Ma Rainey’s Black Bottom: recensione del film con Viola Davis e Chadwick Boseman
Un intenso inno alla cultura e l'identità degli afroamericani
Ma Rainey’s Black Bottom, di cui vi proponiamo la recensione, è un film vibrante ed emotivo. Tratto dall’omonima opera teatrale dello scrittore August Wilson, non è solo una biografia di Ma’ Rainey, ma è molto di più. La storia che racconta fa riflettere ed emozionare; è una porta dalla quale per un’ora e 40 minuti si entra nella vita degli afroamericani di Chicago. Un inno alla loro cultura e alla loro identità, accompagnati in questo viaggio dal ritmo suadente e viscerale della loro musica: il blues. La storia è ambientata sul finire degli anni 20′, con la Grande Migrazione che ha visto un numero consistente di persone di colore, spostarsi al nord. L’urbanizzazione, l’industrializzazione e l’affacciarsi del capitalismo, hanno spinto gli afroamericani ad abbandonare il sud.
Promesse di nuovi impieghi li hanno fatti uscire dalle piantagioni di cotone per attirarli in città, dove li attendeva un’altra forma di schiavitù. Il nord era infatti il posto in cui regnava l’intolleranza e una volta arrivatovi c’era di nuovo il pregiudizio da combattere. Ma Rainey e i suoi musicisti hanno cominciato a farsi strada in questo luogo poco ospitale e lo hanno fatto tramite la loro musica. A dare vita a questi personaggi troviamo una vigorosa e rude Viola Davis e un intenso e lacerante Chadwick Boseman, alla sua ultima performance cinematografica. Ma senza dilungarci oltre esploriamo meglio la pellicola nella nostra recensione.
Indice:
La trama – Ma Rainey’s Black Bottom, la recensione
Ma Rainey è la regina del blues. In Georgia, sua terra natia, conquista e affascina le folle ma dopo aver firmato un contratto con una casa discografica di Chicago decide di trasferirsi nella città. Insieme a Ma, anzi prima di lei, arriva la sua band di cui fa parte Levee, il trombettista che non sa stare al suo posto. Ma, è una persona autoritaria, decisa e diretta: è lei a dettare le regole, tutte. Levee però non è d’accordo. Ha talento e vorrebbe che questo gli venisse riconosciuto; cerca visibilità e questo lo porta ai ferri corti con la cantante del gruppo. Due personalità così forti, preponderanti e decise, consapevoli delle loro capacità musicali e che saranno inevitabilmente destinate a scontrarsi. I due momenti chiave dei film ci regalano rispettivamente le due performance straordinarie di Boseman e della Davis, fino all’inaspettato e brusco finale.
Lo stufato
Al centro di Ma Rainey’s Black Bottom di cui state leggendo la recensione, non c’è solo la storia biografica di Ma, ma con lei si parla degli afroamericani. Sia lei che la band si intrattengono in lunghi e profondi dialoghi sulla loro condizione in quegli anni. Gli uomini della band, così come Ma, sono sempre guardinghi nei confronti dei bianchi e hanno trovato un loro modo per gestire le relazioni con quest’ultimi. Levee invece è l’unica voce fuori dal coro. Il giovane e ambizioso trombettista è impaziente di ottenere il suo posto sotto al fascio di luce. Nella prima parte del film, Toledo, il pianista, in un breve monologo descrive quella che era la condizione degli afroamericani. Uno stufato è fatto di tanti ingredienti, è un’amalgama ricca di sapori che conquista i palati. I vari ingredienti sono tutte le tribù dell’Africa ognuna con la sua cultura.
Gli afroamericani in quel momento, in quel contesto si sentono solo degli avanzi. Sono così perché l’intolleranza, il razzismo e la schiavitù li hanno portati ad annullarsi. Ciò che invece devono fare è reagire, cercare di trovare il proprio posto ed essere fieri delle loro identità. Questo invita a riflettere su come nonostante siano passati anni e anni da quei tempi, forme di intolleranza e razzismo sono presenti ancora oggi. La diversità e l’individualità in essa sono fondamentali, costruiscono l’identità. E quale modo migliore per esprimerla nel film e nella realtà se non attraverso la musica? Il blues con il suo ritmo sinuoso e coinvolgente richiama il calore, la vitalità e la passione di queste culture. Una musica in cui regna Ma la cui voce molti desiderano intrappolare su un disco. Lei è l’incarnazione di questa identità che non si nasconde e cammina fieramente a testa alta.
