Film sul razzismo: una lista di film su diritti civili e discriminazione
Ecco le migliori pellicole che hanno trattato il tema del razzismo
Fin dalle sue origini il cinema ha trattato dei temi sociali anche molto forti, come per esempio l’omosessualità, la povertà, l’indipendenza delle donne e il razzismo. Soprattutto dopo le varie rivoluzioni avvenute nel corso del Novecento, sono stati molti i film sul razzismo che hanno guadagnato un grande successo di critica e pubblico. E se diverse pellicole rimangono impresse nella mente e negli occhi dei cinefili di tutto il mondo, altre passano in secondo piano, senza però rendere meno onore a un tema così importante.
Quello della discriminazione razziale è infatti un problema purtroppo presente e costante, che il cinema ha sempre cercato di denunciare con la sua arte. In certi casi sono invece scoppiate polemiche e insurrezioni popolari a seguito di pellicole che, a detta di alcuni, incoraggiano certi atteggiamenti razzisti, come l’eccessivo uso della “n word”. Ecco quindi una lista dei migliori film sul razzismo che ogni amante dei diritti deve assolutamente vedere.
Indice:
Film sul razzismo – Novecento
The Birth of a Nation (1915)
Una delle pellicole più controverse ma allo stesso tempo più importanti di sempre. Il genio assoluto di un regista fondamentale come David Wark Griffith si fonde con un tema sociale a dir poco spinoso. La nascita di una nazione, come suggerisce il titolo stesso, visualizza la costruzione delle basi dell’America, attraverso il racconto della seconda guerra di secessione americana. Il creatore del cinema narrativo, per descriverlo con una sola frase, è stato però duramente attaccato per il suo lavoro, certamente discutibile dal punto di vista morale. Infatti nella pellicola sono presenti diverse scene “a favore” della razza ariana, e che in qualche modo normalizzano l’operato del Ku Klux Klan.
Lillian Gish, Mae Marsh, Henry B. Walthall, Mary Alden, Miriam Cooper, Ralph Lewis e George Siegmann sono solo alcuni dei nomi presenti nel cast. La pellicola è tratta dai romanzi The Clansman: An Historical Romance of the Ku Klux Klan e The Leopard’s Spots di Thomas F. Dixon Jr. Si tratta del film muto che ha incassato di più nella storia del cinema.
Il colore viola (1985)
Uno dei film più toccanti e intensi che Steven Spielberg abbia mai girato. Scritto da Menno Meyjes e liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Alice Walker, non tratta solo di razzismo ma anche di violenza di genere, abusi sessuali, incesto e maschilismo imperante. La pellicola si concentra su alcuni personaggi femminili molto diversi tra loro, che sono legati da storie strazianti e da realtà molto difficili da superare. Ambientato negli USA del primo Novecento, il lungometraggio fornisce un trattato storico forse forzatamente violento e duro, ma non per questo meno verosimile.
Uno dei punti di forza del film, oltre la sceneggiatura e la regia, è sicuramente il cast, che comprende Whoopi Goldberg, Danny Glover, Margaret Avery, Oprah Winfrey e Laurence Fishburne. La bravura e l’intensità di questi attori straordinari fornisce all’opera un valore aggiunto. Undici nomination agli Academy Awards, tra cui miglior film e migliore sceneggiatura non originale, e un Golden Globe a Whoopi Goldberg su un totale di cinque nomination.
Film sul razzismo – Malcolm X (1992)
Il genio di Spike Lee si fonde con il forte orgoglio per le sue origini afroamericane, creando una biografia visiva tra le più potenti in assoluto nella storia del cinema. La vita e la morte di Malcolm X, uno degli attivisti afroamericani più importanti e famosi mai esistiti, viene raccontata con forza e una buona dose di cinismo, non risparmiando nessuno. L’immagine di una bandiera americana che brucia è forse la più iconica ed emotivamente potente dell’intero lungometraggio, fatto curioso contando la quantità di violenza presente. L’intenzione di Lee non è soltanto quella di raccontare la storia di un grande attivista dalla vita durissima, ma anche quella di denunciare e sensibilizzare il mondo intero.
