Fresh: recensione del film horror di Mimi Cave
Cannibalismo, misoginia e un'analisi del pubblico cinematografico sono gli elementi del debutto alla regia di Cave
Noa è alle prese con app di incontri, chat con sconosciuti che puntano ad un unico tipo di appuntamento e cene a base di pregiudizi dal fastidioso retrogusto misogino. L’incontro casuale con Steve nel reparto ortofrutta di un supermercato arriva come una ventata d’aria fresca.
È questo l’incipit di Fresh, il lungometraggio d’esordio della regista Mimi Cave disponibile dal 15 aprile su Disney +. Il film è stato presentato a gennaio di questo anno al Sundance Film Festival dove è stato ben accolto.
Fresh si va ad inserire in una specifica corrente dell’horror dove l’esperienze di una minoranza vengono rese il punto focale dell’intero film.
A fare da capostipite c’è Get Out – dove Jordan Peele trasforma il razzismo in una vero e proprio racconto cinematografico orrorifico -, ma Fresh si avvicina più a Promising Young Woman, l’esordio alla regia di Emerald Fennell, dove la cultura dello stupro e la schiacciante società maschilista rappresentano le chiavi di lettura.
Il film di Mimi Cave non è originale nella trama, ma ha dei guizzi interessanti nella messa in scena e con i suoi numerosi livelli d’interpretazione, Fresh merita la visione.
Indice
- Una commedia nera
- La decostruzione del mito del principe azzurro
- Cannibalismo e corpi femminili
- Una setta che somiglia ad una platea
Una commedia nera – Fresh, la recensione
Fresh si presenta come una commedia romantica contemporanea con una protagonista alle prese con app d’incontri, chat moleste e primi appuntamenti discutibili, I primi minuti sono costruiti come una commedia al femminile.
Noa non riesce a trovare un uomo che le piaccia, ma nemmeno qualcuno con la quale arrivare al secondo appuntamento. Mimi Cave pone questi piccoli tasselli all’inizio del film, accompagnando lo spettatore a quel che verrà dopo.
Non a caso, molto spazio è dedicato al cibo, all’atto di mangiare e, se i personaggi non stanno mangiando, ne parlano. Le inquadrature si soffermano sulle parti dei loro corpi, ma soprattutto sulle loro bocche mentre addentano o sorridono.
Noa non è una sprovveduta, prende tutti i provvedimenti del caso dal dire alla sua migliore amica dove sta andando e con chi, fino a guardarsi costantemente alle spalle in una strada buia se un uomo cammina dietro di lei, tenendo le chiavi tra le dita a ricreare una provvisorio ma efficace arma di difesa. Sa cosa può accaderle, tanto che la prima domanda che pone a Steve quando si risveglia nella sua prigione è “hai intenzione di stuprarmi?”.
La decostruzione del mito del principe azzurro – Fresh, la recensione
Steve si presenta da subito come un ragazzo affidabile, ma soprattutto completamente diverso dai ragazzi che Noa conosce.
La differenza tra Steve e il ragazzo con cui Noa era uscita prima di lui, è abissale. Dove il secondo è noioso, monotono, la riprende perché non è vestita in maniera abbastanza femminile e la insulta quando lei lo rifiuta; Steve è simpatico, civettuolo senza scendere nelle molestie verbali travestite da battute e tra i due scatta un’immediata scintilla di complicità. Non è difficile capire perché Noa si interessi a lui.
Quel che Cave fa, iniziando il film come una commedia e virando di colpo nell’horror con dei titoli di testa ritardati, è distruggere la figura leggendaria del principe azzurro. Steve sa quel che sta facendo, è posato e controllato fino a quando non riesce a portare Noa nella sua abitazione.
La prigionia e la tortura a cui le ragazze sono sottoposte sono usati come un’iperbole degli abusi domestici, di rapporti tossici dove il carnefice appare in un primo momento come l’uomo perfetto, una figura che cambia drasticamente all’interno delle mura di casa.
Cannibalismo e corpi femminili – Fresh, la recensione
Cave gioca con i generi di riferimento, dalla commedia all’horror. Nei torture porn e negli slasher, i due sottogeneri da cui Fresh prende ispirazione, c’è una forte distinzione da come vengono mostrate le vittime femminili da quelle maschile. Le morti e le torture applicate ai corpi maschili non sono accentuati, sono morti più rapide di quelle che spettano alle loro controparti femminili. La macchina da presa indugia sui corpi femminili martoriati, sessualizzandoli al contempo. Non a caso, all’interno del cinema horror ci sono spesso connotazioni pornografiche anche solo a partire dai nomi di alcuni sottogeneri: dal già citato torture porn al rape and revenge, per portare due esempi.
Le vittime della setta di cannibali non vengono sessualizzate dalla regista, che si tiene ben lontana dagli escamotage più banali che vengono usati per oggettificare un personaggio femminile, ma – ancora una volta – usa gli stessi meccanismi, ribaltandoli a suo favore.
La parte più splatter del film è rappresentata da Steve che cucina, dalle scene dove la carne viene macellata. Quei tagli di carne sono però umani, sono delle donne che sono rinchiuse nella sua casa. Qui il concetto di mantenere l’attenzione sulle parti del corpo tendenzialmente considerate seducenti diventa letterale, tanto che le prime parti che Steve asporta sono il seno, i glutei e le gambe.
Una setta che somiglia ad una platea – Fresh, la recensione
Le prime ad essere sezionate e vendute sono tutte parti che richiamano ad una oggettificazione del corpo femminile, parti che richiamano al genere delle vittime che sono ridotte – di nuovo letteralmente – a pezzi di carne, a porzioni del loro corpo. In una delle tante conversazioni tra Noa e Steve, la ragazza gli chiede perché le sue vittime sono solo donne. La risposta è semplice e diretta: è quello che il mercato vuole. Ma Steve non parla solo della setta di cui fa parte, ma anche un altro tipo di mercato: quello cinematografico.
Molti film horror puntano ad un target specificatamente maschile, a cui si regala la visione dei corpi delle donne sezionati sia da oggetti contundenti che dalla macchina da presa stessa, così come Steve si nutre delle sue vittime. Sono pratiche talmente comune da essere blasonata, e che Cave riduce all’essenziale, aprendo un dialogo diretto con lo spettatore.
La regista si dimostra essere una profonda conoscitrice del genere e dello sguardo del cinema, tanto da riprenderne i concetti e ribaltarli a suo favore.
Fresh è un horror che mantiene la sua cifra stilistica; un debutto brillante che si va a collocare in questa ondata del cinema dell’orrore che rilegge le esperienze delle donne, ribaltando le peculiarità del genere.
Fresh
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- L'inizio strutturato come se fosse una commedia al femminile, che vira velocemente all'horror
- Le differenti chiavi di lettura che lo rendono un debutto interessante
Lati negativi
- Pecca di originalità, iscrivendosi senza difficoltà in uno dei sottogeneri più sfruttati dall'horror contemporaneo