La cena delle spie: recensione del film con Chris Pine e Thandie Newton
Su Amazon Prime Video un nuovo thriller con al centro un'intrigante caccia alla spia
Tra le uscite di Amazon Prime Video di aprile 2022 c’è un film che si prospettava interessante per la trama e il cast protagonista. Il prodotto in questione è La cena delle spie (All the Old Knives), di cui vi presentiamo la recensione. Diretta da Janus Metz (Borg McEnroe, ZeroZeroZero), la pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2015 di Olen Steinhauer, il quale si è occupato anche della sceneggiatura. I due protagonisti sono interpretati dal Chris Pine di Star Trek e da Thandie Newton (La ricerca della felicità). Ad affiancare il duo troviamo poi due ottimi interpreti come Laurence Fishburne e Jonathan Pryce. Questo cast si muove negli intrecci di una spy story, in cui si uniscono diversi piani temporali in un serrato confronto fra due spie. Nonostante le buone intenzioni, La cena delle spie è in realtà un film poco coinvolgente, affossato da un andamento fin troppo pacato.
Partendo dalla trama, si può notare un interessante mix tra thriller di spionaggio, dramma e storia romantica. Nel 2012 un gruppo di militari ceceni prende in ostaggio un volo di linea con tutti i suoi passeggeri all’aeroporto di Vienna. Il distaccamento viennese della CIA tenta di risolvere la situazione, ma i passeggeri vengono uccisi dagli estremisti. Otto anni dopo Henry Pelham (Chris Pine) viene incaricato di indagare sui fatti di quel giorno, poiché un terrorista da poco catturato ha rivelato di aver ricevuto informazioni da una talpa interna al distaccamento viennese. Tra i colleghi che gestirono con lui, fallendo, quell’operazione, Henry dovrà interrogare anche Celia Harrison (Thandie Newton), una ex collega con cui aveva instaurato un legame amoroso. I due si incontrano in un lussuoso ristorante americano, in cui si svolgerà un serrato e teso interrogatorio in cui verrà a galla la verità.
Indice
Una spy story dal lento andamento – La cena delle spie recensione
Il thriller da camera, la spy story e il romanticismo sono gli ingredienti principali de La cena delle spie, che pone al suo centro una coppia in un confronto teso a svelare pian piano verità scioccanti e ribaltamenti di prospettive, intrecciando inoltre diverse linee temporali. Come in un romanzo di Le Carrè, a essere valorizzati sono le psicologie dei personaggi e i legami che li uniscono. Per questo motivo nel film non si ricorre a un’azione adrenalinica, ma a numerosi dialoghi e riflessioni. Si imposta così un clima molto calmo, lento, decisamente particolare per un thriller di spionaggio. Questo clima non aiuta a rendere coinvolgente una narrazione in cui è fondamentale cogliere i dettagli e prestare attenzione alle parole dei due protagonisti. Il film dunque si mantiene perlopiù sottotono, in un’atmosfera quasi asettica, in cui i topoi della spy story non sono sorretti da una regia e una sceneggiatura adeguate.
Va detto infatti che nei dialoghi di Henry e Celia non si percepisce una maestria nella scrittura: senz’altro un autore come Aaron Sorkin avrebbe reso il loro confronto decisamente più accattivante; Steinahuer invece non riesce a creare qualcosa di coinvolgente. Lo scrittore non è in grado di mantenere alto l’interesse nel gioco della caccia alla spia, che si fa ben presto ripetitivo e stantio tra flashback e un andamento troppo lento. Un vero peccato perché l’inizio del film è buono e permette di immergersi subito nella storia; inoltre la scomposizione dei piani temporali funziona, senza essere cervellotica come va di moda ultimamente. In questa struttura narrativa però Steinhauer non riesce a valorizzare veramente l’elemento psicologico e nemmeno la suspense di un gioco del gatto col topo. Ad appesantire il tutto è infine l’accento sui toni melodrammatici della storia di Henry e Celia, che diventano preponderanti nella parte finale del film.
Un risultato sufficiente – La cena delle spie recensione
A emergere positivamente ne La cena delle spie è invece il cast di alto livello; entrambi gli attori protagonisti infatti restituiscono una performance davvero convincente. Chris Pine si dimostra a suo agio nelle vesti di spia della CIA e in grado di far risaltare le complessità drammatiche del suo personaggio. Non sempre efficace e palpabile è invece la chimica con Thandie Newton, anche lei impegnata a sottolineare il suo talento. Impeccabili ovviamente Laurence Fishburne e Jonathan Pryce, i quali recitano in brevi momenti riuscendo sempre a catturare l’attenzione. Elementi positivi si notano anche dal punto di vista tecnico del film, soprattutto nelle musiche e nella fotografia. La colonna sonora spesso incalzante di Jon Ekstrand e Rebekka Karijord riesce a far brillare i migliori momenti emotivi e di tensione del film. Da apprezzare anche la fotografia, come sempre composta ed elegante, di Charlotte Bruus Christensen (anche se a volte leggermente patinata).
La bravura del cast tecnico e artistico non è però sufficiente per far emergere La cena delle spie dal gruppo di tante produzioni filmiche destinate allo streaming. Il film di Janus Metz, in sostanza, finisce per assomigliare a tanti altri prodotti accattivanti in partenza e facilmente dimenticabili alla fine, senza avere un nulla di particolare che lo distingua dalla massa. Non basta una forma elegante e l’appeal del cast protagonista per sedurre lo spettatore: occorre anche più sostanza, soprattutto nella scrittura. L’idea narrativa della cena come motore dell’azione filmica è interessante e tutto sommato funziona. Peccato che ben presto il film rivela una mancanza di equilibrio tra i generi in gioco e una difficoltà generale a gestire nel modo corretto il ritmo narrativo e il versante psicologico dei personaggi. La cena delle spie è pertanto solo un film sufficiente, senza infamia e senza lode.
La cena delle spie
Voto - 6
6
Lati positivi
- Una spy story dalle premesse intriganti
- Le performance di Chris Pine e Thandie Newton e il lavoro del cast tecnico
Lati negativi
- La scelta di adottare un ritmo troppo lento e pacato finisce per affossare il film
- Una sceneggiatura che non sa valorizzare davvero i punti di forza in gioco