a minare il senso dei 6 film precedenti. Se Anakin ha riportato la pace e l’equilibrio, ma ciò nonostante un’altra minaccia incombe dietro l’angolo, allora cosa ha fatto davvero Anakin?
Il vero problema però non è l’idea dei sequel, ma il modo in cui questi sono stati gestiti. Episodio VII, VIII e IX vanno a distruggere quanto era stato creato dalle saghe precedenti. Se la storia fosse continuata in maniera coerente, forse questa nuova trilogia non sarebbe in questo articolo, ma purtroppo non è così. Episodio VII – Il risveglio della Forza è una riproposizione del primo film della saga, ma fin qui ci può anche stare, è pur sempre il primo capitolo di una trilogia, i problemi arrivano dopo. Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, sembra essere un film scollegato da quello precedente e per quanto, preso singolarmente, sia uniottima pellicola, come secondo capitolo non funziona. E infine Episodio IX – L’ascesa di Skywalker, che nel tentativo di mettere una pezza ai precedenti errori, finisce per peggiorare la situazione andando ad essere la pessima conclusione di una saga già conclusa.
Jurassic Park: mutazioni genetiche e Xenomorfi
All’epoca della sua uscita Jurassic Park fu un grande successo. Mostrare su schermo dinosauri che davano la caccia agli umani era un qualcosa di totalmente nuovo e mai visto. Dato il successo del primo film, si decise di fare un seguito, Il mondo Perduto. Per quanto fosse un’ottima pellicola però, il secondo capitolo non era all’altezza del primo, mancante anche del fattore novità che aveva contribuito al suo successo. Ciò nonostante, gli incassi al botteghino erano ancora alti e così si decise di procedere per un terzo capitolo, stavolta però senza la regia di Spielberg. Jurassic Park 3 si confermò essere il più debole della saga e non fu apprezzato molto dalla critica. Dopo le prime due pellicole, i dinosauri non avevano più il fascino della prima volta e mostrare di nuovo una situazione similare a quelle precedenti non era di certo la mossa giusta. La saga fu considerata conclusa.
14 anni dopo eccoci di nuovo al cinema a riguardare dinosauri che danno la caccia agli esseri umani in un parco divertimenti, cosa cambia? Il titolo. Jurassic World, come per Episodio VII, è una riproposizione del primo Jurassic Park con qualche lieve cambiamento. Il tema centrale di Jurassic World infatti è ora la mutazione genetica. Riproporre una quarta e una quinta volta ancora la stessa cosa sarebbe stato eccessivo e così la saga si è evoluta o per meglio dire, è stata snaturata. Questo brand aveva dato già tutto nei primi due capitoli, tanto che persino il terzo fu considerato un esperimento forzato ma per battere il ferro finché è caldo si è deciso di proseguire. Nel farlo però, hanno deciso di cambiare tutto e il risultato sono dei dinosauri simili a degli Xenomorfi che con i precedenti film non hanno nulla a che fare.
Pirati dei Caraibi: il comico Jack Sparrow – Le saghe che non dovevano continuare
Pirati dei Caraibi è sicuramente una saga che ha contribuito ad accrescere la fama di Johnny Depp. In seguito ai recenti scandali però vari rumors affermano che la Disney stia pensando ad un sostituto di Jack Sparrow per un ipotetico sesto film. Ma c’è davvero bisogno di un sesto film? Pirati dei Caraibi purtroppo rientra tra le saghe che non dovevano e che non dovrebbero continuare. Il primo film, La maledizione della Prima Luna, fu un successo straordinario e valse persino la candidatura agli Oscar per Johnny Depp. La Disney allora decise di avviare la produzione in simultanea di due sequel che furono girati contemporaneamente. La maledizione del forziere fantasma e Ai confini del mondo, consacrarono Pirati dei Caraibi come una delle migliori saghe Disney. La trilogia si chiudeva con un degno finale per tutti i personaggi, lasciando però degli spiragli per Jack Sparrow.
