Borat 2: il film con Sacha Baron Cohen al centro di nuove polemiche
La comunità kazaka chiede l'esclusione del film dalla corsa agli Oscar
Le polemiche attorno a Borat 2 – Consegna di portentosa bustarella a regime americano per beneficio di fu gloriosa nazione di Kazakistan sembrano proprio non volersi arrestare. Il film con Sacha Baron Cohen e diretto da Jason Woliner non smette di far discutere; questo addirittura da prima del suo arrivo su Amazon Prime Video circa un mese fa. L’ultima controversia ha come protagonisti i rappresentanti della comunità kazaka negli Stati Uniti. Accanto a loro si schiera anche il CAIR, Council on American-Islamic Relations, ovvero il Consiglio sulle relazioni islamiche-americane. Entrambi si schierano affinché Borat 2 non concorra agli Oscar né possa ambire ad altri premi della cosiddetta awards season. Le motivazioni della comunità kazaka negli USA e del CAIR trovano spiegazione in una lettera firmata da entrambi. Vediamo qui sotto un passaggio della lettera in questione.
“Nel mondo la comunità kazaka è sottorappresentata e vulnerabile” recita la lettera che ha fatto finire Borat 2 nuovamente al centro delle polemiche. “La nostra nazione si sta ancora riprendendo da un passato di oppressione; motivo per cui non abbiamo rappresentazione nei media. Sacha Baron Cohen ha capito questa cosa e sfrutta il Kazakhistan alterando la nostra identità etnica. Effettua un atto di whitewashing rappresentandoci come europei dell’Est e incitando a molestare i kazaki in tutto il mondo. La nostra gente ha segnalato innumerevoli casi di molestie fisiche, sessuali e atti di bullismo per colpa del franchise di Borat”.
Borat 2 e Sacha Baron Cohen di nuovo al centro delle polemiche
Leggendo la lettera si vede come le motivazioni esposte abbiano al centro una serie di tematiche e realtà che il film stesso combatte e mette sotto una lente d’ingrandimento satirica e provocatoria. Inoltre, le due associazioni si scagliano contro Borat 2 anche per il fatto di aver esposto la cultura e le tradizioni del Kazakhistan allo scherno dell’Occidente. A detta della comunità kazaka, il loro popolo è dipinto come “misogino, barbaro e antisemita”. D’altro canto il Governo kazako ha avuto una reazione del tutto differente, arrivando addirittura ad utilizzare l’espressione di Borat “very nice!” per una campagna promozionale turistica. Vediamo qui sotto le parole di Kairat Sadvakassov, vicepresidente di Kazakh Tourism, a tale proposito.
La natura del Kazakhistan è very nice, il cibo è very nice e il suo popolo, nonostante le battute di Borat, è tra i più simpatici al mondo. Vorremmo che tutti nel 2021 venissero a visitare il nostro Paese, sperimentando il Kazakhistan di persona e capire che la terra di Borat è molto più bella di quanto si aspettino.