Intensità
Proseguendo con la recensione di Ma Rainey’s Black Bottom, ribadiamo come questo sia un film forte. Questa carica emotiva non arriva solo dalle vicende raccontate, ma anche dal modo in cui questo viene fatto. La storia si dipana interamente nello studio di registrazione intriso del caldo afoso di agosto. I dialoghi sono serrati, e soprattutto nella prima parte del film, c’è un fitto e carico scambio di battute che cattura lo spettatore. Ogni battuta trasuda emotività e racchiude pensieri diversi su questa cultura. Toledo, la band e Ma sono amareggiati e nelle loro parole c’è la rassegnazione di chi ha ormai scelto di convivere in modo precario e guardingo con i bianchi. In Levee invece c’è l’intensità vibrante di chi non si accontenta di queste condizioni. Chi desidera conquistarsi il proprio spazio in questo mondo e non accetta il compromesso. Chadwick Boseman regala momenti di un’intensità disarmante.
Un monologo sul passato del suo personaggio tocca le corde emotive di ogni spettatore e le parole emozionano e lacerano per la brutale realtà che trasportano. Così come il monologo finale, da brividi, che sancisce e riafferma l’essenza del suo personaggio e la straordinaria prova dell’attore. Viola Davis è a sua volta perfetta nella parte di Ma trasponendo la sua personalità imperante e decisa. Altro elemento incisivo e che fa alzare l’asticella della qualità, sono i costumi e la ricostruzione del periodo storico. I colori sono tutti caldi, dal marrone al crema, a ribadire la carica di vita e passione dei protagonisti. C’è poi una scena finale, comparativa, che fa comprendere la differenza tra i bianchi e le persone di colore. Loro hanno calore, forza, intensità e verve, i bianchi sono omologati e freddi. Anche nel suo lato tecnico il film ribadisce l’indipendenza e la forza dei suoi straordinari protagonisti.
Considerazioni finali – Ma Rainey’s Black Bottom, la recensione
Avviandoci alla conclusione della recensione di Ma Rainey’s Black Bottom, ve ne consigliamo assolutamente la visione. Riesce ad emozionare e far riflettere attraverso dei dialoghi che sostengono bene la storia; dei protagonisti che colgono l’essenza dei loro personaggi e che portano lo spettatore ad empatizzare con loro. Usa metafore e costruisce scene intense e serrate che coinvolgono chiunque guardi. Vi consigliamo inoltre, per poterlo apprezzare ancora di più, di guardarlo in lingua originale. Tutti gli attori adottano il Black English che nel doppiaggio per forza di cose viene meno e che rafforza invece l’intensità e l’identità dei protagonisti. L’unica critica che ci sentiamo invece di fare è nella conclusione della storia, forse già sancita per un personaggio, ma comunque è un finale inaspettato che in parte depista e lascia sorpresi gli spettatori. Per il resto è un film strutturato con attenzione ai dettagli e alle emozioni che vuole trasmettere.
Un film che lascia negli spettatori sicuramente un senso di amarezza per la realtà rappresentata ma anche una grande fascinazione. A questo contribuiscono sicuramente l’intensità delle performance e l’alchimia tra le idee, i sentimenti e la musica che scalda i cuori trasportandoci alla soglia degli anni ’30. La storia di Ma era poco conosciuta e il film rimedia a questa lacuna. Mostra anche come spesso l’industria musicale sfruttasse questi artisti e la loro musica. Riafferma la necessità e l’importanza di non ripetere gli errori del passato, abbracciando e apprezzando le differenze per la loro bellezza. L’orgoglio di un popolo che è stato per troppo tempo, ferito e calpestato, ma che con la forza è riuscito a risollevarsi. A dimostrare del fatto che sono persone profonde e passionali in grado di regalare al mondo ingrato la loro preziosa musica, essenza delle loro anime e delle loro tradizioni.
Ma Rainey's Black Bottom
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Storia intensa ed emotiva
- Performance straordinaria di Chadwick Boseman
- Dialoghi serrati e coinvolgenti
Lati negativi
- Conclusione inattesa che devia dalla linea narrativa