Stranger Things 4: recensione del primo volume

La punta di diamante della piattaforma torna con una stagione dalle sfumature dark e con tematiche più adulte

Punta di diamante di Netflix, Stranger Things torna con la quarta stagione dopo anni d’attesa. Stagione che è stata divisa in due parti: il Volume 1 – in uscita il 27 maggio – composto da sette puntate, ma ci sarà da aspettare un paio di mesi quando, il primo luglio, usciranno le ultime due puntate. Sono state varie le domande e i dubbi su questi nuovi episodi, ma una ha sovrastato tutte le altre: ne varrà la pena? Senza nessun dubbio, la risposta è sì. La serie aveva conquistato il pubblico grazie ad una storia che sembra scritta da Stephen King, un mostro – sempre più forte stagione dopo stagione – da affrontare, dei protagonisti nerd e un continuo citazionismo nostalgico agli anni Ottanta. Questa nuova stagione mantiene alcuni degli elementi tanto amati, ma fa un passo in avanti abbracciando il genere horror accompagnata da una maggiore introspezione e delicatezza nel trattare temi più maturi.

Indice

Dove ci ritroviamo – Stranger Things 4, la recensione

Anche se sono passati solo pochi mesi dalla fine della terza stagione che vedeva i protagonisti prendere strade differenti, la produzione di Stranger Things è rimasta ferma per due anni a causa della pandemia.
Anni durante i quali gli attori sono cresciuti, rendendo impossibile continuare sulla strada del coming of age, ma affacciandosi al vasto mondo dei teen drama. Una scelta dettata da una necessità che si è rivelata la mossa migliore. Così divisi ognuno del gruppo iniziale di ragazzi è alle prese con problemi nuovi e vecchi: così come loro sono cresciuti, sono maturate anche le loro esperienze.

Stranger Things

Stranger Things. Camp Hero Productions, 21 Laps Entertainment, Monkey Massacre

Lucas, Mike e Dustin hanno due approcci differenti rispetto al mondo del liceo, visto come una tappa fondamentale per la crescita individuale. Se Mike e Dustin continuano ad adorare tutte quelle “cose da nerd” e gli hobby che hanno scandito la loro infanzia, Lucas è alla ricerca dell’approvazione del gruppo popolare della scuola composto – come in ogni teen drama che si rispetti – dalla squadra di basket della scuola.
Eleven e Will sono alle prese con problemi differenti e su un’altra scala. Mentre Will cerca di comprendere al meglio se stesso e il proprio orientamento sessuale, Eleven si ritrova in un mondo ostile reso ancor peggiore dall’aver perso i poteri. Senza di essi, Eleven è più fragile ed emotiva, il perfetto bersaglio per la bulla della scuola.

Da Breakfast Club a La casa- Stranger Things 4, la recensione

La prima, splendida puntata ha il compito di richiamare alla mente lo stile delle stagioni precedenti, ma anche quello di settare i nuovi elementi. E lo fa anche introducendo due nuovi personaggi: Eddie (Joseph Quinn), una citazione a Breakfast Club, che sembra il classico stereotipo dell’adolescente appassionato di metal la cui immagine viene immediatamente ribaltata quando si scopre avere un animo gentile ed essere il leader del club di D&D; e il nuovo amico di Jonathan, Argyle, interpretato dal comico Eduardo Franco.

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Stranger Things. Camp Hero Productions, 21 Laps Entertainment, Monkey Massacre

Ben presto, le atmosfere tipiche dei film ambientati nei licei e, più in generale, dei teen drama a cui questa quarta stagione fa riferimento vengono mitigate da prepotenti elementi horror. Perché non c’è Stranger Things senza una creatura soprannaturale che, questa volta, è più intelligente e letale che mai.
Il citazionismo e il postmoderno che sono il marchio di fabbrica della serie si tingono di rosso. Se da una parte abbiamo Breakfast Club e Toy Story, dall’altra i Duffer Brothers giocano con riferimenti continui a La casa, Nightmare e ad una miscela di film sulle possessioni demoniache e agli slasher dove gli adolescenti sono le vittime sacrificali di un’entità a cui gli adulti non credono.

Il citazionismo passa all’horror – Stranger Things 4, la recensione

Le palette di colori pop, gli estrosi vestiti che richiamano la moda degli anni ’80 (che non vengono mai abbandonati), la fotografia che vira verso tonalità accese come l’azzurro, il viola e il fucsia diventano, pian piano, un lontano ricordo a favore di una narrazione e uno stile visivo più maturo.
Il rosso diventa predominante, accostato ai colori freddi che contraddistinguono i numerosi flashback di Eleven, assieme al tono più dark dell’intera stagione. I riferimenti agli horror degli anni Ottanta e Novanta sono palesi, utilizzati come un espediente per parlare di tematiche più delicate quali il lutto, l’accettazione di se stessi e la crescita.

Stranger Things 4 Harbour

Stranger Things. Camp Hero Productions, 21 Laps Entertainment, Monkey Massacre

I Duffer Brothers manifestano in ogni inquadratura di voler maturare assieme alla propria serie tv, dimostrando pienamente che è un universo in continua espansione che può crescere e toccare varie tematiche e generi cinematografici.
Come ciliegina sulla torta, mentre i protagonisti sono alle prese con l’entità che semina panico nella cittadina, gli adulti continuano a ricoprire uno dei ruoli cardine dei film horror e, più in generale, di Stranger Things stesso. Giocando con le credenze e lo stile di vita tipico della fine degli anni ’80, non è una sorpresa che venga introdotta la paura – in quegli anni quasi delirante – del satanismo e della paranoia legata all’unione degli adolescenti a delle sette religiose e new age.

Dinamiche consolidate e una maggiore introspezione – Stranger Things 4, la recensione

Questa quarta stagione di Stranger Things non si allontana dalle dinamiche già collaudate durante le puntate precedenti.
Il gruppo di protagonisti viene spezzato, diviso per poter affrontare la stessa avversità su più fronti. Un escamotage narrativo che si rivela ancora una volta efficace in quanto dà la possibilità di far legare determinati personaggi tra di loro e riuscire a seguirli anche individualmente. Ma, in queste prime sette puntate, non è presente un vero capovolgimento per quasi nessuno di loro. I loro sono caratteri oramai consolidati in dinamiche che funzionano, gli ingranaggi sono stati oliati e incastrati nelle scorse tre stagioni e da lì non fanno una sola mossa.

Stranger Things 4

Stranger Things. Camp Hero Productions, 21 Laps Entertainment, Monkey Massacre

Ad Eleven, protagonista indiscussa della prima stagione, è riservato uno dei tropi più sfruttati ed efficaci dei supereroi. L’aver perduto i poteri la porta a compiere un viaggio d’introspezione sul suo passato, del quale si scoprono luci e ombre durante il periodo in cui era solamente un esperimento, un’arma da potenziare. Assieme a lei, anche Max – a differenza degli altri – ha un momento di svolta, affranta dalla morte del fratello.
Quest’ultima stagione si sofferma maggiormente sui sentimenti umani e sulle fragilità, un’introspezione che mancava e che spinge a guardare con occhi diversi quelli che vengono considerati i mostri e gli outsider.

 

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Stranger Things

Voto - 8.5

8.5

Lati positivi

  • L'approccio intimista
  • Il postmodernismo pop miscelato con elementi horror e più dark

Lati negativi

  • Sono pochi i personaggi che si discostano dalle loro caratteristiche iniziali, già collaudate nelle precedenti stagioni

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