Dal quarto capitolo in poi purtroppo la saga inizia una vertiginosa discesa. I nuovi personaggi non reggevano il confronto con i precedenti e persino la trama non era così avvincente. Dopo un quarto capitolo senza Orlando Bloom e Keira Knightley, si decise di tentare di nuovo e riportare gli attori nella saga. La vendetta di Salazar però ha sparato il colpo che ha affondato il brand. Come nei casi precedenti, i personaggi avevano già fatto il loro corso. Persino Jack Sparrow, il più iconico, nel quinto film viene ridotto ad una macchietta e la sua unica funzione è quella di comic relief. Ancora una volta una saga che aveva raggiunto alti livelli con una trilogia iniziale, è stata sfruttata più del dovuto e l’idea di un ulteriore sesto capitolo fa davvero paura.
Terminator: un futuro troppo incasinato
Un robot venuto dal futuro per uccidere la madre del prossimo leader dei ribelli nella lotta contro le macchine. Azione, suspense, fantascienza, nel primo Terminator c’era di tutto. 6 anni dopo arriva il sequel, James Cameron ribalta la storia creando un seguito anche migliore del primo. Come al solito però, il successo non basta mai. 12 anni dopo ecco tornare Terminator per una terza volta, riproponendo una trama già vista, senza la regia di Cameron. La pellicola fu accolta positivamente ma non raggiunse i livelli dei capitoli precedenti. Il maggiore difetto era la mancanza di novità. Schwarzenegger che spara razzi e distrugge tutto può andare bene due volte ma alla terza inizia ad annoiare. Come il robot del primo film, anche la saga sembrava non morire mai e altri 6 anni dopo arriva Terminator Salvation. Il contesto del film è un tantino diverso rispetto ai precedenti, ambientandosi nel futuro.
Qui viene mostrata la guerra tra gli umani e le macchine. Tentando di cambiare le carte in tavola hanno realizzato un Terminator che non è Terminator e per questo fu un flop. Da lì in poi la continuity del brand è stata resa ancora più confusionaria con Genesys che doveva essere un reboot della saga, ma che fu un altro flop, e poi il recente Destino Oscuro. L’ultimo Terminator dovrebbe inserirsi dopo il secondo e cancellare gli altri film della saga, e detta così risulta già confusionaria. In base a quanto scritto sopra, c’è una costante in queste operazioni: quando mancano le idee si ripropongono i vecchi successi. Così come per Star Wars e Jurassic Park, Terminator – Destino Oscuro è stato una riproposizione dell’iconico secondo capitolo. Inevitabilmente il film è stato un flop e l’ennesima prova che la saga di Terminator era terminata da un pezzo.
Transformers: al limite dell’esagerazione – Le saghe che non dovevano continuare
La saga di Transformers non ha mai brillato per qualità e forse rientrerebbe nella lista delle saghe che non dovevano iniziare. Scherzi a parte però, i Transformers sono sempre stati dei grandi blockbuster senza troppe pretese. Film sulla falsa riga di un Fast & Furious, che si guardano per spegnere il cervello e godersi dei robottoni che si pestano tra di loro. Però, a tutto c’è un limite. I primi tre film, sempre diretti da Michael Bay, si limitavano a rappresentare l’incontro tra l’uomo e i Transformers e le sue conseguenze. Sam Witwicky, interpretato da Shia LaBeouf e le sue avventure insieme a Bumblebee e Optimus Prime, nulla di più, nulla di meno. I problemi infatti, iniziano dal quarto capitolo in poi.
Transformers – Age of Extinction era sicuramente il primo tassello di un progetto più grande, forse troppo grande. Se i primi tre film cercavano di mantenere una coerenza e una certa “credibilità”, dal quarto in poi questa credibilità viene meno. Dinosauri robot, antichi ordini di cavalieri, stregoni e il cattivo principale che pur essendo morto due volte nel giro di 3 film, torna sempre. Dopo la prima trilogia, i creatori non sapevano più dove andare a parare. Tra errori di continuity e assurdità del tipo di Mago Merlino e il Drago-Transformer la saga ha iniziato a risentirne anche a livello di incassi. Nel 2018 si è tentata la strada del reboot, con un film incentrato su Bumblebee che però non ha incassato quanto i precedenti e così anche i Transformers sono caduti sotto i colpi dell’industria cinematografica.