Nightmare Alley: Guillermo del Toro parla dei problemi produttivi dovuti al Covid
Il progetto ha richiesto più tempo del previsto a causa della pandemia
Guillermo del Toro ha rivelato un interessante dettaglio delle riprese di Nightmare Alley – La Fiera delle Illusioni, previsto nelle sale italiane il 27 gennaio 2022. Progetto che ha richiesto più tempo del previsto proprio a causa della pandemia. Del Toro non è certo estraneo da problemi produttivi di vario tipo. Viene da dire che sono più i suoi film che non sono andati oltre le prime fasi dello sviluppo, che quelli arrivati in porto (a proposito di Pinocchio). In questo caso, il film ha subito una sorte particolarmente avversa dal momento che, arrivati quasi letteralmente a metà delle riprese, hanno dovuto sospendere la produzione. Generalmente i film non si girano in ordine di scena, ma seguendo una logica di ottimizzazione dei tempi, costi dei set e disponibilità degli attori. In questo caso del Toro ha filmato prima la seconda metà. Era riuscito a chiuderla quasi tutta, e si apprestava a lavorare sulla prima ora della storia, quando hanno dovuto sospendere la produzione.
Nightmare Alley: Guillermo del Toro parla dei problemi produttivi dovuti al Covid
Tutto è rimasto sospeso, come ha raccontato il produttore J. Miles Dale.
Quando siamo tornati a Toronto, le persone iniziavano ad essere nervose. Abbiamo girato di notte ed è stato il momento in cui hanno sospeso l’NBA, e la NHL. Il giorno dopo eravamo nello studio, tutti erano nervosissimi. Abbiamo finito alla mezzanotte del 12 marzo e abbiamo girato l’inquadratura master per la scena della macchina della verità, ma non i primi piani.
Guillermo del Toro ha aggiunto che quella notte erano particolarmente contenti di come erano andate le riprese, salvo ritrovarsi con l’umore a pezzi a poche ore di distanza. Sei mesi dopo, tornati al lavoro, non hanno rigirato alcuna scena. Il regista però ha trovato il lato positivo della cosa e racconta:
Il film si stava scagliando su di me a 100 chilometri all’ora ogni dannato giorno. Cercavamo di trovare quell’autenticità e quella realtà del cinema senza essere artificiali. Volevo una certa semplicità. Ad essere onesti, quando ci stavamo preparando credevo che avrei girato questo film facilmente. Non sarà complicato come Pacific Rim. Non c’è trucco, non ci sono effetti visivi o creature al suo centro. Lo stop di sei mesi mi ha permesso di risistemare alcune cose, sia come persona che che come regista. Allora mi sono approcciato al materiale in maniera diversa. Sono stato in grado di vedere le due parti del film come leggermente diverse nello stile. Stavo fisicamente cercando qualcosa di diverso. Non so cosa sarebbe stato il film altrimenti. Ma credo che sia migliore grazie a tutto quello che è successo.