Ratched: recensione della nuova serie Netflix di Ryan Murphy
La serie originale Netflix spin-off di Qualcuno volò sul nido del cuculo
Correva l’anno 1975 e nelle sale cinematografiche usciva Qualcuno volò sul nido del cuculo, film leggendario diretto da Miloš Forman con protagonista Jack Nicholson. Uno dei personaggi più indimenticabili e terribilmente iconici del film è quello della spietata infermiera Mildred Ratched. Ratched, di cui vi proponiamo la nostra recensione in anteprima, racconta le origini dell’infermiera che nel film di Forman era caporeparto all’ospedale psichiatrico di stato di Salem. In Qualcuno volò sul nido del cuculo, Mildred Ratched aveva il volto di Louise Fletcher; per la sua straordinaria interpretazione, la Fletcher si aggiudicò il premio Oscar come miglior attrice protagonista nel 1976. In Ratched è Sarah Paulson a vestire i panni dell’infermiera, ancora all’inizio della sua carriera. La serie è ideata da Ryan Murphy ed Evan Romansky che firmano la sceneggiatura insieme ad Ian Brennan. Ratched arriverà su Netflix il prossimo 18 settembre.
Ratched è una serie drammatica carica di suspense e tensione ambientata nei primi anni del dopoguerra. Siamo nel 1947 quando Mildred Ratched arriva nel Nord della California per cercare lavoro all’ospedale psichiatrico di Lucia. Qui, il dottor Hanover sperimenta terapie all’avanguardia per curare i disturbi della mente umana. Mildred ha un misterioso piano da portare avanti ed è determinata a far fronte ad ogni ostacolo; si presenta come l’immagine dell’infermiera perfetta, devota, che si dedica anima e corpo alla cura dei suoi pazienti. Ma sotto un’esteriorità raffinata e impeccabile, l’infermiera Ratched nasconde una mente contorta e un passato carico di ombre. Nel cast, accanto a Sarah Paulson, Cynthia Nixon, Judy Davis, Jon Jon Briones, Finn Wittrock e Sharon Stone.
Indice:
Nurse Ratched – Ratched, la recensione
Quello di Mildred Ratched è senza dubbio uno dei personaggi cinematografici più iconici di sempre. Creata da Ken Kesey in One Flew Over the Cuckoo’s Nest è entrata nell’immaginario comune grazie alla trasposizione cinematografica del romanzo e alla magnifica interpretazione di Louise Fletcher. Sarah Paulson raccoglie dunque un testimone non facile; spetta a lei l’arduo compito di dar corpo alle origini di una figura che è un vero e proprio cult nel panorama dei villain. Compito che l’attrice – una garanzia, specie all’interno del sodalizio con Ryan Murphy – porta avanti in maniera davvero convincente dal primo all’ultimo episodio della serie. Se nel film di Miloš Forman Mildred Ratched è un gelido tiranno che esercita il suo potere come fosse un capriccio, qui non è certo da meno. Già ampiamente affascinata dalle dinamiche di potere, è scaltra e determinata; perfettamente consapevole del fascino che esercita, lo sfrutta per ottenere ciò che vuole.
E quel che Mildred Ratched vuole è portare avanti il suo piano; una misteriosa missione che affonda le radici nel passato. Sarah Paulson riesce a rendere al meglio le caratteristiche del suo personaggio, attingendo a tutte le sue doti interpretative. Impeccabile nei suoi completi dai colori pastello, coi capelli sempre perfettamente raccolti e acconciati; misurata e calcolatrice anche sotto pressione, non c’è nulla (o quasi) che la possa turbare. La Paulson è bravissima nel comunicare il sub-strato tormentato del suo personaggio, che spinge per graffiare una facciata perfetta. La scrittura del personaggio abbraccia tutto l’arco evolutivo di Mildred Ratched, coi tempi e i modi giusti. In una sceneggiatura ricca e con numerosi inserti narrativi l’attenzione resta comunque focalizzata tutta su di lei.
Analisi
Come accennato nel paragrafo precedente della nostra recensione, la sceneggiatura di Ratched è ricca, carica di svolte e stratificata. Murphy, Brennan e Romansky padroneggiano la materia; il risultato è quello di un’apprezzabile chiarezza. I temi sul piatto sono diversi: la malattia mentale, i rapporti familiari e sentimentali, l’emancipazione femminile a ridosso degli anni Cinquanta, la politica, la sessualità. Particolare attenzione è dedicata alle terapie somministrate ai pazienti dell’ospedale di Lucia dall’ambiguo e tormentato dottor Hanover. Idroterapia e lobotomia riportano subito all’ospedale psichiatrico di Salem; pratiche terribili, mostrate nella serie tv con una dovizia di particolari tra l’orrore e il grottesco.
Tutta la serie tv – che riserva sorprese e colpi di scena episodio dopo episodio – ha al centro, come considerazione principale, l’idea che l’essere umano non nasca mostro, ma che i mostri possano essere creati. Considerazione, questa, applicabile naturalmente al personaggio di Mildred ma anche ad altri dei protagonisti sulla scena. La figura dell’infermiera Ratched non è mai dipinta in modo da suscitare la compassione dello spettatore; questi però, viene messo in condizione di comprendere le ragioni che la spingono ad agire in un certo modo. Ovviamente il tutto è inserito in un contesto in cui a farla da padrone è l’esasperazione drammatica di ogni tratto caratteriale, di ogni situazione e vicenda. Un linguaggio questo, una cifra stilistica, a cui Ryan Murphy, negli anni, ci ha certamente abituato.
Considerazioni tecniche – Ratched, la recensione
Ratched porta il marchio di fabbrica inconfondibile delle serie tv di Ryan Murphy. Per quanto riguarda la messa in scena, la fotografia e lo stile ricordano American Horror Story, Hollywood, a tratti persino The Politician. Qui la confezione è estremamente patinata, forse addirittura in maniera eccessiva. Nelle prime puntate si rimane positivamente colpiti dai colori brillanti degli abiti, dalla perfezione delle scenografie, dalle luci e dai contrasti. La cura nei dettagli della messa in scena è notevole, così come la composizione di ogni singola inquadratura, studiata fin nei minimi particolari. Alla lunga, però, man mano che ci si abitua, questo insieme così impeccabile finisce per stancare e quasi per disturbare. Una vera e propria ossessione per la cura che in qualche modo sottrae intensità drammatica alle scene, laddove nelle intenzioni dovrebbe aggiungerne.
Se la prova di Sarah Paulson nei panni di Mildred Ratched è sicuramente da promuovere, anche il resto del cast non è da meno. Cynthia Nixon è brava e intensa alle prese con uno dei pochi personaggi positivi e in buona fede all’interno della serie. Convince anche Sharon Stone, nei panni della spietata e decadente Lenore Osgood; l’attrice calca la mano sulla teatralità, in linea con le corde di un personaggio sopra le righe dall’inizio alla fine. Gli otto episodi in cui si sviluppa Ratched scorrono piacevoli grazie anche a una certa ironia di fondo che punteggia qua e là alcune dinamiche narrative. Sul finale un po’ di lentezza, qualche salto temporale di troppo e alcune soluzioni discontinue e un po’ raffazzonate intaccano un quadro generale altrimenti positivo. Ad oggi sappiamo che Netflix ha già ordinato una seconda stagione; la curiosità, dopo la prima, di certo non manca.
Ratched
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Sarah Paulson
- Dramma teso e ben costruito
Lati negativi
- Eccessivamente patinato
- Qualche pecca sul finale