Esterno Notte: recensione della prima parte della nuova serie di Marco Bellocchio
Marco Bellocchio ritorna sul caso Moro con una serie di 6 puntate divisa in due appuntamenti cinematografici
“Esterno notte”, in sceneggiatura è l’intestazione di una scena che si svolge fuori dalle mura di casa e lontana dalla luce del giorno. Non è la prima volta che Marco Bellocchio si confronta con il caso Moro, nel 2003 il titolo del film era Buongiorno Notte, anche in quel caso il riferimento era ad una sceneggiatura che ripensava gli eventi del rapimento, vissuti dalla prospettiva delle Brigate Rosse e con un finale decisamente più lieto. Il film mostrava letteralmente il punto di vista dei rapitori, Aldo Moro visto dallo spioncino della sua camera carceraria, all’interno di una casa ed in un periodo decisamente buio per l’Italia. Nella nuova serie di Marco Bellocchio, Esterno Notte, di cui vi proponiamo la recensione, il periodo è sempre lo stesso, è sempre notte, ma le prospettive si sono moltiplicate.
In quest’opera, presentata fuori concorso al Festival di Cannes, i 55 giorni del rapimento sono visti, appunto, dall’esterno, da un governo più crudele dei rapitori, un Pontefice estremamente umano nella sua impotenza ed un paese in preda al caos. Ogni puntata mostra il punto di vista di un personaggio diverso e più che la storia in sè emergono gli uomini e le donne che hanno vissuto dall’esterno la vicenda, ma che sono intervenuti in prima persona per cambiare il corso degli eventi, in meglio o peggio che sia. Come in Buongiorno Notte, anche qui c’è spazio per la fantasia e nonostante i fatti storici, l’incipit della serie è la liberazione di Aldo Moro. Andreotti, Cossiga e Zaccagnini messi faccia a faccia con l’uomo che doveva morire, nel mentre tutti fingevano di salvarlo.
Indice
Trama: Aldo moro è stato rapito – Esterno Notte recensione
16 marzo 1978, il giorno in cui in Parlamento sarebbe stato presentato il nuovo Governo. Un Governo che vedeva per la prima volta un’avvicinamento tra il partito della Democrazia Cristiana, guidato da Aldo Moro ed il Partito Comunista di Enrico Berlinguer. In un mondo bipolare, diviso in est ed ovest, Stati Uniti ed Unione Sovietica, Patto Atlantico e Patto di Varsavia, l’avvicinamento ed il compromesso tra due partiti così opposti rappresentava uno stravolgimento dello status quo sia a livello nazionale che internazionale. In quel periodo, l’Italia era nei cosiddetti anni di piombo, tra rivolte popolari, lotta armata e terrorismo, e l’assetto politico del paese suscitava anche l’interesse dei servizi di intelligence americani e sovietici, sempre attenti ad accrescere le fila dei propri alleati.
In un contesto così caotico, lo stesso giorno in cui si sarebbe votato per un governo di compromesso, Aldo Moro viene rapito dalle Brigate Rosse; un organizzazione terroristica di estrema sinistra che portava avanti la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. Da quel 16 marzo sono passati 55 giorni prima che il suo cadavere venisse ritrovato in una Renault rossa, 55 giorni in cui lo Stato, il popolo e la Santa Sede sembravano tutti avere opinioni diverse sulla sorte di Moro. Ma cosa sarebbe successo se Aldo Moro fosse stato rilasciato dalle Brigate Rosse? Come sarebbe cambiata l’Italia? Probabilmente non lo sapremo mai, ma nel mentre la storia di quei giorni viene raccontata dagli occhi di chi l’ha vissuta, in un mondo alternativo, il 9 maggio 1978, il leader della DC è disteso ed in piena salute nel letto di un ospedale.
