Hawkeye: recensione della serie tv targata Marvel
La serie disponibile su Disney Plus va a concludere il primo anno degli show Marvel con una storia di Natale divertente e brillante
È passato quasi un anno dal debutto delle serie tv targate Marvel, uno dei progetti più ambiziosi che il MCU abbia mai presentato. L’intreccio tra show televisivi e film ha dato i suoi frutti. Sia se si osserva il crescente numero di spettatori fidelizzati al marchio; sia sull’universo narrativo che si complica e amplia sempre più ad ogni nuova uscita. E Hawkeye, di cui vi proponiamo la nostra recensione non fa eccezione.
WandaVision, The Falcon and The Winter Soldier e Loki hanno un legame profondo che le unisce: la volontà di distaccarsi dall’universo filmico per avvicinarsi ad una narrazione più introspettiva con temi cardini quali il lutto, il dilagante razzismo statunitense e la redenzione di uno dei villain più apprezzati. Con lo show dedicato ad Occhio di falco ci si spinge in un’altra direzione.
Come le precedenti serie che focalizzano l’attenzione su personaggi secondari non molto approfonditi dai film, Hawkeye si concentra sull’arciere Clint Barton. L’eroe non ha nessun potere particolare e gioca un ruolo importante come spalla di Black Widow, ma non all’interno degli Avengers stessi. Ma Hawkeye non è solo una serie di redenzione per il protagonista stesso. Lo show vuole essere una serie natalizia che coniuga la commedia, l’action e che ci conduce sempre più vicini al Multiverso, con l’introduzione di vecchi e nuovi volti che, con molta probabilità, rivedremo in progetti futuri.
Indice
- Un insolito Natale a New York
- Un buddy movie dal sapore natalizio
- Passaggio di testimone
- Considerazioni tecniche
- Conclusione
Un insolito Natale a New York – Hawkeye, la recensione
Un anno dopo gli eventi di Avengers: Endgame, Clint Barton si ritrova a New York con i suoi figli per passare assieme i giorni antecedenti al Natale. I loro piani prevedono di vedere un discutibile musical sugli Avengers e visitare la città addobbata prima di tornare a casa per passare le festività insieme. La costruzione della casetta di pan di zenzero e la maratona di film è irrimediabilmente rimandata quando Ronin si rifà vivo tra le strade di New York. Ad indossare il costume è, però, Kate Bishop. La ragazza si ritrova ad essere scambiata per Ronin a causa di conseguenze poco fortunate, che la vedono protagonista di una misteriosa asta dove gli oggetti appartenuti ai supereroi vengono venduti a prezzi esorbitanti. Un fraintendimento che porterà Kate e Clint sulla stessa strada.
Ma Kate, oltre ad essersi improvvisata detective ed eroina, è una grande ammiratrice di Occhio di falco. Il primo incontro fra i due – quello che segna la vita di Kate per sempre – è avvenuto quando era appena una bambina. Nella battaglia di New York, durante la quale un’invasione aliena ha distrutto la città, Kate ha perso il padre. Ma ha anche visto per la prima volta Hawkeye. Affascinata da un supereroe che affronta situazioni di estremo pericolo senza nessun potere particolare, Kate decide di diventare un’abile arciera. La moltitudine di medaglie e premi dimostra che ce l’ha fatta, ma questo per lei – che vuole seguire le orme del suo mentore – non è abbastanza.
L’apparizione di Ronin, però, ha richiamato in città delle vecchie conoscenze che lo vogliono morto. A capo dell’operazione c’è Maya, una ragazza sordomuta che cerca vendetta per l’omicidio di suo padre.
Un buddy movie dal sapore natalizio – Hawkeye, la recensione
Hawkeye è stato presentato, fin dal trailer, come un’unione tra una commedia natalizia per famiglie e un buddy movie da cui ne riprende l’umorismo.
Con The Falcon and The Winter Soldier si è già esplorato il sottogenere buddy, in cui l’amicizia che lega la coppia protagonista è il centro della narrazione. In Hawkeye quello stesso umorismo viene ripreso in un’ambientazione tra le più tipiche: New York addobbata a festa.
Questi due sottogeneri sono presenti fin dal primo episodio. A partire dalla sequenza in cui Clint e i suoi figli assistono ad uno spettacolo trash sugli Avengers, che setta tutto il tono della serie. Un momento divertente dato dal grottesco musical si scontra con l’assenza di Natasha. Vedova Nera è il fantasma dei Natali passati il cui ricordo e rimorso perseguita Clint.
Quel che accomuna tutti gli show Marvel è il concentrarsi su personaggi poco approfonditi nelle trame sempre più intricate dei film. In Endgame, Clint ha un ruolo rilevante se paragonato alle sue precedenti apparizioni. Ma comunque i suoi tratti predominanti rimangono l’essere un padre di famiglia e il braccio destro di Natasha. Anche in Hawkeye, il protagonista non ricopre un ruolo centrale, ma è accompagnato da una moltitudine di personaggi e di situazioni che richiedono un’introduzione adeguata. Non per questo l’arco narrativo di Occhio di falco viene dimenticato, anzi. Nelle prime puntate Clint si dimostra gentile e disponibile solo con i membri della sua famiglia. Con Kate ha un atteggiamento completamente diverso. Rassomiglia più allo Scrooge dickensiano che ad un mentore.