Il cast vede Denzel Washington nei panni del protagonista, affiancato da Angela Bassett, Albert Hall, Giancarlo Esposito, Martin Donovan e dallo stesso Lee. Nelson Mandela, Michael Jordan, Janet Jackson, Bill Cosby e Tracy Chapman compaiono invece nei panni di se stessi in un cameo. La pellicola è stata sceneggiata da Spike Lee insieme ad Alex Haley, coautore della biografia dalla quale è ispirato il lungometraggio. Due nomination agli Oscar e una ai Golden Globe.
Schindler’s List (1993)
Capolavoro indiscusso di Steven Spielberg del 1993, questo dramma storico ha scosso intere generazioni di cinefili e non solo. Ambientato nei terribili anni dell’Olocausto, racconta la storia vera di Oskar Schindler, imprenditore tedesco che con il suo coraggio e la sua incredibile umanità ha salvato quanti più ebrei ha potuto dalla furia nazista. Questo racconto, ormai leggendario, è impregnato di scene cult, tra cui l’iconico cappotto rosso di una bambina, unico elemento di colore dell’intera pellicola.
A rendere indimenticabile la storia di questo eroe moderno è sicuramente la sceneggiatura magistrale di Steven Zaillian, tratta dal romanzo omonimo di Thomas Keneally. Il tocco di un maestro come Steven Spielberg è evidente dal primo minuto, e anche il cast svolge il suo eccellente lavoro. Tra tutti i mostri sacri Liam Neeson, il premio Oscar Ben Kingsley e Ralph Fiennes. Pioggia di premi nei principali concorsi internazionali, tra cui sette Academy Award su un totale di dodici candidature.
L’odio (1995)
Scritto e diretto dal francese Mathieu Kassovitz, questo film in bianco e nero mette in risalto un problema reale e molto serio: la violenza da parte delle forze dell’ordine per motivi razziali. I protagonisti della pellicola sono tre ragazzi dalle origini, caratteri e aspirazioni molti diverse. Vinz, dalle origini ebraiche, Hubert dalle origini africane e Said, maghrebino, con le loro sfaccettature così diverse descrivono egregiamente un mondo multirazziale minacciato dalla violenza e dall’ingiustizia, dal pregiudizio e dallo stereotipo razziale.
L’egregia interpretazione di Vincent Cassel, Hubert Koundé e Saïd Taghmaoui è solo uno dei pregi della pellicola, dove spiccano anche Marc Duret, Karim Belkhadra, Benoît Magimel e lo stesso Kassovitz nei panni di un naziskin. Nonostante un grande successo – nazionale e internazionale – di pubblico e critica, il film ha creato delle importanti controversie in Francia, dove la polizia ha rifiutato l’immagine violenta che nel lungometraggio viene loro imposta. Premio per la migliore regia al festival di Cannes e tre premi César.
Film sul razzismo – Amistad (1997)
Nella sua infinita filmografia, Steven Spielberg ha portato sullo schermo diverse volte vicende spinose e temi sociali importanti. Non fa eccezione Amistad, lungometraggio ispirato al romanzo La rivolta della Amistad, scritto da Barbara Chase-Riboud. Sceneggiato da David Franzoni, racconta la vicenda avvenuta a bordo dell’omonima nave, in cui un folto gruppo di schiavi africani si è ribellato attraverso un feroce ammutinamento ai danni degli schiavisti. La storia (vera) viene raccontata attraverso il filtro del razzismo e della violenza, senza però tenere da parte la visione sociale dell’epoca ottocentesca.
Dopo un lungo lavoro di casting, la scelta finale è ricaduta su Matthew McConaughey, Djimon Hounsou, Anthony Hopkins, Morgan Freeman, Stellan Skarsgård, Anna Paquin, Tomas Milian, Michael Massee e Chiwetel Ejiofor. Il compositore John Williams si riconferma un fedele collaboratore di Spielberg, componendo anche in questo caso una colonna sonora perfettamente contestualizzata. Quattro candidature agli Academy Awards e quattro ai Golden Globe, oltre ad altre numerose nomination a prestigiosi premi internazionali.
