Spider-Man: No Way Home – Recensione del terzo film Marvel con Tom Holland
Nella terza avventura dello Spider-Man di Tom Holland, Peter dovrà vedersela con vecchi nemici provenienti da altri universi
Negli ultimi anni abbiamo visto crescere sempre più la cultura dell’hype. L’aspettativa per qualcosa aumenta gradualmente facendo sì che tutti si interessino, spesso perdendo di vista ciò che poi sarà il prodotto finale. Questo non accade soltanto con i film di grande richiamo ma un po’ con tutto, dalla musica ai videogiochi. L’ultimo film per cui si percepiva un’attesa tanto spasmodica, quasi soffocante, è stato Avengers: Endgame. Il capitolo finale degli Avengers (per ora) è stato addirittura il maggior incasso della storia del cinema, prima di essere scalzato di nuovo da Avatar. Adesso però è il turno di Spider-Man: No Way Home, di cui vi proponiamo la recensione.
Il terzo film dello Spidey del MCU è stato un trend topic per tutto l’anno; dagli infiniti rumours che circolavano sul cast, alle speculazioni sui trailer e addirittura su quando sarebbero usciti altri trailer, per non parlare dei leak e le anticipazioni sulla trama. Di Spider-Man: No Way Home se n’è parlato in tutti i modi, come Spider-Man: Endgame, come il film che avrebbe riportato finalmente il pubblico al cinema, l’ultima avventura di Tom Holland e via dicendo. Ancor prima che esca sappiamo già troppo di ciò che andremo a vedere eppure c’è attesa, c’è aspettativa e Spider-Man non la delude, anzi. Il film dà al pubblico esattamente ciò che sta cercando, tutti i desideri sembrano magicamente esauditi e probabilmente questo è il più grande errore che si potesse fare.
Indice
Trama: ritornano i cattivi – Spider-Man: No Way Home, la recensione
Dopo la battaglia a Londra sul Tower Bridge, Peter Parker crede di aver sconfitto Mysterio che però, prima di morire, ha lasciato un ultimo messaggio. Il villain accusa Spider-Man del suo omicidio e rivela al mondo intero la vera identità del ragazzo sotto la maschera. Nel giro di poco la vita di Peter diventa un inferno e a pagarne le conseguenze sono tutte le persone intorno a lui. Ned ed MJ non vengono ammessi all’università per via di Spider-Man, Zia May è costretta a cambiare casa e la scuola pullula di giornalisti. In un tentativo disperato di sistemare le cose Peter si rivolge all’unico in grado fare qualcosa, Dr. Strange.
L’obiettivo è lanciare un incantesimo che faccia dimenticare al mondo intero l’identità dell’arrampicamuri. Il Dottore decide di aiutare il ragazzo ma mentre lancia l’incantesimo qualcosa va storto. Anziché cancellare Spider-Man dalla testa della gente, l’incantesimo ha iniziato ad attirare persone da altri universi. New York pullula di supercattivi ed in qualche modo sono tutti connessi con Spider-Man, anche se non danno la caccia allo stesso uomo. Goblin, Doctor Octopus, Lizard, Electro e l’Uomo sabbia iniziano a seminare il panico in città e la colpa è soltanto di Peter Parker.
Il sottile filo logico – Spider-Man: No Way Home, la recensione
Il film inizia esattamente dove finiva il precedente e ci catapulta da subito all’interno della storia. Spider-Man: No Way Home ha un ritmo pazzesco e lo si nota già a partire dai primi minuti. La visione è un giro sulle montagne russe e la durata di circa due ore e mezza non si sente minimamente. La trama è ricca di spunti, forse troppi, ma ognuno tiene viva l’attenzione e alta la tensione. In fondo il ritorno dei vecchi villain è un qualcosa di inaspettato e curioso, per cui c’è tanto da approfondire. Purtroppo però, sotto questo punto di vista, Spider-Man: No Way Home è un vero disastro. Il pretesto di base che dà il via alla storia è davvero stupido, sembra che non si volessero sforzare di pensare qualcosa di più originale di una semplice scusa per tirare in ballo l’effetto nostalgia.
