Hard Cell: recensione della serie comedy di Catherine Tate disponibile su Netflix

L'attrice comica debutta sulla piattaforma streaming con una comedy dall'amaro retrogusto che non convince del tutto

Hard Cell, di cui vi proponiamo la recensione è una serie comedy disponibile su Netflix dallo scorso 12 aprile. Catherine Tate è la creatrice, regista e attrice di questa commedia dal tono ironico che si perde però troppo nelle sue battute, a volte di cattivo gusto. L’attrice è nota al pubblico inglese per i suoi sketch comici e soprattutto per uno show interamente suo, The Catherine Tate Show, andato in onda per tre stagioni dal 2004. Al pubblico italiano invece è nota per aver interpretato il ruolo di Donna Noble nella serie britannica Doctor Who, dove ha recitato al fianco di David Tennant, interprete della decima versione del Dottore.

Hard Cell rappresenta il primo progetto di collaborazione tra l’attrice comica e la piattaforma e va a caratterizzarsi come un mockumentary/ comedy, la cui narrazione è basata su gag e battute che a volte fanno ridere ma altre suonano troppo antiquate e ripetitive. Il punto forte di questo progetto è senza alcun dubbio la performance di Catherine Tate. L’attrice conferma anche dopo diversi anni di assenza delle scene e dagli schermi, la sua straordinaria capacità di calarsi perfettamente nei personaggi e di riuscire ad interpretarne ben sei. Non ci dilunghiamo ulteriormente e passiamo ad analizzare meglio i pregi e i difetti di Hard Cell nella nostra recensione.

Indice: 

Hard Cell recensione.
Hard Cell recensione, Leopard Pictures, Netflix

La trama – Hard Cell recensione 

Laura Willis (Catherine Tate) è una ex organizzatrice di eventi che si trova, per una serie di circostanze, a dirigere un carcere femminile nell’Essex. La donna nonostante tutto cerca di fare del suo meglio per gestire la struttura, anche se non ha idea di come si debba fare. Al suo fianco il consiglio carcerario ha inserito Dean, che ama definirsi il suo numero due, e che mal sopporta Laura, ricambiato. All’interno del carcere ci sono donne condannate per diversi reati, ma tra tutte spiccano alcune detenute interpretate dalla stessa Tate: Ros, una donna irlandese che è riuscita ad incastrare un uomo per rubargli i soldi con cui conta di scappare una volta scontata la pena insieme alla madre (altro personaggio interpretato dall’attrice inglese); Big Viv, una scozzese rozza e irascibile ossessionata dalle Kardashian di cui si diverte a fare costantemente l’imitazione; ed Angie che è in attesa dell’udienza ma che si professa innocente. 

E poi c’è Marco, una guardia poco soddisfatta del suo lavoro e troppo concentrato sul suo perfetto aspetto estetico. Laura crede fortemente nel concetto della riabilitazione attraverso la creatività. Per questa ragione ha deciso di far recitare le detenute in un musical: West Side Story. Per gestire il tutto chiama Cheryl Ferguson, un’attrice nota per il suo ruolo in un’amata fiction britannica. Da quel momento le detenute dovranno lavorare per realizzare questo musical e dimostrare a chi è fuori che, nonostante gli errori fatti, vogliono rimediare e redimersi. Tra gag e situazioni estremizzate, il gruppo dovrà arrivare al giorno dell’esibizione.

Un’ironia che non convince del tutto – Hard Cell recensione 

Il tono di Hard Cell, di cui state leggendo la recensione, è indubbiamente comico. Nella costruzione delle sue atmosfere richiama un po’ a The Office, ma troppo spesso la serie scivola su delle battute di cattivo gusto, ripetitive e che non raggiungono lo scopo prefissato. Sia chiaro non è sempre così. Ci sono delle gag oggettivamente divertenti che riescono a far ridere. Se da una parte infatti le dinamiche tra Laura e Dean, le volte in cui Laura scambia Cherly per una detenuta, o l’incomunicabilità tra loro e una detenuta Gallese dall’accento incomprensibile – che non scade nel derisorio – ce ne sono altre che sfruttano stereotipi ed espedienti di bassa qualità che possono risultare fuori luogo. Ma se l’ironia non funziona come ci si aspetta, ciò che spicca è la performance di Catherine Tate che riesce ad interpretare benissimo i suoi sei personaggi, alcuni meglio di altri. Ottimi gli accenti riprodotti di Viv e Ros(fondamentale per la comprensione dei personaggi e delle performance guardare la serie in lingua originale) ma le loro caratterizzazioni – soprattutto la prima – non vengono esplorate. 

Marco e Angie invece sono forse i più riusciti, con un’ironia sottile e più convincente il primo, mentre con una performance sorprendente la seconda. La maggior parte delle gag poi si basano su un’ironia tipicamente inglese e riferimenti radicati nella cultura del paese, che a volte l’adattamento riesce a rendere altre un po’ meno. Un elemento interessante della serie è poi l’idea di base di Laura, che nonostante i suoi difetti, è genuinamente convinta che la creatività possa aiutarle. La sua costanza in questo da i suoi frutti. I personaggi delle detenute dimostrano impegno e apprezzano il tentativo della direttrice di sopperire le sue mancanze con un’attenzione alla loro crescita personale. Alcune storie colpiscono più di altre e meritavano di essere approfondite maggiormente. Dall’altra invece la sua incapacità di gestire la prigione causa problemi decisamente spiacevoli. Insomma è una responsabile sicuramente dalle buone intenzioni ma troppo superficiale nel ruolo che le è stato assegnato. Questo comportamento però la rende divertente.

Hard Cell recensione2
Hard Cell recensione, Leopard Pictures, Netflix

Considerazioni conclusive  – Hard Cell recensione 

Prima di concludere la nostra recensione di Hard Cell va fatto notare il format che la serie adotta e che la rende sicuramente facile da guardare. Tutti i personaggi interagiscono quasi costantemente con la telecamera in quanto il carcere è una sorta di set. Tutto quello che accade è registrato da un troupe con cui interagiscono. La sceneggiatura a volte regala delle dinamiche convincenti e che ma alcune delle battute che dovevano far ridere non lo fanno. Insomma Hard Cell aveva il potenziale per essere un ottimo prodotto di intrattenimento e forse i fan della Tate che erano entusiasti di rivederla sullo schermo possono rimanerne in parte delusi. I difetti si spostano anche nel poco spazio dedicato alla storia soprattutto nella seconda parte.

Proprio in questa c’è un’evoluzione interna nel corso degli episodi. Infatti gli ultimi risultano complessivamente migliori dei primi con un finale che sorprende e fa prendere alla serie una direzione inattesa. Anche in nome di questo però c’è da chiedersi quale volesse essere l’effettiva natura della serie: solo comedy o anche qualcosa di più? Magari si è tentato con la prima stagione in attesa di approfondire il discorso con la seconda, se verrà realizzata?Il potenziale comico c’era ma la direzione  superficiale intrapresa e il poco tempo investito per caratterizzare i personaggi e dare loro più spessore, fanno sentire il loro peso. Insomma Catherine Tate non delude (totalmente) nelle sue interpretazioni e riesce a strappare qualche risata, ma oltre a questo purtroppo non riesce ad andare. 

Hard Cell

Voto - 5

5

Voto

Lati positivi

  • La performance di Catherine Tate
  • La premessa della storia

Lati negativi

  • Alcune battute risultano troppo ripetitive e fuori luogo
  • Personaggi e storia poco approfondita soprattutto verso la fine quando la narrazione si stava facendo più interessante

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