Artemis Fowl: recensione del nuovo film Disney diretto da Kenneth Branagh
Il nuovo film Disney tratto dal ciclo di romanzi per ragazzi di Eoin Colfer
In questo periodo, a causa del virus, molte pellicole che sarebbero dovute uscire in sala stanno approdando sulle piattaforme streaming; così la cara vecchia Disney ha deciso di lanciare su Disney+ Artemis Fowl, di cui vi proponiamo la nostra recensione. Diretto da Kenneth Branagh, che in passato ha già collaborato con Disney (Thor, Cenerentola), il film è tratto dall’omonima saga per ragazzi scritta da Eoin Colfer.
Artemis è un giovane dodicenne estremamente brillante, che si imbatterà nel segreto mondo dei fatati: elfi, goblin e spiriti che vivono nascosti sotto terra. Le basi per un buon fantasy ci sono tutte, ma nonostante questo il film non è proprio come ce lo aspettavamo; la produzione non è riuscita a gestire bene la mole di elementi presenti nei racconti di Colfer, finendo per gettare troppa carne sul fuoco. Nel cast troviamo il giovane Ferdia Shaw, Nonso Anozie e grandi nomi come Judi Dench, Colin Farrell e Josh Gad.
Indice
- Trama: il mondo dei fatati
- Un pessimo adattamento
- “Ah e finisce così?”
- Analisi tecnica
- Considerazioni finali
Trama: il mondo dei fatati – Artemis Fowl, la recensione
Artemis Fowl (Ferdia Shaw) è un giovane ragazzino geniale, fin troppo intelligente per la scuola. Vive con il padre (Colin Farrell) il quale gli ha sempre raccontato storie sul mondo dei fatati; gli esseri delle leggende irlandesi esistono davvero e vivono sotto terra. Una mattina il padre del ragazzo parte per un altro dei suoi lunghi viaggi, ma qualcosa va storto. Il giorno dopo il notiziario annuncia che il sospettato principale di alcuni dei più grandi furti di opere d’arte, Artemis Fowl Senior, è scomparso; poco dopo il ragazzo riceve una chiamata, una figura misteriosa ha rapito il padre e l’unico modo per riaverlo indietro vivo è consegnare l’Aculos, un antico manufatto elfico dal potere immenso.
Così Artemis grazie al suo fedele maggiordomo esperto di arti marziali Domovoi Leale (Nonso Aozie), troverà lo studio segreto del padre in cui sono conservate tutte le sue scoperte sul mondo dei fatati. Tra le varie cose il ragazzo trova il diario personale contenente tutte le informazioni riguardo elfi, nani e goblin. Grazie alla conoscenza contenuta in quel quaderno, Artemis Fowl metterà in campo un piano per rubare il manufatto più importante degli elfi, l’Aculos.
Un pessimo adattamento – Artemis Fowl, la recensione
Inizialmente si pensava che Artemis Fowl sarebbe stato l’Harry Potter della Disney. La pellicola però è un adattamento davvero pessimo. Il problema di Artemis Fowl è che cerca di trasporre su schermo nel giro di un’ora e mezzo una storia troppo vasta. Il film inizia con una piccola introduzione su chi sia il protagonista; dopo questi primi quindici minuti poi, si inizia a presentare una mole di personaggi, mondi, tecnologie e misteri che non vengono minimamente approfonditi. Il mondo dei fatati non è presentato; vediamo goblin, nani e altre creature che poi non tornano più nel film e Artemis inizia a scoprire cose che non avrebbe mai potuto conoscere. Guardando la pellicola sembra che manchi qualcosa. In un fantasy, il mondo che fa da sfondo alle avventure dei protagonisti è ciò che fa la storia.
In un film del genere, non basta dire che quegli esseri con le orecchie a punta siano elfi per presentare la razza. L’intera popolazione elfica è introdotta con una missione di soccorso: un troll ha invaso una piccola cittadina della Puglia, Martina Franca e rischia di far male a qualcuno. Tralasciando la bizzarra scelta della città, gli elfi entrano in scena senza un minimo di contestualizzazione e non riescono ad essere interessanti proprio perché privi di background. Stesso discorso vale per il villan; una figura incappucciata dal nome strano che ha bisogno dell’oggetto magico per conquistare il mondo. Senza un leggero approfondimento, quella che dovrebbe essere la minaccia non ha nessun effetto sullo spettatore. In questo modo nessun personaggio riesce a catturare l’attenzione; fatta eccezione per i goblin vestiti da rapper che sparano fuoco dalle narici, che però attirano per il motivo sbagliato.
