La mappa delle piccole cose perfette: recensione del film su Prime Video

Il nuovo film Amazon Original esplora un loop temporale in cui due adolescenti rimangono bloccati

Il loop temporale è diventato ormai un espediente narrativo cinematografico pienamente esplorato. Negli ultimi anni lo si è visto protagonista di pellicole di diverso genere. Auguri per la tua morte lo ha rivoluzionato in salsa horror, mentre il recente Palm Springs lo ha svecchiato con una grande inventiva comica. Non sono mancati poi drammi, action e sci-fi: altri esempi sono infatti Prima di domani, Edge of Tomorrow e Source Code. Il classico capostipite rimane sempre però l’intramontabile Ricomincio da capo con Bill Murray. Ora approda invece su Amazon Prime Video un nuovo loop temporale cinematografico, ma in chiave romantico-adolescenziale. Si tratta de La mappa delle piccole cose perfette, di cui vi presentiamo la recensione.

Tratto dal racconto breve di Lev Grossman, qui anche in veste di sceneggiatore, il film è diretto da Ian Samuels e prodotto da Akiva Goldsman. I protagonisti sono invece due attori noti soprattutto al giovane pubblico delle serie tv: Kyle Allen (American Horror Story) e Kathryn Newton (The Society, Big Little Lies). Al centro della storia c’è un loop temporale che intrappola due adolescenti, due anime simili con la paura del futuro. Un assunto di base non molto originale, che si tenta però di aggiornare con toni sentimentali adatti soprattutto a un target di riferimento più giovane. Questo nuovo prodotto Amazon Original è al di sotto di altre pellicole incentrate sui loop temporali, ma non è assolutamente un disastro. La mappa delle piccole cose perfette possiede senz’altro del potenziale, ma non tutti i giusti ingredienti per poter brillare. Vediamo perché nella nostra recensione.

Indice

Ricominciamo da capo – La mappa delle piccole cose perfette, la recensione

Il film ruota inizialmente intorno a Mark (Kyle Allen), ragazzo intelligente che ormai da tempo vive sempre lo stesso giorno, bloccato in un loop temporale. Tra divertimenti vari ha imparato praticamente quasi ogni dettaglio di quella stessa giornata, fino a quando non capita qualcosa di inaspettato. In piscina Mark incontra la misteriosa Margaret (Kathryn Newton) e si accorge che anche lei è bloccata all’interno dello stesso loop. Incuriosito, cerca di fare subito la sua conoscenza, scoprendo una ragazza prodigio esuberante ma con qualche segreto. L’intesa tra i due è immediata e porta alla nascita di un profondo rapporto di amicizia. L’eterno ripetersi delle loro giornate li induce inevitabilmente a riflettere sul significato di una simile eternità e sulla chiave per uscirne.

Mark e Margaret finiscono per elaborare un particolare progetto: trovare tutti quei piccoli momenti perfetti racchiusi in quella giornata. Minuscoli attimi di vita che in un normale scorrere del tempo sarebbero passati inosservati. Questa ricerca porta i due ragazzi a scoprire quanto quel giorno sia unico, in grado di far apprezzare la vita, che il più delle volte si ritiene imperfetta e ingiusta. Inoltre potrebbe nascondere anche la via d’uscita per tornare alla normalità. Se Mark sembra più intenzionato a uscire dal loop, Margaret invece è ancorata a qualcosa che non vuole lasciare andare.

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The Map of Tiny Perfect Things. FilmNation Entertainment, Weed Road Pictures, Wishmore Entertainment

Loop temporale in salsa teen

Uno dei pregi del film è senz’altro l’inizio della vicenda in medias res, proprio come avviene in Palm Springs. Quando vediamo per la prima volta Mark destreggiarsi fra gli eventi di una giornata ormai conosciuta a memoria, non sappiamo come il loop sia iniziato. Il ragazzo lo vive già da molto tempo e di lì a poco scoprirà l’esistenza di Margaret. Con l’incontro dei due protagonisti, inevitabilmente il film intraprende il percorso battuto già da altri film incentrati su un loop temporale. Il continuo ripetersi di uno stesso giorno induce Mark e Margaret a riflettere sulla vita, su ciò che manca o su cosa possa definire la nostra esistenza. Semplice ma al tempo stesso interessante la lezione che entrambi imparano sul cogliere l’attimo, sul vedere veramente e percepire le piccole perfezioni che ci passano innumerevoli volte davanti gli occhi.

