Ezio Bosso e il cinema: le colonne sonore e il sodalizio con Salvatores
Ripercorriamo le principali tappe della carriera di compositore per il cinema del grande Ezio Bosso, scomparso a soli 48 anni
Anche il mondo del cinema si stringe intorno alla morte di Ezio Bosso. Il compositore e direttore d’orchestra è scomparso ieri, 14 maggio, nella sua casa di Bologna; aveva soltanto 48 anni. Da tempo affetto da una malattia neurodegenerativa, l’artista di origini torinesi aveva visto aggravarsi le sue condizioni nel corso del 2019. Ezio Bosso, con la sua attività di compositore, direttore d’orchestra e pianista, lascia un vuoto incolmabile nel mondo della musica. Ma forse non tutti sanno che Bosso si è distinto anche nel panorama cinematografico italiano, componendo colonne sonore per film di successo. È noto il suo sodalizio col regista Gabriele Salvatores, che ha affidato a Bosso le colonne sonore di diversi suoi film; tale collaborazione è valsa al compositore torinese la candidatura a ben due David di Donatello.
Numerose le pellicole alle quali il grande Ezio Bosso ha regalato le proprie musiche, che lo hanno reso un nome influente nel mondo del cinema. Ma proviamo a ripercorrere la carriera che ha legato indissolubilmente questo grande pianista (che con la sua sensibilità ha ispirato milioni di artisti e di appassionati) alla realtà cinematografica italiana. Ezio Bosso muove i primi passi nel mondo del cinema a soli 18 anni; collabora a piccole produzioni, dividendosi tra cortometraggi di giovani artisti torinesi e film muti commissionati dalla Cineteca di Bologna e dal Museo del cinema di Torino. Nel 1989 Ezio Bosso scrive la colonna sonora di Svelarsi al silenzio, corto diretto da Maurizio Bonino; nel 1995 compone poi le musiche di un altro corto, dal titolo Una casa poco solida.
Il debutto sul grande schermo – Ezio Bosso e il cinema
Ma è nel 1999 che arriva il debutto al cinema: Bosso compone la colonna sonora di Un amore, lungometraggio di Gianluca Maria Tavarelli con protagonisti Fabrizio Gifuni e Lorenza Indovina. Il film racconta una storia d’amore lunga diciott’anni, e ne scandisce fasi ascendenti e discendenti; la colonna sonora di Bosso accompagna l’evoluzione del rapporto tra i due protagonisti con forte carica emotiva, e il compositore riceverà il plauso unanime della critica. Registrato l’ottimo esordio, il cinema ribadisce la sua ammirazione per l’arte di Ezio Bosso: Tavarelli gli affida infatti la colonna sonora del film che girerà l’anno successivo, dal titolo Qui non è il paradiso (con Fabrizio Gifuni, Antonio Catania, Ugo Conti e Valerio Binasco). Il film, uscito nel 2000, è ispirato a un fatto realmente accaduto nella Torino del 1996.
In merito alla collaborazione tra musica e cinema, Bosso si era così espresso: Comincio a non credere più nell’autonomia di ogni singola arte. Le cose più interessanti vengono dall’influenzarsi vicendevolmente. Il cinema contemporaneo è fatto di questo […]. Si ha la possibilità di influenzare il montaggio stesso, e dunque il film. Nel 2001 è il regista Vincenzo Terracciano ad affidare a Bosso la colonna sonora di Ribelli per caso, commedia sociale ambientata in un turbolento ospedale napoletano. Le musiche di Bosso accompagnano con delicatezza e intensità i momenti di maggiore intimismo della pellicola, per esplodere laddove l’azione si fa impetuosa. Ma è nel 2003 che per Ezio Bosso arriva la svolta: Gabriele Salvatores lo chiama infatti per il film Io non ho paura.
Il sodalizio con Gabriele Salvatores
Bosso compone la colonna sonora del capolavoro di Salvatores: Io non ho paura, ispirato al romanzo di Niccolò Ammaniti, è ambientato in un’estate del 1978 sull’Altopiano delle Murge, in Puglia. Qui il piccolo Michele stringe un rapporto speciale con un suo coetaneo, prigioniero in una buca coperta di lamiere; incuriosito e preoccupato per le sorti dell’amico, Michele scoprirà una realtà troppo aspra per un bambino della sua età. Per Io non ho paura, Bosso scrive la musica per un quartetto d’archi; il lavoro varrà al compositore la prima candidatura al David di Donatello. Ma il sodalizio continua, e nel 2005 il compositore torinese firma la colonna sonora di Quo vadis baby, film di Salvatores tratto dal romanzo noir di Grazia Verasani; per questa pellicola, il Maestro Bosso arrangerà una propria versione di Impressioni di Settembre, della Premiata Forneria Marconi.
Dopo aver musicato Rosso come il cielo di Bortone e Il dolce e l’amaro di Porporati, sarà di nuovo Salvatores a segnare una tappa della carriera di Ezio Bosso; il regista gli affida la colonna sonora de Il ragazzo invisibile (2015), che varrà al compositore la seconda candidatura ai David. A proposito del suo approccio alla composizione per il cinema, Ezio Bosso rilasciò a Wired tali dichiarazioni: Un musicista, al cinema, è più un traduttore dei desideri dell’altro che del suo intimo sentire. All’inizio avevo composto qualche brano pensando alla sceneggiatura del regista, ma Gabriele mi ha detto “No, ferma tutto. Non hai capito, non desidero che tu mi faccia musica da cinema, io voglio la tua musica ispirata a me. Voglio che crei un’opera d’arte su di me“. E io, partendo da quest’idea, ho scritto questo lungo quartetto che si legava agli avvenimenti del film.