Non succede, ma se succede… – Recensione del film di Jonathan Levine
La commedia dissacrante con Charlize Theron e Seth Rogen disponibile su Prime Video
Cosa accadrebbe se venisse eletta una donna come Presidente degli Stati Uniti? E come è vista dall’opinione pubblica una donna che si trova a concorrere alle elezioni presidenziali? Queste sono solo alcune delle domande a cui prova a dare una risposta Non succede, ma se succee, film diretto da Jonathan Levine e di cui vi proponiamo la recensione. Il tema della presidenza è un espediente narrativo molto amato ad Hollywood. Un filone usato sia sul grande che sul piccolo schermo. Indipendence day, Air Force One, L’uomo dell’anno, House of cards, Una donna alla Casa Bianca sono solo alcuni dei titoli che rimandano al clima che si respira alla White House.
Alla numerosa schiera di film e serie tv dedicati all’ambiente presidenziale si è aggiunto anche Non succede, ma se succede… La pellicola riesce a distinguersi nel genere presentandosi come originale commedia romantica condita saggiamente con numerosi momenti di dissacrante umorismo. Elementi, romanticismo e comicità, che sono risaltati dalla scelta di scritturare per i ruoli da protagonista due attori che non ci saremmo mai aspettati di vedere fianco a fianco. Stiamo parlando di Charlize Theron, che non vedevamo da tanto in una commedia sentimentale, e di Seth Rogen, conosciuto per lo più per ruoli comici. Il film, presentato al South by Southwest nel marzo del 2019, è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane nell’ottobre dello stesso anno. Di seguito ecco la recensione del film Non succede, ma se succede… attualmente disponibile sulla piattaforma Prime video.
Trama – Non succede, ma se succede recensione
Nel 2019, Charlotte Field, Segretario di Stato, viene a sapere che il Presidente Chambers non si autocandiderà per il secondo mandato. Il Presidente, infatti, ambisce più a un successo nel mondo del cinema che a quello di Capo di Stato. Nonostante l’iniziale spiazzamento, Charlotte coglie la palla al balzo e riesce a convincere il Presidente a sostenerla come candidata alle elezioni che si terranno nel 2020. Nello stesso momento ci viene presentato Fred Flarsky, un giovane giornalista di New York, conosciuto per i suoi articoli autentici e dai toni graffianti. Proprio per la sua indole indipendente, Fred si vedrà costretto a licenziarsi quando il giornale per cui lavora verrà acquisito dalla Wembley Media. Si tratta di un conglomerato mediatico famoso per diffondere notizie false e propaganda cattiva. Fred non si perde d’animo e inizia a cercare lavoro, attività che si rivela più dura del previsto.
Depresso, e ancora disoccupato, Fred si rivolge al suo amico Lance, che si adopera per tirarlo su di morale. I due amici si ritrovano la sera stessa a una raccolta benefica, che in realtà rappresenta un evento mondano di grande prestigio. Alla festa partecipa anche Charlotte. I due si riconosceranno, non essendo affatto estranei. Charlotte, infatti, in passato era stata la baby-sitter di Fred, nonché una delle prime cotte giovanili di lui. Da questo incontro nascerà una collaborazione. Charlotte, colpita dagli articoli sinceri e sarcastici di Fred, assumerà il giornalista per scriverle i discorsi per la sua “Iniziativa di riabilitazione globale”. La Field intende usare la presentazione di un piano ambientale in giro per il mondo come trampolino di lancio per candidarsi poi come Presidente. Durante gli incontri istituzionali in vari Stati tra i due maturerà un sentimento profondo di amore e di stima.
Critica alla politica – Non succede, ma se succede recensione
Non succede, ma se succede… si presenta dunque come una critica poco velata alla politica americana. Critica che, grazie ai toni leggeri, non risulta faticosa per lo spettatore, né tanto meno bacchettona. Ad eliminare del tutto i toni seri ci pensano i protagonisti. Da un lato abbiamo Seth Rogen, figlio della stand-up comedy, dall’altra l’eterea Charlize Theron, che con questo ruolo ci ha mostrato il suo lato goliardico e irriverente. Una coppia cinematografica che risulta essere vincente dall’inizio alla fine. L’idea di vedere una donna affascinante e sicura di sé accanto a un imbranato articolista, infatti, stuzzica la fantasia di chiunque. È una di quelle situazioni strane che vorremmo vedere più spesso non solo sul grande schermo ma anche nella vita vera. Il loser che viene notato dal winner, è questo che ci fa sognare.
Tra gli attacchi alla politica americana, oltre al fatto che il ruolo presidenziale non sia ancora stato ricoperto da una donna, c’è quello relativo alla questione etica. Per questa recensione è importante far riferimento a quando il Presidente Chambers, infatti, arriverà a ricattare il Segretario Field per farle togliere dalla sua iniziativa politica i piani per preservare gli alberi. Ecco che viene mostrato come in politica spesso si debba scendere a compromessi, o peggio a ricatti, mettendo da parte i propri ideali. Prospettiva che almeno nel film, grazie anche al sostegno dell’integerrimo giornalista al Segretario di Stato, non accadrà. Accanto ai due protagonisti troviamo un cast di attori noti e di grande bravura. Tra questi nominiamo Andy Serkis, che interpreta il magnate dei media Parker Wembley, e Alexander Skarsgård, nel ruolo di Primo Ministro canadese.