In quel loop infinito i due protagonisti comprendono dunque che in quella trappola si nasconde qualcosa di unico e meraviglioso. Il percorso di scoperta di Mark e Margaret è accompagnato da toni che ci permettono di apprezzarlo al meglio. La componente teen della storia poteva essere veicolo di troppa sdolcinatezza o drammaticità fin troppo caricata. Invece fortunatamente si opta per la spensieratezza che contraddistingue i due protagonisti e i più giovani in generale. Questo rende la ricerca delle piccole cose perfette più appassionante e coinvolgente, con emozioni e sensazioni assolutamente realistiche. Empatizzare con i personaggi diventa così più facile, grazie anche alle ottime performance di Kyle Allen e Kathryn Newton.

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The Map of Tiny Perfect Things. FilmNation Entertainment, Weed Road Pictures, Wishmore Entertainment

Un film colorato – La mappa delle piccole cose perfette, la recensione

Sono proprio le prove dei due attori protagonisti a essere uno dei motori principali del film. Allen e la Newton risultano assolutamente convincenti nei loro personaggi. Le loro performance sono caratterizzate da un’ottima dose di naturalezza e realismo, in grado di far empatizzare con loro il target di riferimento della pellicola. I due sono anche in grado di restituire la forte chimica che viene a instaurarsi da subito fra Mark e Margaret. La regia di Ian Samuels segue i due interpreti, tentando di comunicare anch’essa la leggerezza e la vivacità con cui si muovono i personaggi. Tuttavia non si riesce a mantenere sempre questo ritmo e in diversi momenti la regia si fa anonima e poco ispirata. Lo stesso accade con il montaggio, non ritmato e scanzonato come in Palm Springs. Un peccato perché si poteva esprimere meglio a livello tecnico l’esuberanza teen, che giova molto a questa narrazione.

La mappa delle piccole cose perfette segue però le orme del film di Max Barbakow sul colore. L’opera di Samuels è ricca di calore, luce e vivacità grazie a un sapiente uso della fotografia. Questa è impostata infatti su accesi colori pastello che restituiscono una certa intimità e calore. Una fotografia calda e accogliente che avvolge e circonda i protagonisti. Ma valorizza al meglio anche le ambientazioni con cui Mark e Margaret entrano in profonda connessione, scoprendo significati importanti per la loro crescita.

Manca qualcosa

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The Map of Tiny Perfect Things. FilmNation Entertainment, Weed Road Pictures, Wishmore Entertainment

Questa recensione de La mappa delle piccole cose perfette ha voluto sottolineare diversi aspetti piacevoli della pellicola. Il film infatti è in grado di comunicare al meglio il giovane sguardo dei protagonisti. Entrambi non sono solo belli, ma anche intelligenti e credibili nei loro pensieri e sensazioni. Il giovane pubblico di riferimento non faticherà sicuramente a entrare in empatia con loro. Il film risente però di alcune debolezze importanti, a partire dal confronto con altre opere incentrate su loop temporali. Senz’altro La mappa delle piccole cose perfette non pretende di competere con esse, ma una certa somiglianza con Palm Springs induce inevitabilmente a un confronto. Questo avviene soprattutto sul piano del ritmo. Se il film di Barbakow non prendeva mai fiato nella sua scanzonata e folle corsa, quello di Samuels sembra perdere la sua piacevole freschezza durante il suo svolgimento. Sopraggiunge infatti una maggiore staticità che appesantisce notevolmente la fruibilità.

Da discutere anche il mancato approfondimento di alcuni aspetti. Nonostante verso la fine si arrivi a scavare più a fondo nei personaggi, si rimane tuttavia ancora in superficie, senza aver restituito un quadro psicologico completo. Inoltre diverse domande relative ai meccanismi del loop rimangono senza risposta. Questo tuttavia non pesa notevolmente sul risultato finale, poiché è mantenuto un alone di mistero non spiacevole. Sommando i vari aspetti del film, si può affermare che La mappa delle piccole cose perfette è un prodotto con un forte potenziale. Il problema è che sono stati adoperati diversi ingredienti sbagliati per svilupparlo. Senz’altro però la pellicola riesce a farci guardare, con gli stessi occhi sognanti dei protagonisti, la perfezione che si cela nei piccoli atti del quotidiano. L’esperienza di visione è dunque godibile e piacevole: 100 minuti per chi cerca svago e spensieratezza ma senza superficialità.

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La mappa delle piccole cose perfette

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Questo loop temporale in salsa teen funziona grazie a toni spensierati e a riflessioni semplici ma interessanti
  • Kyle Allen e Kathryn Newton offrono performance molto convincenti, in grado di far empatizzare il pubblico con i loro personaggi
  • Gli accesi colori pastello che avvolgono i protagonisti valorizzano al meglio anche le ambientazioni

Lati negativi

  • Il film perde con il tempo la sua piacevole freschezza, a causa di una regia e un montaggio che non mantengono sempre il giusto ritmo
  • Alcuni aspetti dovevano essere maggiormente approfonditi

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