Matrix Reloaded: la spiegazione del ruolo dell’Architetto e della scelta di Neo
Il ruolo dell'Architetto, il discorso a Neo e la scelta dell'Eletto
Matrix Reloaded è il primo sequel del film cult del 1999 diretto dalle sorelle Wachowski e con protagonista Keanu Reeves. Espande la mitologia le cui basi sono state brillantemente gettate nel primo film, approfondisce il ruolo della città di Zion nonché uno dei personaggi più problematici della saga: l’Architetto. Girato in contemporanea con Matrix Revolutions e rilasciato qualche mese prima di quest’ultimo, fa registrare ottimi incassi al botteghino ma reazioni non sempre entusiastiche da parte del pubblico e della critica. La storia raccontata in Matrix Reloaded prende avvio circa sei mesi dopo gli eventi del primo Matrix, con Neo che lotta per comprendere il proprio ruolo in un mondo dominato dal conflitto tra le macchine e e l’umanità. Se da un lato gli spettatori hanno apprezzato la messa in scena e le sequenze d’azione – così come l’importanza data alla città di Zion -, dall’altro molte critiche sono state riservate agli sviluppi della trama, spesso giudicati intenzionalmente vaghi e particolarmente difficili da comprendere.
Uno degli elementi più controversi di Matrix Reloaded è proprio la figura dell’Architetto, introdotta verso la metà del film. L’Architetto spiega a Neo quale sia il ruolo dell’Eletto in Matrix ed è proprio questa spiegazione a non aver convinto parte del pubblico. Nel corso del tempo – e dal 2003 di tempo ne è passato parecchio – sul web si sono susseguite analisi e spiegazioni, che hanno aiutato a chiarire l’importanza del personaggio e del ruolo, dell’Architetto nell’ambito del franchise e il famoso discorso che fa a Neo nel secondo film; analisi riprese da diverse testate fra cui anche Screen Rant.
Qual è il ruolo dell’Architetto e il discorso a Neo – Matrix Reloaded spiegazione
In Matrix Reloaded Neo incontra l’Architetto che gli espone quale sia la verità dei fatti, sia per quanto riguarda il ruolo dell’Eletto che per quanto riguarda lo stesso Matrix. Neo scopre che la versione di Matrix che conosce non è altro che la sesta in un ciclo continuo di reboot. La prima simulazione è stata creata dall’Architetto come una sorta di paradiso utopico, ma gli esseri umani l’hanno inconsciamente rifiutata. Al terzo ciclo di reboot, l’Architetto capisce che manca una componente fondamentale: l’illusione del libero arbitrio, della possibilità di scegliere. L’introduzione di questa possibilità di scelta porta a continue destabilizzazioni del programma e alla conseguente necessità di un riavvio completo nell’arco di un secolo. Non solo, c’è un’ulteriore anomalia formatasi nel primo Matrix: un essere umano col potere di controllare il sistema tramite una connessione con la Sorgente. Si tratta proprio dell’Eletto. L’Architetto tenta invano di eliminare l’anomalia e arriva quindi a manipolarla per portare a termine ogni reboot del sistema. Si arriva quindi alla profezia dell’Eletto, creata per tenere sotto controllo il loop in maniera prevedibile.
Matrix sarebbe stato riavviato e la profezia avrebbe raggiunto Zion, portando la resistenza degli umani ribelli alla ricerca dell’Eletto. Questi sarebbe poi stato spinto – proprio come succede a Neo – alla ricerca della Sorgente (la scheda madre) di Matrix e infine dallo stesso Architetto, dove avrebbe dovuto prendere una decisione. Ad ogni nuovo riavvio, Zion sarebbe stata distrutta, in modo da prevenire una crescita incontrollata degli umani ribelli. L’Eletto, di volta in volta viene posto di fronte a una scelta, fra due porte: una conduce alla Sorgente, l’altra in Matrix. Tornare in Matrix comporta la destabilizzazione del sistema e come conseguenza la morte sistematica di ogni singolo essere umano connesso alla simulazione. Scegliere la Sorgente causa invece il reboot del sistema e forza l’Eletto a individuare sette maschi e sedici femmine da Matrix per ripopolare la città di Zion e permettere che il ciclo riprenda da capo. Fino a Neo – quindi fino al sesto ciclo di Matrix – ogni Eletto ha sempre scelto la Sorgente.
Il perché della scelta di Neo – Matrix Reloaded spiegazione
In ciascuna delle versioni precedenti di Matrix, la scelta dell’Eletto era sempre stata guidata da un totale amore incondizionato per l’umanità, in cui la conseguenza della distruzione di Zion era una sorta di sacrificio necessario, un male minore. L’Architetto nota che c’è una differenza sostanziale nell’Eletto della sesta iterazione. Quello di Neo non è amore incondizionato nei confronti degli esseri umani in generale, quanto piuttosto verso una in particolare: Trinity. Trinity è intrappolata in Matrix, con un Agente potenziato che la colpisce a morte ed è per questo che Neo decide di disubbidire al suo compito da Eletto e rientrare, riuscendo a salvarla. Ma lasciando il destino dell’umanità incerto.