La strana coppia – Non succede, ma se succede Recensione
Non succede, ma se succede…, mostra una serie di situazioni e combinazioni che fuori dallo schermo avrebbero davvero poco seguito. Ad ogni modo, il film riesce ad essere un prodotto accattivante. Fa divertire e fa riflettere su temi di un certo rilievo, come la capacità di rimanere fedeli a sé stessi e ai propri ideali. Parlando di situazioni surreali, prima fra tutte troviamo l’idea che una donna venga sostenuta da un Presidente tradizionalista e cialtrone che fa apprezzamenti fuori luogo sul sesso femminile. Il desiderio del vanesio Presidente Chambers di diventare un divo del cinema è comunque un espediente che rende concretizzabile questa circostanza. Almeno in questo film. Altra situazione irreale è proprio l’accoppiata Charlotte e Fred, ovvero, l’accostamento Segretario di Stato e giornalista sbandato.
Rogen e Theron, è proprio il caso di dirlo, formano una strana coppia. Qualcosa che raramente ci aspetteremmo di vedere sulle riviste scandalistiche. Questo aspetto è molto enfatizzato dal regista. Viene, infatti, mostrato come una donna al potere, per piacere ai suoi elettori, dovrebbe curare la sua immagine. Non solo, anche l’immagine del suo potenziale compagno è un aspetto da tenere in considerazione per acquistare punti. Ed ecco perché i due protagonisti non potrebbero stare insieme. Dunque, è proprio la storia di un amore impossibile a catturare l’attenzione. È la messa in scena di una situazione improbabile, alla Notting Hill o alla Pretty Woman, che ci fa innamorare a nostra volta di Charlotte e Fred. L’inarrivabile donna di successo che si innamora del barbuto e disastrato giornalista; la bella e la bestia di una fiaba che prende forma durante una corsa alle presidenziali.
Analisi dei temi – Non succede, ma se succede Recensione
L’elemento romance è dunque molto preponderante all’interno della commedia. A fare da contraltare alla situazione sentimentale sono i molti momenti comici e le situazioni imbarazzanti che danno slancio alla pellicola. Le battute di Set Rogen rendono il film spassoso senza scadere nel demenziale. Allo stesso tempo tra baci e battute vivaci, si fanno strada anche tematiche di un certo spessore. La storia ci presenta due personaggi molto diversi tra loro ma che riflettono gli stessi valori democratici. Allo stesso tempo, Charlotte sarà più volte tentata ad abbandonare i suoi ideali per facilitarsi nella sua ascesa politica. A riportarla sulla retta via è Fred, che le ricorderà della ragazzina carica di speranze e di saldi principi che era e che deve cercare di non tradire mai.
Altro tema affrontato, e in parte già accennato, è quello dell’opinione pubblica. Come i media dipingono una donna al potere? Cosa deve fare una donna per acquisire seguito per una sua potenziale elezione come presidente? In una scena due conduttori televisivi fanno battute di cattivo gusto riferendosi al Segretario Charlotte Field. In un altro momento vediamo lo staff della Field intento in una riunione per ottimizzare l’immagine di Charlotte. L’obiettivo è quello di migliorare delle caratteristiche personali quali, ad esempio, l’eleganza e l’humor. Oltre a ciò, anche il flirt con il Primo Ministro canadese viene visto dallo staff come un ottimo argomento per favorire l’immagine della politica. E così una relazione romantica, qualcosa di personale, finisce per cadere nel calderone dei fattori che possono aumentare il punteggio della candidata.
Considerazioni finali- Non succede, ma se succede Recensione
Giungendo alle conclusioni di questa recensione, possiamo dire che il film riesce nel suo intento: far divertire e pensare. E perché no, anche innamorare. Alla fine, le storie più belle sono anche quelle più surreali. Quelle storie che riescono ad accantonare per un po’ quel pessimismo e quella disillusione che spesso sembrano andare per la maggiore nella vita reale. Il cinema serve anche a questo. Accanto a questo lato irreale, ma magico, ritroviamo anche qualche piccolo difetto. Il finale forse risulta essere troppo sbrigativo e in linea con tutte la più prevedibile delle commedie romantiche.
Nonostante ciò, la storia d’amore riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo fino alla fine. Verrebbe poi da chiedersi: ma l’amore impossibile narrato da Jonathan Levine è impossibile quanto una donna alla Casa Bianca? Quale delle due situazioni al momento sembra più lontana nella Repubblica federale americana? Il film quindi ci lascia anche un messaggio di speranza. Sembra una prospettiva ancora irreale quella di una donna alla Presidenza degli Stati Uniti, sfiorata appena qualche anno fa. Qualcosa che non è ancora successo, ma che, se dovesse succedere, sarebbe interessante poter vivere.
Non succede, ma se succede...
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- Il tono irriverente della commedia romantica
- L’accoppiata strana ma vincente Rogen-Theron
Lati negativi
- Un finale forse fin troppo sbrigativo