American History X (1998)
Scritto da David McKenna (alla sua prima esperienza cinematografica) e diretto dal britannico Tony Kaye, è un vero e proprio cult. L’intera pellicola è ambientata in America e vede come protagonisti personaggi molto diversi tra loro, ma accomunati da un forte odio razziale, che si traduce spesso e volentieri in violenze e discriminazioni estreme. Il tema del razzismo si unisce a quello della presunta supremazia della razza ariana, inneggiata da Adolf Hitler, tanto che nel film viene fatto riferimento al Mein Kampf e al nazismo. La crudeltà, il cinismo e la durezza delle immagini e dei dialoghi permettono allo spettatore di riflettere su un tema che, a distanza di vent’anni, rimane ancora tristemente attuale.
Il cast vede Edward Norton e Edward Furlong nei panni dei protagonisti, accompagnati da Beverly D’Angelo, Jennifer Lien, Ethan Suplee ed Elliott Gould. L’interpretazione di Norton gli è valsa una nomination come migliore attore protagonista agli Academy Award, premio ricevuto da Roberto Benigni per La vita è bella.
Film sul razzismo – Duemila
Hotel Rwanda (2004)
Il regista e sceneggiatore Terry George scrive e dirige un film di una potenza emotiva eccezionale, raccontando su schermo una terrificante storia vera. Ambientato nel 1994, descrive con minuzia di dettagli il genocidio della popolazione Tutsi da parte degli Hutu. Attraverso un’ottima scenografia e una regia che non risparmia nulla, emerge il personaggio di Paul Rusesabagina, un albergatore che ha ospitato nel suo hotel migliaia di profughi di guerra. La pellicola non descrive tuttavia solo lo sterminio e la disperazione degli abitanti ruandesi, ma anche gli attimi di speranza e attaccamento alla vita che Rusesabagina ha regalato ai fortunati superstiti.
Oltre a sceneggiatura, regia e scenografia, anche la colonna sonora composta da Andrea Guerra, Rupert Gregson-Williams e dagli Afro Celt Sound System contribuisce a rendere questa pellicola degna di una visione. Il cast vede Don Cheadle nei panni del protagonista, affiancato da Sophie Okonedo, Nick Nolte, Joaquin Phoenix, David O’Hara e Cara Seymour. Tre nomination agli Academy Awards e tre ai Golden Globe.
Gran Torino (2008)
Scritto da Nick Schenk e diretto da Clint Eastwood, Gran Torino è un film toccante, che tratta il razzismo con toni duri ma anche incredibilmente delicati. Il veterano della guerra di Corea Walt Kowalski vive una vita piena di rancore e delusione, cosa che rende la sua vecchiaia ancora più triste. Dopo la morte di sua moglie e il pellegrinaggio di asiatici nel suo quartiere di Detroit, l’uomo diventa ancora più burbero e insopportabile; fino a quando uno dei suoi vicini, Thao, gli farà cambiare faticosamente punto di vista, ma con delle conseguenze inimmaginabili per l’anziano.
Il personaggio di Walt Kowalski è interpretato dallo stesso regista, che regala allo spettatore un’interpretazione indimenticabile. Il resto del cast è composto da Bee Vang, Christopher Carley, John Carroll Lynch, Geraldine Hughes, Dreama Walker, Brian Haley e dal figlio di Clint, Scott Eastwood. La pellicola ha ricevuto un grande successo nazionale e internazionale, ricevendo anche diversi premi e nomination importanti, tra cui una ai Golden Globe.
Film sul razzismo – The Help (2011)
Il regista de La ragazza del treno, Tate Taylor, traduce su schermo il romanzo L’aiuto della sua carissima amica Kathryn Stockett. Qui il razzismo viene mostrato attraverso gli occhi di una ragazza bianca, Skeeter che, diversamente dalle sue coetanee tutte sposate, pensa solo alla sua carriera da giornalista. La giovane si rende conto di quanto sia drammatica la situazione nello stato del Missisipi all’alba degli anni Sessanta del Novecento, dove il razzismo è quasi insostenibile. La sua missione diventa quindi quella di aiutare le donne afroamericane, quasi tutte serve di famiglie bianche facoltose.