Crudeli figure umane – Esterno Notte recensione
Come accennato nell’introduzione di questa recensione, Esterno Notte è una sorta di continuazione del discorso avviato da Bellocchio in Buongiorno Notte. Se nel film il tutto era circoscritto in un ambiente chiuso e filtrato attraverso la sensibilità ed i dubbi di una brigatista, restia a condannare un uomo a morte; qui tutto diventa più grande, più forte e più pesante da digerire. La delicatezza e l’intimità riservata alla protagonista del film, ritornano anche in questa serie che dedica ogni puntata ad un personaggio in particolare, prendendosi tutto lo spazio necessario per tratteggiare adeguatamente figure così imponenti e ambigue. Bellocchio non mira al sensazionalismo o all’accuratissima ricostruzione storica e più del contesto spiccano le persone protagoniste di questa vicenda. Dinanzi ad un quadro così delicato e figure così controverse, anche davanti alla spietatezza più pura, emerge l’umanità dei personaggi.
Il Papa, ad esempio, interpretato da un magistrale Toni Servillo, non è soltanto l’esponente della Santa Sede, la personificazione della bontà e del perdono sulla Terra, ma soprattutto un uomo; una persona che si ritrova ad occupare una posizione di rilievo e che impone un certo modus operandi, un uomo che deve scendere a patti con l’istituzione che egli stesso rappresenta. Quando il ministro degli Interni Cossiga si trova dinanzi a scelte difficili, più che sugli eventi, Bellocchio pone l’enfasi sulla psicologia del personaggio, sulla difficoltà o meno di compiere tali scelte, forse più terribili delle loro conseguenze. Nonostante il passaggio da un film di 100 minuti ad una serie di 300, l’approccio del regista non sembra cambiato molto e aldilà dei meri rimandi estetici tra le due opere, ciò che più colpisce di Esterno Notte è la stessa sensibilità che Marco Bellocchio ha nel trattare tematiche ed eventi tutt’altro che semplici.
Un film di 3 puntate – Esterno Notte recensione
Le 6 puntate che compongono Esterno Notte sono state divise in due blocchi da 3 da proiettare in sala come un film in due parti. Quanto visto fin ora è infatti la prima metà, prima del rilascio della seconda il 9 giugno e successivamente dell’intera serie sui canali Rai in autunno. C’è infatti ancora da capire quanto spazio sarà dedicato al “what if” e che deriva prenderà l’ipotetico rilascio di Moro. I primi 3 episodi permettono quindi farsi un’idea generale sul tono e la struttura della serie, mantenendo comunque alta la curiosità per quanto ancora da vedere. Durante la visione in sala, però, appare chiara proprio la natura seriale del prodotto che risulta quasi pesante in questa forma cinematografica. Ogni episodio è infatti costruito secondo un climax che inizia e finisce nell’arco narrativo della puntata e con ogni nuovo episodio si ha la sensazione di star ricominciando, seppure il posto occupato in sala sia sempre lo stesso.
Inevitabilmente, Esterno Notte non ha un ritmo cinematografico ed è comprensibile quindi se per alcuni la visione, dopo 2 ore e 40, possa risultare difficile da digerire. La serie ha una potenza immersiva disarmante e all’uscita dal cinema ci si sente gonfi, nell’accezione più positiva del termine. Il caotico contesto sociale e politico è raccontato con una chiarezza disarmante, seppure un minimo di conoscenza pregressa sia richiesta. I personaggi, così grandi e statuari, appaiono invece vicini e anche con la crudeltà risulta facile empatizzare. La precisione chirurgica della sceneggiatura è poi valorizzata da un cast eccezionale a dir poco; anche volendo sarebbe impossibile trovare un singolo interprete migliore degli altri. In conclusione, anche avendo visto “soltanto” la prima parte, vogliamo tessere le lodi di Esterno Notte e del suo regista, in attesa del tragico(?) finale di quest’opera.
Esterno Notte
Voto - 8
8
Lati positivi
- Cast fenomenale
- Chiarezza del complesso contesto politico e sociale
- L'umanità con cui Bellocchio tratteggia questi grandi personaggi
Lati negativi
- La visione può risultare pesante vista la natura seriale dell'opera