“Ah e finisce così?” – Artemis Fowl, la recensione
Visto come è stato trattato il mondo di Artemis Fowl, ci si sarebbe aspettati maggior attenzione all’intreccio narrativo. E invece no. Esattamente come non vengono presentati i personaggi e il contesto che li circonda, così gli eventi accadono senza un nesso logico. La pellicola è piena di enormi incongruenze e situazioni che non vengono minimamente spiegate. Inoltre, sembra quasi che il film sia stato pesantemente tagliato durante il montaggio proprio a causa di questi buchi e falle logiche che rendono la visione davvero complicata.
Probabilmente il peggior difetto di Artemis Fowl è la sua durata. Un minutaggio così breve, 95 minuti, per una storia così grande è da folli. È palese che la trama si spinga un po’ più in là di ciò che vediamo; ma a causa della breve durata non sono riusciti a presentare tutto. Non a caso Harry Potter e la pietra filosofale durava 159 minuti o, se vogliamo esagerare, la versione cinematografica del primo Il Signore degli Anelli durava 178 minuti. Sia chiaro, questo non è un paragone; sarebbe impensabile mettere a confronto prodotti così diversi tra loro, sia nella struttura, sia negli intenti. Ciò che è chiaro è che il primo capitolo di una saga fantasy come Artemis Fowl non può avere durata così breve altrimenti si finisce per confondere tutto.
Analisi tecnica – Artemis Fowl, la recensione
Come già detto il film era previsto per la sala, ciò nonostante l’approdo su Disney+ è stata decisamente una scelta migliore. Gli effetti visivi non stupiscono più di tanto e in alcuni casi, anzi, fanno storcere il naso. Lo stesso vale per i costumi; sorvolando sui rapper goblin, il design degli elfi non ha nulla di accattivante e non viene spiegato perché ad un certo punto Artemis indossi giacca e cravatta come se fossero i suoi panni da supereroe. Ma l’aspetto più deludente è la regia. Kenneth Branagh non è di certo l’ultimo arrivato e ha girato per Disney anche il primo Thor e il remake live action di Cenerentola. Se con Thor non aveva convinto molto, l’atmosfera shakespeariana creata in Cenerentola non era affatto male.
In questo film però non è riuscito a dare il meglio di sé. Fatta eccezione per alcune scene spettacolari da un punto di vista visivo e per i titoli iniziali nel pieno stile di Branagh, neanche la regia riesce a sollevare il film. Le scene di combattimento sono piuttosto confusionarie e in generale non vi sono particolari sequenze degne di nota. Per quanto riguarda gli attori, Judi Dench è decisamente sprecata in un ruolo privo di spessore; discorso diverso invece per Colin Farrell, perfettamente in parte e per Josh Gad che forse è l’unico lato positivo del film. Il nano gigante interpretato dall’attore infatti, oltre a fare da narratore è uno dei pochi personaggi memorabili della pellicola.
Considerazioni finali
Sono passati più di sei mesi dal debutto di Disney+ e anche se, vista la situazione, è un po’ presto per giudicare, diciamo che escluso The Mandalorian, gli originals della piattaforma lasciano alquanto a desiderare. Artemis Fowl era previsto per la sala e quindi non fa parte di questi, ma è comunque finito su Disney+ e non ha fatto una bella figura. Come avrete capito, la pellicola non eccelle sotto nessun aspetto e sembra un insieme di cose scollegate tra loro.
La trama, i personaggi, il mondo che li circonda; nessuno di questi elementi è stato sviluppato a dovere e così il film ne ha risentito. Probabilmente la casa di Topolino aveva intenzione di costruire una nuova saga, considerando la mole di libri da cui attingere e anche il finale del film piuttosto aperto. Questa volta però credo che non vedremo un sequel e così Artemis Fowl rimarrà un pessimo tentativo di adattare una storia potenzialmente vincente.
Artemis Fowl
Voto - 4.5
4.5
Lati positivi
- Josh Gad e il suo personaggio
Lati negativi
- Trama del tutto confusionaria
- Nessun approfondimento dei personaggi e del contesto fantasy
- Effetti visivi un po' barcollanti