Il successo del film ripercorre le orme del romanzo, diventato un vero e proprio caso letterario in pochi mesi. Il cast stellare vede Emma Stone nel ruolo di Skeeter, affiancata da Viola Davis, Octavia Spencer, Jessica Chastain, Bryce Dallas Howard, Allison Janney, Anna Camp e Ashley Johnson. Premio Oscar alla Spencer per la sua magnifica interpretazione e nomination per miglior film, migliore attrice protagonista e migliore attrice non protagonista.
Django Unchained (2012)
Nono film scritto e diretto dal maestro Quentin Tarantino, che rende omaggio al Django del 1966 dell’italianissimo Sergio Corbucci. Nonostante la chiara citazione, il lungometraggio del regista americano si discosta dall’originale per stile e forma, oltre che per i dialoghi di chiaro stampo tarantiniano. Un ex dentista, il dottor King Schultz, libera uno schiavo, Django Freeman, per aiutarlo a trovare due fuorilegge che vuole catturare per ottenere la loro taglia. Il loro viaggio tra le lande desolate li porterà a conoscersi e a fare amicizia, in barba agli stereotipi razziali di fine Ottocento.
Il successo clamoroso del film è frutto di molti fattori, tra cui cast, colonna sonora e fotografia, senza contare la regia impeccabile. Il connubio tra il regista statunitense e Christoph Waltz prosegue, fruttando un altro Academy Award per l’attore tedesco. Ad affiancarlo un altro premio Oscar, Jamie Foxx, oltre a Leonardo DiCaprio, Kerry Washington, Samuel L. Jackson e Franco Nero, presente anche nel Django originale. Oscar anche per la migliore sceneggiatura originale e nomination per film, fotografia e montaggio sonoro. Colonna sonora composta da Ennio Morricone, in cui è presente la traccia Ancora qui cantata da Elisa.
12 anni schiavo (2013)
Terzo lungometraggio per Steve McQueen, il film è tratto dall’autobiografia di Solomon Northup, uomo libero ridotto in schiavitù per colpa di un terribile rapimento. Racconta la drammatica storia di Northup – privato con l’inganno della sua libertà – e dell’incredibile incontro con Samuel Bass, un abolizionista canadese dal coraggio spropositato. La sceneggiatura di John Ridley e le musiche di Hans Zimmer rendono il lungometraggio una vera esperienza emozionale e sensoriale, facendo entrare lo spettatore nello spirito dell’epoca.
Il cast vede Chiwetel Ejiofor nei panni del protagonista, accompagnato da Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti, Brad Pitt, Lupita Nyong’o, Sarah Paulson, Bill Camp e Ruth Negga. Nove candidature ai Premi Oscar, di cui tre statuette vinte nelle categorie miglior film, miglior attrice non protagonista e migliore sceneggiatura originale. La pellicola ha ricevuto un successo planetario, sia di pubblico che di critica, diventando uno dei film sul razzismo più conosciuti e apprezzati di sempre.
The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (2013)
Scritto, diretto e coprodotto da Lee Daniels, si tratta della trasposizione su schermo dell’articolo A Butler Well Served by This Election, pubblicato da Wil Haygood sul The Washington Post. La storia (vera) è quella di Eugene Allen, che per più di trent’anni ha servito come maggiordomo all’ambitissima Casa Bianca. Il nome di Allen, nel film, è stato trasformato in quello di Cecil Gaines. Il razzismo in questo caso non è palese, ma piuttosto velato. Nonostante sia trattato egregiamente dai presidenti Eisenhower, Kennedy, Nixon, Carter, Ford, Carter e Regan (e soprattutto Obama), il percorso della sua vita e della sua carriera è stato piuttosto duro e irto di ostacoli.
