Wonder – Recensione del film con Julia Roberts e Owen Wilson

Dopo l’enorme successo dell’omonimo romanzo arriva anche nelle sale italiane l’adattamento cinematografico di “Wonder“. Storia di accettazione, bullismo, sentimenti e punti di vista interpretata dalle superstar Julia Roberts e Owen Wilson. A farla da padrone, però, è lo strepitoso attore bambino Jacob Tremblay. Un film che colpisce nel segno molto più di quanto possa sembrare a una prima impressione e che fa riflettere senza scadere nel buonismo convenzionale.

Scopriamo cosa rende “Wonder” un film davvero riuscito in questa nostra recensione!


“Wonder” e l’accettazione di se stesso

C’è un luogo comune abbastanza diffuso secondo il quale, nell’esatto istante in cui Hollywood decide di affrontare una tematica, allora significa che quell’argomento è stato ufficialmente sdoganato. Un esempio lampante fu “Philadelphia” (1993) di Jonathan Demme, primo film ad alto budget e interpretato da star a sollevare il velo di silenzio sulla crescente diffusione dell’HIV. Il suo successo contribuì ad alimentare il dibattito pubblico al riguardo, accendendo davvero i riflettori sulla piaga dell’AIDS.

Wonder” sembra seguire lo stesso percorso, affrontando di petto il problema crescente del bullismo scolastico nei confronti del debole e del “diverso”. Un argomento che proprio nel 2017, anche in Italia, ha raggiunto percentuali di coinvolgimento degli adolescenti letteralmente drammatiche. Lo fa adattando per il grande schermo il bestseller di R. J. Palacio pubblicato nel 2012 e reclutando volti noti del mondo del cinema come Julia Roberts e Owen Wilson.

“Ognuno dovrebbe ricevere una standing ovation una volta nella vita!”

Wonder Recensione Julia Roberts Owen WilsonAuggie è un ragazzino vittima di una malformazione cranio-facciale. Nonostante innumerevoli interventi chirurgici il suo volto continua ad essere “diverso” e questo lo ha portato a crescere senza amici e vita sociale. Con l’approvazione dei genitori, però, Auggie sceglie di fare un tentativo quando raggiunge l’età per la Middle School. Ovviamente l’impatto con i neo-compagni di scuola non è facile nei primi tempi; scherzi crudeli e l’epiteto “mostro” perseguitano frequentemente il ragazzino. Eppure, complice la sua cocciutaggine e il sostegno di “pochi ma buoni”, il giovane protagonista saprà farsi strada fra la diffidenza.

Il regista Stephen Chbosky (“Noi Siamo Infinito”) sceglie di rispettare la struttura del romanzo in cui i singoli capitoli sono raccontati dal punto di vista di personaggi differenti. Così la convenzione narrativa della Voce Over, sempre a rischio didascalismo, qui funziona meglio che in altri casi e rappresenta un valore aggiunto anche in termini di ritmo. “Wonder“, infatti, tocca tutti i passaggi classici di storie come questa e lo fa senza perdere di vista nessuno dei temi e dei personaggi.

Quando la Star diventa una (ottima) Spalla

Il volto di Auggie è il centro dell’intera storia e, di conseguenza, quello su cui la macchina da presa di Chbosky si concentra di più. È un volto che turba, che mette a disagio ma che, improvvisamente, sa diventare rassicurante e persino simpatico appena lascia trapelare la personalità di chi ci deve convivere. In questo fa un lavoro egregio il piccolo Jacob Tremblay, attore strepitoso che avevamo scoperto nell’ottimo “Room” (2015). La vasta gamma di emozioni che mette in campo nonostante il pesante make-up è ammirevole e il grande merito del regista è quello di utilizzarlo senza strafare, senza eccessi drammatico-svenevoli. Anche le scene più intense sono trattenute e capaci di interrompesi prima di scadere nel patetico, dote rara per una storia ad alto rischio “lacrimuccia”.

Ma quindi, se la vera star è Tremblay…cosa fanno Julia Roberts e Owen Wilson? Fanno le spalle! I due attori si mettono al servizio del piccolo protagonista e tratteggiano due figure genitoriali ricche di sfumature che, però, non oscurano mai la storia con la loro fama. Se Wilson gioca sul sicuro con la consueta figura di “Adulto-Bambino” è la Roberts a colpire nel segno. Le bastano poche scene e pochi sguardi per confermare quanto il Cinema contemporaneo abbia ancora bisogno di attrici complete come lei. Materna ma non priva di difetti, tanto amorevole quanto determinata, è un ritratto femminile sfaccettato che usa divinamente il tempo a sua disposizione.

Non tutto gira intorno a Auggie

Se questo film ruotasse interamente intorno alla storia di Auggie e alla sua necessità di accettazione probabilmente questa recensione non sarebbe così positiva. Certo, ci troveremmo di fronte a una bella pellicola, girata e interpretata con mestiere, ma non brillerebbe per efficacia e originalità. Ciò che distingue “Wonder” da una semplice storia edificante è proprio la scelta sopracitata di adottare più punti di vista.

Questo film non affronta solo le problematiche di un ragazzino di fronte alla cattiveria del mondo esterno ma anche quelle del mondo esterno di fronte a questo ragazzino. Una vicenda come questa impatta anche sull’ambiente e sulle persone che vivono intorno al protagonista, talvolta a sua stessa insaputa. La madre di Auggie ha rinunciato a traguardi professionali per lui mentre i compagni di scuola si scoprono più “immaturi” di quanto pensassero e la cosa non piace loro. La sorella maggiore del protagonista (la deliziosa Izabela Vidovic) è una ragazza che si è sempre fatta in quattro per il fratellino ma che sta attraversando, a sua volta, dei drammi adolescenziali e soffre il fatto che i genitori si focalizzino su Auggie, come se lei non avesse bisogno di loro.

Wonder” fa toccare con mano come simili storie personali abbiano delle ramificazioni capaci di raggiungere anche il contesto sociale in cui si svolgono. In una scena toccante, Auggie si sente dire dalla sorella che “non tutto gira intorno a lui!” Il suo difetto fisico non lo rende automaticamente fonte e causa di ogni gioia e ogni dolore della famiglia e questo dettaglio così vero e ben descritto permette al film il balzo di qualità. Non solo storia edificante ma anche ritratto non banale di come una vita possa toccarne altre in modi inaspettati.

Wonder Recensione Julia Roberts Owen Wilson

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Wonder

Rating - 8

8

The Good

  • Ottimo cast al servizio della storia e del piccolo protagonista
  • Punto di vista non banale e riuscito su un tema risaputo
  • Ammirevole gestione dei toni per non scivolare nella Lacrima Facile

The Bad

  • Più che un difetto un peccato veniale: troppo "zucchero" nelle sequenze finali.

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