Netflix perde 200mila abbonati e crolla in borsa: primo calo in dieci anni
È dal 2011 che non accadeva una cosa simile
Dopo anni di crescita indiscussa, Netflix inizia a crollare: dall’inizio dell’anno c’è stata una perdita di quasi 200mila abbonati, con la previsione di perderne altri due milioni nel trimestre in corso. È la prima volta in dieci anni che il colosso dello streaming accusa una perdita di abbonamenti. Investitori, analisti e dirigenti avevano previsto una prima parte dell’anno difficile per la società di streaming, ma si aspettavano comunque che il colosso aggiungesse 2,5 milioni di abbonati al proprio pacchetto. Invece non è andata come previsto, e le azioni, già in calo di oltre il 40% quest’anno, sono crollate del 25% negli scambi after-hours.
La società ha indicato alcune cause per i dati negativi e tra queste spiccano la condivisione delle password e la crescente concorrenza. Ma i fattori che hanno portato al crollo degli abbonati posso essere molteplici: consideriamo la pandemia tra questi, che aveva dato una notevole spinta alle cosiddette stay at home stock. Inoltre, Netflix ha aumentato il costo dei suoi abbonamenti nella maggior parte dei mercati, Italia inclusa. I rincari non sono stati accolti bene dagli abbonati, che ormai possono trovare una valida alternativa all’offerta di Netflix utilizzando i molti servizi, spesso più economici, della concorrenza.
Netflix perde 200mila abbonati e crolla in borsa: le aree più colpite
Netflix ha perso clienti in tre delle sue quattro regioni, di cui oltre 600.000 negli Stati Uniti e in Canada. Ha attribuito la maggior parte di questo risultato a un aumento dei prezzi e ha affermato che il calo era previsto. L’invasione russa dell’Ucraina, poi, è costata alla società altri 700mila clienti, con una perdita di 300.000 clienti in Europa, Medio Oriente e Africa. In Asia invece si registra un aumento di quasi un milione. Ricordiamo che nonostante questa caduta libera, Netflix rimane comunque molto più avanti della maggior parte dei suoi concorrenti al di fuori degli Stati Uniti ed è considerato ancora il più grande servizio di streaming al mondo.
Ora la piattaforma potrebbe puntare – come Disney+– su una formula alternativa per recuperare gli abbonati persi. Per esempio, con l’introduzione di un abbonamento a prezzi più contenuti e nuove pubblicità per attirare nuovi clienti. Di quest’ultima ipotesi si parla con insistenza, supportata dallo stesso Reed Hastings, mentre le tempistiche per la sua implementazione non sono ancora note.