Il ricchissimo cast comprende Forest Whitaker, Oprah Winfrey, Cuba Gooding Jr., Lenny Kravitz, John Cusack, Robin Williams, Alan Rickman, Jane Fonda, Vanessa Redgrave e Mariah Carey. La pellicola ha ricevuto numerosissime nomination nei più prestigiosi premi cinematografici internazionali, ottenendo un ottimo successo di pubblico e critica.
Selma – La strada verso la libertà (2014)
La regista, sceneggiatrice e giornalista statunitense Ava Marie DuVernay dirige un film pieno di forza e speranza, realizzando il record per essere la prima donna di origine afroamericana ad ottenere una candidatura ai Golden Globe. La pellicola ripercorre le tappe delle marce effettuate negli anni Sessanta tra Selma e Montgomery, per garantire il diritto di voto ai cittadini afroamericani, fino ad allora esclusi. Il processo di sensibilizzazione ha come perno il celeberrimo Martin Luther King, il quale ha ricevuto un importante incoraggiamento anche dal Presidente Johnson.
Il cast vede David Oyelowo nei panni dell’attivista premio Nobel, affiancato da Tom Wilkinson, Tim Roth, Carmen Ejogo, Oprah Winfrey, Cuba Gooding Jr., Giovanni Ribisi, André Holland e Martin Sheen. Premio Oscar per la miglior canzone (Glory, di John Stephens e Lonnie Lynn) e nomination per il miglior film. Quattro candidature ai Golden Globe e altri prestigiosi riconoscimenti per un film che, forse più di altri, riesce a far interiorizzare davvero allo spettatore il tema dei diritti civili.
Film sul razzismo – Recenti
Il diritto di contare (2016)
Il regista di St. Vincent, Theodore Melfi, traduce su schermo il bestseller omonimo di Margot Lee Shetterly, che racconta la vita e l’incredibile coraggio di Katherine Johnson. Matematica, informatica e fisica afroamericana, ha svolto un ruolo fondamentale all’interno della NASA, aiutando con il suo genio il volo nello spazio dell’astronauta John Glenn. La sua intelligenza fuori dal comune non ha però trovato un riscontro sul suo trattamento, per colpa del razzismo profondamente radicato nella società statunitense dell’epoca. Un piccolo esempio può essere dato dalla sua esclusione dai bagni pubblici, riservati solamente alle persone bianche.
Ancora una volta troviamo nel cast l’eccezionale Octavia Spencer, che tuttavia non interpreta il ruolo della protagonista, affidato invece a Taraji P. Henson. Ad affiancarle Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst e Jim Parsons. La pellicola ha avuto un successo planetario, venendo acclamata da pubblico e critica quasi unanimemente. A confermare tale trionfo tre nomination agli Academy Awards, tra cui miglior film, e due ai Golden Globe.
Film sul razzismo – Mudbound (2017)
Diretto dalla statunitense Dee Rees, si tratta di una rivisitazione cinematografica del romanzo Fiori nel fango, scritto da Hilary Jordan. Al tramonto della Seconda guerra mondiale, la pellicola racconta la storia di due famiglie, una bianca e una nera, e delle differenze sociali, economiche e politiche tra le due. Nonostante il sentimento di rispetto tra i datori di lavoro e i domestici, il razzismo impedisce ai Jackson di comprare una piccola proprietà terriera, non avendo gli stessi diritti dei cittadini bianchi. Rees spazia, negli oltre 130 minuti di film, tra diversi temi, con la discriminazione razziale costantemente al centro.
Una particolarità del lungometraggio è il cast, che comprende una strepitosa Mary J Blige in veste di attrice e compositrice. Accanto a lei troviamo Carey Mulligan, Jason Clarke, Jason Mitchell, Rob Morgan, Jonathan Banks e Garrett Hedlund. Il film Originale Netflix ha ricevuto un successo clamoroso, come testimoniano le quattro candidature ai Premi Oscar e le due ai Golden Globe.
