Capodanno da Kubrick: su Iris la maratona dedicata al regista visionario
Barry Lyndon, Eyes Wide Shut e Arancia meccanica
Quest’anno i festeggiamenti per salutare il nuovo anno dovranno essere diversi dal solito. Niente uscite e niente grandi feste dunque; quale occasione migliore per chiudere la porta sul 2020 con una maratona di film sul divano? Iris ci viene incontro con una maratona di Capodanno dedicata a Stanley Kubrick, con tre film del celebre regista visionario. Si parte alle 21 con Barry Lyndon per proseguire alle 00.30 con Eyes Wide Shut e concludere alle 3.10 con Arancia meccanica. Tre film imperdibili per passare l’ultima notte dell’anno in compagnia di uno dei massimi cineasti del ventesimo secolo. Opere diversissime tra loro che segnano tre tappe fondamentali nella filmografia di Kubrick.
Ad accomunare tutti e tre i film vi sono la visione inconfondibile, la cura estrema e il perfezionismo a tratti maniacale di Stanley Kubrick sul set. Vediamo insieme nel nostro articolo qualche dettaglio e curiosità sui film in onda nella maratona “Capodanno da Kubrick”.
Barry Lyndon, film di pittura e di musica – “Capodanno da Kubrick”, la maratona su Iris
La maratona di Capodanno dedicata a Stanley Kubrick su Iris inizia con Barry Lyndon, film del 1975 con protagonista Ryan O’Neal. Tratto dal romanzo Le memorie di Barry Lyndon di William Thackeray, all’epoca della sua uscita il film non ottenne un grande successo. Oggi Barry Lyndon è considerato una vera e propria pietra miliare nella storia del cinema. Un film di pittura e di musica, un magnifico affresco del Settecento frutto di una ricerca accurata e volta a ricreare atmosfere, personaggi e ambienti nella maniera il più possibile realistica. Per scegliere le ambientazioni Kubrick studiò a fondo i più famosi paesaggisti inglesi del XVIII secolo; le riprese si svolsero fra Inghilterra, Irlanda e Germania. Per i costumi e le scenografie si rivolse invece a stampe, quadri e disegni d’epoca.
Stanley Kubrick decise di sfruttare per le riprese la sola luce naturale con l’ausilio, per girare in notturna, di lampade ad olio e candele. Per fare ciò Kubrick utilizzò per la prima volta nella storia del cinema un obiettivo Zeiss realizzato per la NASA. Obiettivo che gli permise, fra le altre cose, di realizzare alcuni lentissimi zoom all’indietro che portano gradualmente da un piccolo dettaglio al contesto in cui esso si trova. Splendida anche la colonna sonora, con composizioni di Händel (la celebre Sarabanda dalla suite n.4 in re minore), Schubert e Bach riscritte e riorchestrate da Leonard Rosenman. Barry Lyndon vinse quattro premi Oscar: miglior fotografia, scenografia, costumi e miglior colonna sonora.
Eyes Wide Shut: l’ambizione di Cruise e il perfezionismo di Kubrick
La maratona “Capodanno da Kubrick” prosegue su Iris con l’ultimo film girato dal regista. Stanley Kubrick morì il 7 marzo del 1999, esattamente cinque giorni dopo aver consegnato alla Warner il montaggio definitivo di Eyes Wide Shut. Anche l’ultima opera di Kubrick venne accolta alla sua uscita in maniera piuttosto tiepida, se non molto critica. Protagonisti del film sono Tom Cruise e Nicole Kidman, all’epoca la coppia d’oro di Hollywood. Stanley Kubrick girò per 15 mesi; 15 mesi durante i quali Kidman e Cruise furono a completa, esclusiva disposizione del regista.
Un’esperienza decisamente totalizzante, a cui Tom Cruise si dedicò completamente. Ambizioso e desideroso di accontentare Kubrick (incontentabile per tradizione) Cruise, a causa dello stress, sviluppò addirittura un’ulcera. Questo, probabilmente, anche perché la storia raccontata toccava l’attore protagonista in maniera personale, viscerale e profonda. Stanley Kubrick arrivò a far ripetere a Tom Cruise una scena per ben 95 volte fino a ottenere il risultato migliore. Nella scena in questione Tom Cruise doveva semplicemente attraversare una porta.
I’m singin’ in the rain – “Capodanno da Kubrick”, la maratona su Iris
La maratona dedicata a Stanley Kubrick su Iris si chiude a notte inoltrata con un cult assoluto, Arancia meccanica del 1971. Malcolm McDowell è protagonista, nei panni di Alex DeLarge, di uno dei film più controversi e disturbanti della storia del cinema. Stanley Kubrick, fin dall’inizio, non ebbe mai dubbi circa la scelta dell’attore protagonista, al punto che McDowell non dovette nemmeno sostenere un provino. Di contro McDowell non sapeva nemmeno chi fosse Stanley Kubrick e non ne aveva mai nemmeno sentito parlare.
Una delle scene più forti e violente del film è quella in cui Alex e i drughi aggrediscono e molestano lo scrittore e sua moglie. Sembra che Kubrick, alle prove, ritenesse la scena in questione troppo poco d’effetto, quasi piatta. Chiese allora a McDowell di improvvisare facendo qualcosa che fosse completamente fuori luogo rispetto a un contesto così brutale. Gli suggerì di ballare e l’attore, di sua iniziativa, cominciò a canticchiare Singin’ in the rain di Gene Kelly. “Quella canzone esprime euforia” spiegò McDowell tempo dopo “ed è esattamente ciò che prova il personaggio in quel momento”. Kubrick fu talmente impressionato dalla trovata che volle acquisire subito i diritti per l’utilizzo del brano. Il risultato è una scena letteralmente perfetta nel suo essere così agghiacciante, così sbagliata.