Il ritorno dei villain non è infatti ben motivato e tutto ciò che riguarda la cosa è estremamente confuso. Il filo logico che connette insieme tutti gli elementi è sottilissimo e se ci si pone qualche domanda di troppo scompare. Voler inserire così tanti elementi, personaggi e sottotrame ha finito per schiacciare il film che non riesce a gestire tutto insieme. La trama va avanti di forzature, incongruenze e trovate al limite totalmente ingiustificate. I cattivi poi sono decisamente troppi. Lizard e l’Uomo Sabbia non sono altro che fantocci in CGI piazzati lì soltanto per far numero ed accrescere l’hype dei fan, perché poi effettivamente non fanno nulla. Per non parlare della sequenza finale che è un caos sia a livello narrativo che visivo. È uno spreco totale; soprattutto se si pensa che anziché puntare tutto sulla nostalgia con una storia piena di buchi, avrebbero potuto invece scrivere un film.
I fan al primo posto – Spider-Man: No Way Home, la recensione
La trama di Spider-Man: No Way Home ricorda i nefasti di The Amazing Spider-Man 2. Non tanto per quello che accade in scena quanto più per le ambizioni. Entrambi i film presentano una storia dalla portata epica, con infiniti spunti di trama e tanti elementi superflui che si è deciso di inserire. Differentemente da No Way Home, il problema di Amazing era che semplicemente non erano riusciti a gestire la cosa bruciando tutta la carne sul fuoco. No Way Home incasina tutto allo stesso modo ma nel più esplicito tentativo di accontentare i fan dando loro ciò che hanno sempre sognato. Siamo davanti alla sagra del fan-service; riferimenti, citazioni sia nelle battute che nelle inquadrature, personaggi che tornano, interazioni tra personaggi che mai avremmo sperato di vedere insieme, spunti per il futuro e chi più ne ha più ne metta.
Ogni scena è una strizzata d’occhio al fan, ogni scelta sembra subordinata alla volontà del pubblico. Spider-Man: No Way Home non si sforza di creare una trama sensata perché non ne ha bisogno, il fan-service basterà a tenere gli appassionati zitti e buoni. Non tutto è da buttare e molte sequenze sono davvero emozionanti anche se telefonate, ma è l’esagerazione che rovina. È l’ultimo film della trilogia, si parla di Multiverso e tornano i cattivi, il fan-service è alla base della trama, o è la trama a essere una base per il fan-service? Con un incipit del genere ci si aspetta ovviamente i dovuti ammiccamenti, ma se per rendere felice il pubblico c’è bisogno di prostrarsi ai suoi desideri sacrificando la creatività allora abbiamo un problema.
Lacrime virili
Oltre ai difetti elencati in questa recensione, Spider-Man: No Way Home ha anche dei lati positivi. Più dei due precedenti questo è un film estremamente emotivo. Tom Holland ha detto di aver vissuto le riprese come la fine della saga e la cosa si sente. I personaggi raggiungono il loro apice con uno sviluppo ben costruito e nessuno è lasciato indietro. Qui più che mai ci affezioniamo alla MJ di Zendaya ed al simpatico Ned Leeds; anche zia May ha finalmente un ruolo maggiore e non è più soltanto la zia sexy di Peter. Persino i villain, nonostante siano inseriti molto a caso, sono ben trattati. Alcune caratterizzazioni provenienti dai film precedenti vengono cambiate ma c’è rispetto per la materia originale e la deriva presa non è affatto male. Si è colta l’occasione per ridare dignità all’Electro di Jamie Foxx che proprio nel già menzionato Amazing 2 era piuttosto ridicolo.
Mentre ne hanno tolta al Doc Ock di Alfred Molina, che assume quasi le sembianze di un comic relief ma tutto sommato funziona bene. Non c’è dubbio che il fan-service abbia poi anche effetti positivi ed infatti alcune scene sono a rischio lacrima. In mezzo a tanta gente, protagonista assoluto, come è giusto che sia, è Tom Holland. L’attore interpreta un Peter Parker alle prese con la sua sfida più grande, sul punto di mollare e tradire le responsabilità che derivano dai suoi poteri. No Way Home è il terzo capitolo ma sembra quasi l’origin-story di un eroe che è sempre stato supportato da qualcuno, fosse Iron-Man o Nick Fury e che finalmente si ritrova da solo. Spider-Man ne uscirà cambiato ed il finale del film farà sembrare l’intera trilogia come l’arco di formazione di un personaggio che sembra avere appena iniziato.
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- La componente emotiva del film si fa sentire
- Ritmo serrato che alleggerisce di molto la durata
- Personaggi tutti ben sviluppati, Peter Parker in particolare
Lati negativi
- Fan-service eccessivo e preponderante
- La trama è piena di incongruenze, forzature e trovate poco sensate