L’occhio del male: recensione del thriller psicologico indiano

Disponibile su Amazon Prime Video il quarto film del progetto Welcome to the Blumhouse

Amazon, in collaborazione con Blumhouse, porta avanti l’iniziativa Welcome to the Blumhouse. L’obiettivo prefissato è quello di presentare questa casa di produzione, specializzata nella produzione di thriller dal gusto horror, alla massa delle piattaforme streaming online. Di seguito trovate la recensione de L‘occhio del male, film che offre al pubblico meno avvezzo alla suspense una chance per avvicinarsi ai generi più estremi del cinema. La pellicola è uscita in coppia con Notturno su Prime Video, con cui condivide il genere di thriller psicologico.

Notturno, La bugia (The lie) e Ritrova te stesso (Black Box) completano il quartetto dei film partoriti dal progetto finora. In tutto sono previste otto produzioni di genere che verranno ovviamente rilasciate in esclusiva sulla piattaforma di proprietà di Amazon. L’accoglienza dei primi tre è stata tiepida; in quanto prodotti che puntano ad attrarre il grande pubblico verso generi di nicchia, i toni non sfociano mai nell’estremo. Si tratta di film leggeri che regalano brividi velati e si mantengono ben lontani dal terrore soffocante o l’ansia palpitante.

Indice

Trama – L’occhio del male, la recensione

La giovane Pallavi, di origine Indiana, vive a New York dove studia all’università e lavora duramente per mantenersi. I genitori, dopo aver trascorso un lungo periodo negli Stati Uniti, sono tornati a Delhi per esigenze lavorative del padre. La madre preme affinchè la figlia trovi al più presto l’amore della vita con cui legarsi nel sacro vincolo del matrimonio. Persuasa dalle pressioni, la bella Pallavi organizza un appuntamento con un uomo indiano, che però tarda a causa del traffico. Questo sfortunato evento le consente di conoscere l’avvenente Sandeep.

Tra i due scatta immediatamente il colpo di fulmine. La ragazza, però, non fa in tempo a comunicare il proprio entusiasmo alla madre, che quest’ultima comincia ad avere cattivi presagi sul futuro della coppia. Usha, madre della giovane, ritiene che Sandeep sia la reincarnazione di un suo vecchio amante. Questo individuo le arrecò violenza in passato e morì poche ore prima che Pallavi nascesse. Si tratta dunque di visioni paranormali oppure la paranoia di una madre fin troppo premurosa le cui attenzioni sono sfociate nella pazzia?

Le ingombranti radici indiane

Il film regge il proprio sviluppo sull’impatto che le idee di Usha hanno sullo spettatore. Le sue teorie e congetture generano il costante dubbio sul suo stato psichiatrico: la donna è da curare psicologicamente oppure è l’unica che si rende realmente conto di ciò che sta succedendo? La suspense si genera nei momenti in cui l’improbabile teoria della madre di Pallavi sembra prendere forma e Sandeep si comporta in maniera ambigua. Purtroppo i momenti di tensione sono rari e il film scorre come fosse una turbolenta commedia romantica più che un thriller psicologico.

Sandeep non riesce mai ad inquietare e ciò non consente al pubblico di temere per la vita della protagonista. Le turbe di Usha si basano sì sulle proprie visioni, ma soprattutto sull’interpretazione che la donna dà ad esse. Probabilmente conoscere la cultura indiana, l’induismo e l’interpretazione del Karma permetterebbe di calarsi con più convinzione nella psiche della madre di Pallavi. La distanza culturale tra gli europei e gli indiani è a tutti gli effetti l’ostacolo principale da superare per poter godere del lato ansiogeno di questo film.

L'Occhio del Male (2020) - Blumhouse Television, Purple Pebble Pictures

L’Occhio del Male (2020) – Blumhouse Television, Purple Pebble Pictures

Una ricerca insensata del consenso generale – L’occhio del male, la recensione

I film finora partoriti dal progetto Welcome to the Blumhouse non riescono a trasmettere il brivido. Thriller e horror che non riescono a creare tensione falliscono per definizione nel loro intento nativo. Sembra come che Amazon e Blumhouse vogliano coinvolgere la più ampia fetta di pubblico, dimenticandosi però delle basi di partenza. Se la volontà è quella di avvicinare il più grande numero possibile di persone al cinema estremo, l’essenza di quest’ultimo non dev’essere tradita. Purtroppo L’occhio del Male inciampa proprio su questo punto.

Nonostante le interpretazioni degli attori non siano da buttare e la pellicola sia stata girata partendo da basi narrative interessanti, il risultato finale è un prodotto immaturo e scialbo. L’intento ultimo della produzione rimane incerto: a fatica si riesce a catalogare l’opera, purtroppo non per meriti d’avanguardia ma per vuotezza di contenuti e costruzione. La ciliegina sulla torta indigesta è data dalla morale retorica che sul finale prende piede quasi disgustando lo spettatore.

Brutto manifesto per il cinema indiano – L’Occhio del Male recensione

Quando si parla di India, Bollywood è la prima realtà cinematografica che viene in mente all’utente occidentale. L’amore del popolo indiano per il cinema è riconosciuto in tutto il mondo e l’autoctona industria cinematografica rappresenta la seconda realtà più importante del globo dopo mamma Hollywood. L’Occhio del Male è stato realizzato quasi interamente da professionisti indiani e giunge in Europa come manifesto del cinema di quella terra affascinante. Purtroppo però la figura che ottiene non è delle migliori.

Per quanto la fattura tecnica sia pregevole, il film non verrà di certo ricordato come un capolavoro. Questa cattiva pubblicità è una pessima notizia sia per oriente che per occidente, in quanto difficilmente porterà il pubblico europeo ed americano ad avvicinarsi a quell’enorme e straordinaria realtà produttiva. Il 2020 è stato l’anno del cinema dell’estremo oriente, con Parasite che ha sbancato agli Oscar e film come #alive che hanno spopolato tra i più giovani. Purtroppo se questo sarà anche l’anno del cinema indiano, il merito non sarà sicuramente de L’Occhio del Male.

Considerazioni finali – L’occhio del male, la recensione

L’Occhio del Male giunge su Prime Video con l’intento di promuovere il cinema di genere made in Blumhouse e il cinema indiano in generale. Purtroppo la pellicola fallisce entrambi i propositi a causa di uno sviluppo superficiale di trama e l’assenza quasi totale del brivido. Il progetto Welcome to the Blumhouse è stato finora deludente e si spera che le prossime pellicole possano risollevarne le sorti. Prodotti come questo, tuttavia, non sono totalmente da buttare.

La leggerezza di film di questo tipo può essere uno strumento molto utile per avvicinare i giovanissimi ad un genere che spesso è a loro distante. Horror e thriller sono per molti difficili da digerire, ma con un’esplorazione graduale si potrebbe evitare di venirne traumatizzati. Questa mediocre opera indiana è molto vicina ad un film tv pomeridiano per ragazzi ed è distante anni luce dalle migliori produzioni Blumhouse. Nonostante ci siano spunti interessanti debolmente sviluppati, la recensione de L’Occhio del Male non può che essere negativa.

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Voto - 5

5

Lati positivi

  • Adatto ad un pubblico giovanissimo che voglia avvicinarsi al thriller
  • Un semplice modo per dare uno sguardo (superficiale) alla cultura indiana

Lati negativi

  • Tensione assente
  • Morale debole e retorica

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