Passaggio di testimone – Hawkeye, la recensione
È proprio su Kate che la narrazione si sofferma. Per lei e per Echo la presentazione è la medesima: un lungo flashback ripercorre la loro vita. Le ragazze condividono un trauma infantile che è il medesimo per entrambe: la perdita del proprio padre. La trama orizzontale praticamente inesistente nei primi episodi è stata soppiantata dall’inevitabile introduzione di questi due personaggi fondamentali per il futuro della Marvel. Soprattutto alla luce dell’arrivo dello show dedicato a Echo.
Hakweye non è una storia su Clint Barton, ma sul passaggio di testimone che inizia come uno scontro generazionale. Clint ed Eleanor rappresentano la generazione passata, sia da un punto di vista prettamente narrativo dove gli Studios Marvel sono sempre più indirizzati a sostituire i protagonisti delle precedenti fasi con personaggi nuovi e, spesso, più giovani.
Secondo dei rumours (per ora non confermati, sono solamente voci di corridoio) e la direzione che stanno prendendo le serie tv, non è impossibile che sui nostri schermi avremo una nuova generazione di Avengers, già presenti nei fumetti. Il mentore è uno dei cliché più abusati tra le storie di eroi. E anche Hawkeye non fa eccezione.
Il rapporto d’amicizia e di mentore ed allieva tra Kate e Clint è ben rappresentato nei rispettivi archi narrativi e nella chimica tra i loro personaggi. Al contrario di Eleaonor che è sì una madre protettiva che non ha mai fatto mancar nulla a Kate, specialmente dal punto di vista economico, ma che non l’ha mai realmente supportata. Hawkeye non si concentra solo su Clint, ma specialmente sull’evoluzione e sulla crescita di Kate che si distacca dalla sua famiglia per avvicinarsi al ruolo di eroina.
Considerazioni tecniche – Hawkeye, la recensione
La Marvel si è fatta strada soprattutto grazie all’umorismo dei personaggi che ne popolano l’universo narrativo e alle scene d’azione, sempre più spettacolari man mano che la CGI migliora visibilmente. Qui i combattimenti avvengono spesso in un luogo prettamente festivo che mantiene il sentore del Natale fino all’ultimo. Da un inseguimento in auto – in cui la regia fa un ottimo lavoro – con una colonna sonora prettamente natalizia ed albero addobbato usato come punto d’atterraggio. Con le scene d’azione, il trio di registi ha superato le aspettative, con un risultato soddisfacente che ricorda più un film Marvel che le serie uscite questo anno della stessa casa produttrice.
Le prove attoriali, la sceneggiatura composta da un ritmo veloce e battute lanciate una dietro l’altra come le loro frecce sono coinvolgenti fin da subito. Tra gli attori spiccano un Jeremy Renner che riesce a restituire del vigore al suo personaggio e le due new entry: Hailee Steinfeld (perfetta nel ruolo di Kate) e Alaqua Cox che è al suo debutto.
Nelle ultime puntate, la serie acquista un ritmo tutto nuovo. Alle già elencate qualità si aggiunge il vero fiore all’occhiello che è la composizione a mosaico dove si intrecciano singole storyline e una moltitudine di personaggi. L’arrivo di Yelena e del Big boy (per citare Clint) non rubano la scena ai protagonisti, sebbene entrambi i nuovi characters siano ben scritti e gli attori abbiano il giusto carisma. Nessun personaggio sovrasta gli altri. Non c’è un vero e proprio punto nevralgico, ma è una storia corale in pieno clima natalizio.
Conclusione
Prima dell’uscita della serie, era stata dichiarata la volontà che lo show diventasse un classico natalizio, da vedere e rivedere ogni anno. Il risultato non è poi così lontano.
Hawkeye è una perfetta serie natalizia che coniuga le peculiarità delle commedie per famiglie all’umorismo dei buddy movie. Il suo maggior pregio è quello di essere tornato alle origini dei Marvel Studios con una serie d’azione e umoristica, che però non dimentica la tridimensionalità dei personaggi. Ogni attore è perfetto nel suo ruolo. Soprattutto Hailee Steinfeld spicca nel suo primo ruolo alla Marvel Studios.
Il mosaico di storyline, la coralità dei personaggi e la sceneggiatura brillante si fondono alla perfezione con l’action. Inoltre lo show prende ispirazione da molteplici film natalizi. Da Una poltrone per due per l’umorismo che lega i due protagonisti a Mamma ho perso l’aereo per le scene d’azione in cui la fanno da padrona esplosioni, frecce speciali e un negozio di giocattoli che diventa un ring di combattimento. Hawkeye è la perfetta serie da vedere in questi ultimi giorni dell’anno. Ed è anche l’ideale conclusione per questo primo anno di show che non ha deluso le aspettative, ma che ha alzato l’asticella per i futuri progetti.
Hawkeye
Voto - 8
8
Lati positivi
- L'ottima unione tra un buddy movie e una commedia natalizia
- Una sceneggiatura brillante supportata da buone interpretazioni
Lati negativi
- La mancanza di una trama orizzontale adeguata nella prima parte