Nella bolla: recensione del film Netflix di Judd Apatow
Una commedia demenziale disastrosa su un set cinematografico in piena emergenza Covid-19
Dal 1º aprile 2022 su Netflix, Nella bolla, di Judd Apatow, è il film di cui vi presentiamo la recensione in questo articolo. Si tratta di una commedia demenziale e grottesca su un set cinematografico allestito durante l’emergenza Covid. La pellicola racconta, infatti, le vicissitudini di una strampalata troupe cinematografica intenta a girare la discutibile serie Bestie della rupe 6. Costretti a lavorare segregati in uno studio cinematografico, isolati dal resto del mondo – nella bolla appunto – il gruppo di attori dovrà vedersela con le proibizioni dovute dalle norme anti-covid, che renderanno ancora più discutibili i risultati della produzione. Diciamo fin da subito che pur partendo da un’idea sulla carta interessante, soprattutto per riflettere sul lato nascosto e non conosciuto della produzione dei film durante il lockdown, Nella bolla è tutt’altro che un film memorabile ed è, anzi, sconsigliato.
Nonostante l’impegno di alcuni degli attori, tra cui Karen Gillan e Pedro Pascal che ce la mettono tutta per tenere a galla la storia, la pellicola risulta abbastanza sfiancante e inconcludente. È alimentata, infatti, da sketch comici (in media non molto brillanti) che si protraggono per circa due ore, senza spunti degni di menzione. L’operazione del regista Judd Apatow doveva essere quella di fare una parodia delle serie tv di serie b, riprendendo gli attori come caricature dei personaggi che le popolano, in un momento di estrema difficoltà come quello di girare un film durante un’emergenza sanitaria. Se questa idea può interessare lo spettatore – se vogliamo per la prima mezz’ora – purtroppo, a causa di una demenzialità banale e per niente sottile, dai trenta minuti in poi Nella bolla diventa un film piuttosto noioso. È lontano, per dire, dalla “demenzialità d’autore” di Ave, Cesare! dei fratelli Coen, che pure ironizza sulle dinamiche dei set cinematografici, con ben più acume e senso del gusto.
Indice:
Satira di serie b su un film di serie b – Nella bolla recensione
Sono tante le cose che in Nella bolla non funzionano. Prima di tutto una coralità quasi anonima, che porta lo spettatore a non empatizzare quasi per nulla con il cast di attori, registi, sceneggiatori, assistenti sanitari incastrati “nella bolla” del set cinematografico. Ciò a causa di una superficialità eccessiva nel delineare i personaggi, che, a ben vedere, appaiono intercambiabili tra loro, senza delle caratteristiche che possano renderli facilmente individuabili e riconoscibili. Sembra quindi che la storia raccontata sia sempre la stessa, per ognuno di loro: cioè il fatto che siano frustrati dall’isolamento Covid, che in qualche modo li costringe a guardarsi allo specchio e a comprendere quanto in fondo siano ridicoli e di come lo fossero già prima dell’emergenza sanitaria. La critica allo sciatto e ipocrita mondo dei film di serie b, però, è più un pretesto per innescare gag assolutamente demenziali. Non è affatto il vero tema del film.
Insomma chi si aspetta un’ironia volta a scoperchiare le contraddizioni insite in un progetto filmico eseguito durante il lockdown, si ritroverà estremamente deluso. La comicità verte più che altro sull’egocentrismo degli attori, sulla loro necessità di fare sesso in un contesto che sembra negarglielo, sull’insensatezza dei film di serie b. Nell’affrontare in questo modo questi temi, però, Nella bolla dimostra di essere a sua volta una pellicola di serie b, che non riesce ad uscire dalla bolla demenziale in cui si è trincerata. La narrazione è troppo poco raffinata e troppo poco varia, perché il film sia definito un buon divertissement (come invece Big Bug, sempre su Netflix, sempre sul tema dell’isolamento). L’impressione finale è quella di un film anarchico, dalla scrittura superficiale e improvvisata, in cui viene inserita a forza una comicità demenziale che stride troppo con il contesto e il tema che si vogliono raccontare.
Poco divertimento e un mockumentary sprecato – Nella bolla recensione
Lo sceneggiatore e regista Judd Apatow (autore di Molto incinta) non fa decollare la storia né i personaggi. Gli attori, anche se si impegnano, rimangono travolti dalla stupidità di quanto raccontato, rimanendo costretti da un copione, che alla stregua di quello de Le Bestie della rupe 6, non potrà mai decollare ma, al contrario, affossarli. Altra grande pecca del film è il fatto che non faccia ridere. I personaggi non vengono nemmeno presentati per bene e subito vi è la pretesa che le loro battute possano suscitare ilarità nel pubblico. Purtroppo questo meccanismo non funziona. Se qualche risata scappa è in relazione alle analogie tra ciò che sperimentano gli attori e ciò che tutti noi abbiamo passato durante il lockdown. Il “colpo di scena” finale, se così lo si può chiamare, è male inserito nella sceneggiatura. Avrebbe potuto essere il motore della narrazione, ma viene relegato al ruolo di una gag.
Si sarebbe potuto sviluppare Nella bolla enfatizzando l’effetto mockumentary, cioè girandolo come un falso documentario. Tale meccanismo è alla base ad esempio della celebre serie tv The Office, in cui le banalità quotidiane, le stravaganze di un capo ufficio assolutamente incompetente ed odioso (Steve Carell) vengono riprese mediante una cinepresa, destinata alla realizzazione di un documentari. La macchina da presa svela il tutto indugiando sulle reazioni dei protagonisti, fortemente caratterizzati già dalla prima puntata. L’effetto realtà conferisce una connotazione grottesca che diverte molto, proprio per l’enfatizzazione della imbarazzante banalità e sciatteria del contesto lavorativo raccontato. Il tutto grazie ad una solida sceneggiatura e ad una verosimile interpretazione degli attori. In fondo era questo il messaggio che voleva trasmettere Nella bolla: mostrare come la troupe di Bestie della rupe, fosse veramente composta da bestie, umane, però. Purtroppo il film, dalla durata davvero eccessiva, fallisce su tutti i fronti nel suo intento.
Nella bolla
Voto - 3
3
Lati positivi
- Tematica delle riprese cinematografiche durante il Covid
Lati negativi
- Troppo lungo e poco divertente
- Comicità grottesca e satira di serie b