Pirateria: oscurati mille fra siti e piattaforme streaming illegali
L'operazione proseguirà per tutto il week end
Il messaggio è apparso a chiare lettere sugli schermi – di pc, tablet, smartphone e Smart Tv – degli spettatori del match di campionato fra Cagliari e Sampdoria; un messaggio che ha giustamente lasciato in apprensione tutti coloro che in quel momento stavano fruendo illegalmente del contenuto. “Questo servizio di streaming illegale è sottoposto a sequestro. I dati di accesso costituiscono materiale probatorio a disposizione dell’autorità giudiziaria”. La Guardia di Finanza ha messo a segno un altro colpo importante contro la pirateria, oscurando circa mille fra siti, piattaforme streaming illegali e canali Telegram.
Più precisamente, ANSA riporta che il blocco ha interessato in totale 700 siti web e 300 piattaforme IPTV. In quest’ultimo caso, varie realtà appartenenti alla criminalità organizzata gestiscono piattaforme alle quali i clienti possono accedere dietro pagamento di un abbonamento illecito.
Maxi-retata della Guardia di Finanza contro la pirateria e i servizi di streaming illegale
L’operazione della Guardia di Finanza contro la pirateria e i servizi streaming illegali ha visto il coordinamento della procura di Napoli. In particolare l’attività fa parte di una maxi-indagine del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche; si tratta di un Reparto specializzato della Guardia di Finanza il cui scopo è quello di contrastare le frodi telematiche ed informatiche, nonché tutelare la privacy degli utenti. Già lo scorso febbraio le Fiamme Gialle avevano provveduto ad identificare e denunciare più di duecento persone che avevano effettuato una sottoscrizione ad abbonamenti pirata.
L’attuale operazione intrapresa dalla Guardia di Finanza proseguirà nel corso di tutto il week end. Una retata contro la pirateria che porterà all’oscuramento di siti web, piattaforme streaming e canali Telegram che diffondono illegalmente eventi sportivi. Sottoscrivere e utilizzare i vari servizi di streaming illegali comporta una pena che può portare dai sei mesi ai tre anni di reclusione; oltre a ciò sono previste sanzioni pecuniarie il cui ammontare può variare dai 2.582 ai 25.822 euro di multa.