Una semplice domanda: recensione del docu-show di Alessandro Cattelan
Su Netflix, disponibile dal 18 marzo, il docu-show scritto, diretto e condotto da Alessandro Cattelan
Una semplice domanda, di cui vi proponiamo la nostra recensione, è il docu-show scritto, diretto e condotto da Alessandro Cattelan, disponibile su Netflix, dallo scorso 18 marzo. Si tratta di un mix tra documentario e fiction, serie e programma televisivo. È formato da sei episodi ed è prodotto da Fremantle. Il programma televisivo nasce da un dialogo che c’è tra lo stesso Cattelan e la figlia che gli fa una domanda semplice, ma difficile allo stesso tempo: “Come si fa a essere felici?”.
Da qui, parte il viaggio di Cattelan attraverso il nostro Paese alla ricerca di risposte, incontrando personaggi famosi. Vengono affrontati numerosi temi, dalla religione alla morte, dalla malattia all’aldilà. Il filo conduttore, però, è sempre la felicità. In ogni puntata di Una semplice domanda, inoltre, è presente lo psicoterapeuta Giorgio Piccinino. Seduto al bancone di un bar con Cattelan, lo specialista dà il suo punto di vista professionale riguardo alle tematiche affrontate. Se siete curiosi di conoscere il nostro parere sul docu-show disponibile sulla piattaforma streaming, proseguite nella lettura della nostra recensione di Una semplice domanda.
Indice
- Sei personaggi famosi che provano a dire come si fa a essere felici
- Ci si attendeva un progetto innovativo, purtroppo, però, non sorprende
Sei personaggi famosi che provano a dire come si fa a essere felici – Una semplice domanda recensione
Una semplice domanda nasce da un bisogno personale di Alessandro Cattelan di raccontare i suoi desideri, le sue paure e i suoi ricordi di bambino. Insieme a lui, ci sono sei personaggi famosi che narrano parti della loro vita e delle loro esperienze. Provando, anche, a rispondere alla fantomatica domanda riguardo la felicità. Nel primo episodio, Cattelan va a casa di Roberto Baggio, l’ex campione di calcio. Quest’ultimo racconta il rapporto che ha con il buddismo e parla del suo nuovo hobby. Non mancano riferimenti pieni di malinconia al calcio, la sua vita. Con Baggio si scende nella profondità dell’animo e, ancora di più, sul campo da golf con Gianluca Vialli, nel terzo episodio. L’ex calciatore e dirigente sportivo, infatti, racconta a Cattelan la modalità con cui sta affrontando il suo tumore al pancreas, insieme alla propria famiglia, Di certo, quella con Gianluca Vialli è la puntata più forte emozionalmente e più commovente. La seconda puntata di Una semplice domanda, invece, ha come protagonista Paolo Sorrentino.
Il regista, infatti, fa compagnia a Cattelan per una passeggiata all’aria aperta. Alessandro chiede a Sorrentino di dirigere la rappresentazione di tre suoi ricordi d’infanzia, parlando di religione. A proposito di questo, Cattelan, prendendo spunto da un programma di Sky, crea 4 religioni. Il conduttore, infatti, mette a confronto la fede islamica, ebraica, cattolica e induista. Nel quarto episodio, Alessandro raggiunge un camping in cui è in corso un ritiro pre-matrimoniale. Lì, insieme a Geppi Cucciari, si riflette sull’importanza dell’amore e del matrimonio. E ancora, la quinta puntata ha come protagonista Francesco Mandelli che, insieme a Cattelan, sta dalle 23.00 alle 6.30 in un supermercato. Entrambi, ragionano su cosa significasse essere giovani alla loro epoca e come siano i ragazzi oggi. Il conduttore intervista anche Roberto Giovalli, autore e programmatore di Mediaset negli anni 80 e 90. Noto perché, all’apice della sua carriera, all’età di quarant’anni, ha messo da parte tutto per andare in pensione. Ora si gode il suo tempo libero. Racconta, quindi, il proprio punto di vista riguardo alla malinconia e alla serenità. Nel sesto e ultimo episodio, Cattelan ha un video incontro con Mo Gawdat, ex ingegnere di Google, che dà la propria visione della felicità. Infine, incitato da Elio, raggiunge l’Ungheria per partecipare a X-Factor.
Ci si attendeva un progetto innovativo, purtroppo, però, non sorprende – Una semplice domanda recensione
Nel corso della visione di Una semplice domanda, si può notare che il docu-show di Alessandro Cattelan non funziona come si sarebbe potuto pensare. Il progetto, infatti, non instaura un buon rapporto tra il conduttore e il pubblico e appare egoriferito. Nonostante le storie dei personaggi famosi e i racconti di Alessandro, infatti, lo spettatore non riesce fino in fondo a entrare in empatia con ciò che vede. Come è noto, in scrittura, per avere un approccio più diretto e facile con il pubblico, è molto importante partire da esperienze personali. In questo caso, però, si esagera e lo spettatore rimane lontano dal programma. È interessante l’idea di Cattelan di affrontare il concetto della felicità, purtroppo, però, non viene mai approfondito come si deve. Ogni episodio, infatti, dura poco più di trenta minuti, e né Alessandro e né i personaggi che lo accompagnano nel viaggio riescono a riflettere fino in fondo a ciò che significa felicità.
Lo stesso psicoterapeuta Piccinino, inoltre, nonostante i suoi interventi professionali rappresentino la parte più interessante e significativa del progetto, ha troppo poco spazio. Va bene che ogni singola puntata possa essere diversa l’una dall’altra; purtroppo, però, non riescono a essere collegate tra loro e creano confusione all’interno di Una semplice domanda. Non c’è, infatti, legame tra 4 Religioni e l’incontro con Paolo Sorrentino e si cade troppo spesso in riflessioni troppo semplicistiche. La fotografia dei momenti onirici e la colonna sonora, però, donano la giusta atmosfera alla serie, ma questi elementi non salvano il progetto. Purtroppo, inoltre, lo spettatore è costretto a correre con la propria mente per raccogliere tutti i messaggi che Cattelan e i suoi ospiti comunicano. Il risultato, però, è quasi nullo, perché non è facile farlo in meno di un’ora. L’episodio, infine, meno riuscito è il quinto, quello in cui Cattelan e Mandelli prendono in giro i giovani di oggi, uscendosene con frasi da boomer e poco rispettose. Una delusione, perché da un conduttore che si era perfettamente inserito nel mondo dei giovani, non ci si sarebbe aspettati certe riflessioni. Arrivati alla conclusione della nostra recensione di Una semplice domanda, resta la sensazione di un progetto riuscito solo a metà. Il docu-show è disponibile su Netflix dal 18 marzo 2022.
Una semplice domanda
Voto - 5
5
Lati positivi
- La messa in scena
- La fotografia
Lati negativi
- Scrittura banale, superficiale e sbrigativa