Scappa – Get Out (2017)
Scritto e diretto dal comico satirico Jordan Peele, questo piccolo grande gioiello ha sconvolto il mondo intero. Ambientato nei giorni nostri, racconta la storia di un ragazzo di colore, Chris Washington, aspirante fotografo e felicemente fidanzato con Rose Armitage. La sua vita inizia a cambiare radicalmente nel momento in cui quest’ultima lo invita a conoscere i propri genitori, i quali lo mettono subito a suo agio, ma che allo stesso tempo instillano dei dubbi nella testa di Chris. Ma sarà solo un piccolo rinfresco con i parenti e gli amici degli Armitage a preoccupare seriamente il ragazzo afroamericano.
A interpretare la giovane coppia due strepitosi Daniel Kaluuya e Allison Williams, affiancati da Bradley Whitford, Catherine Keener, Caleb Landry Jones e Stephen Root. Il successo planetario di questa pellicola ha sconvolto lo stesso Peele, che grazie a questa opera si è aggiudicato l’Academy Award per la migliore sceneggiatura originale. Nomination anche per Daniel Kaluuya per la sua incredibile interpretazione.
Film sul razzismo – BlacKkKlansman (2018)
Ancora una volta il regista Spike Lee scrive e dirige un film che ripercorre le tappe della conquista dei diritti delle persone di colore, questa volta ispirandosi all’autobiografia BlaKkKlansman di Ron Stallworth. Ed è proprio lui il protagonista (vero) della pellicola, il primo poliziotto afroamericano nella città di Colorado Springs, che nonostante la sua posizione trova non pochi ostacoli nella vita e nella carriera. Nel frattempo, a complicare ancora di più la sua esistenza arrivano i primi reclutamenti del Ku Klux Klan, che sconvolgono e terrorizzano non solo Ron ma l’intera popolazione afroamericana.
A interpretare Stallworth un ex giocatore di football americano, John David Washington, che divide la scena con Adam Driver, Laura Harrier, Topher Grace, Harry Belafonte, Nicholas Turturro e Alec Baldwin. BlacKkKlansman è stata una delle rivelazioni del 2018, grazie a uno Spike Lee maturo e sempre più agguerrito. Premio Oscar per la migliore sceneggiatura non originale e sei candidature totali.
Film sul razzismo – Green Book (2018)
Peter Farrelly, distaccato da suo fratello Bobby, dirige e co-scrive una pellicola che riporta lo spettatore nella New York degli anni Sessanta. I protagonisti sono Tony Vallelonga, un disoccupato in cerca di un impiego che lo tenga lontano dalla mafia, e Don Shirley, un pianista di colore. I due si incontrano iin occasione di un colloquio, che rappresenta la porta per un’amicizia inaspettata ma molto emozionante. Il film prende il titolo dai famosi libretti che servivano a indicare le zone proibite e quelle accessibili alle persone di colore, a loro rischio e pericolo.
Il cast, stellare, vanta i nomi di Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini, Don Stark, Sebastian Maniscalco e P. J. Byrne. Grazie alla sua magnifica interpretazione, Mahershala Ali ha ricevuto un premio Oscar, cui vanno ad aggiungersi le statuette per il miglior film e per la migliore sceneggiatura originale. Nomination anche per Viggo Mortensen e per il miglior montaggio. Assolutamente da non perdere.
Se la strada potesse parlare (2018)
If Beale Street Could Talk è un altro film tema razzismo che ha incantato e impressionato gli spettatori di tutto il mondo. Scritto e diretto da Berry Jenkins, il regista di Moonlight, il film è una rivisitazione cinematografica dell’omonimo romanzo scritto da James Baldwin. Più che del razzismo nelle sue forme generali, il lungometraggio tratta di un caso particolare, che riguarda Tish e Fonny, una coppia di afroamericani alle prese con i loro problemi personali, e con la discriminazione razziale degli anni Settanta. Tra queste anche un’accusa pesantissima nei confronti del ragazzo, che si rivelerà del tutto infondata.
Oltre a un grande riscontro di pubblico, anche la critica ha apprezzato la pellicola, che ha ricevuto tre candidature agli Academy Awards. Il cast è formato da KiKi Layne, Stephan James, Colman Domingo, Finn Wittrock, Diego Luna, Pedro Pascal e Dave Franco. Premio Oscar a Regina King per la sua straordinaria interpretazione.