La galleria dei cuori infranti: recensione della commedia romantica Netflix
Su Netflix una commedia romantica con Dacre Montgomery di Stranger Things
Quando una relazione finisce sembra che un vuoto invada il nostro cuore. C’è chi cerca di eliminare qualsiasi traccia ci sia dei bei momenti passati con il proprio partner, mentre altri – proprio per evitare di dimenticare e con la speranza che qualcosa si possa sempre recuperare – vivono con la mente costantemente rivolta verso il passato (come fa la protagonista de La galleria dei cuori infranti, di cui vi proponiamo la recensione), conservando qualsiasi oggetto, anche se insignificante, che possa rievocare i tempi ormai andati. È un modo di affrontare la rottura, anche se agli occhi esterni possiamo sembrare degli imbarazzanti nostalgici che non hanno davvero voglia di andare avanti. È questo il tema che affronta la nuova commedia romantica online su Netflix, dal titolo La galleria dei cuori infranti.
Indice
- La trama
- Lucy e Nick, due personaggi diversi tra loro eppure complementari
- Una sceneggiatura a tratti ironica e a tratti banale
- In conclusione
La trama – La galleria dei cuori infranti recensione
Diretto da Natalie Krinsky, il film vede come protagonisti Geraldine Viswanathan e Dacre Montgomery, reduce dal successo con la serie tv Stranger Things e con la sua più recente apparizione al cinema in Elvis. La protagonista è Lucy, una ragazza che dopo una dolorosa rottura con il suo ormai ex fidanzato, decide di non buttare gli oggetti che l’hanno legata a lui, bensì di raccogliere tutto e creare la Galleria dei cuori infranti nel cantiere dell’hotel di Nick, un ragazzo conosciuto per caso e diventato parte integrante del suo progetto. La Galleria ottiene un successo incredibile, diventando lo sfogo di molte persone che scelgono di dimenticare i loro vecchi amori lasciando lì gli oggetti simbolo della loro relazione. Attraverso le testimonianze dei vari personaggi sulle loro storie finite e mai superate, Lucy riesce a credere finalmente di nuovo nell’amore.
Lucy e Nick, due personaggi diversi tra loro eppure complementari – La Galleria dei cuori infranti recensione
La galleria dei cuori infranti è una commedia romantica e come tale segue tutti i punti tipici del genere, confezionando un prodotto discreto, che riesce a intrattenere lo spettatore, senza esagerare o andare fuori dalla sua comfort zone. Partendo dai due personaggi protagonisti, possiamo vedere che entrambi seguono lo schema tipico del genere cinematografico preso in esame. Lucy è un’artista e come tale ha le sue idee e i suoi modi di vedere non solo il mondo, ma anche e soprattutto l’amore. Lunga o breve che sia stata una sua relazione, lei deve documentarla. Lucy lo fa collezionando oggetti di ogni tipo, accumulando nella propria stanza spazzatura di relazioni passate, ormai finite e magari senza una vera e propria importanza, che però sono esistite e che devono essere ricordate. C’è poi Nick, un ragazzo con un sogno nel cassetto, ma senza abbastanza soldi per poterlo realizzare. È scettico, deluso dall’amore e per questo diffidente verso il sentimento più bello per l’umanità. Incontra Lucy, che è quello che lui vorrebbe essere: sognatrice e sempre fedele ai suoi ideali.
Si fa trascinare dall’uragano che è questa ragazza – entrata nella sua vita per puro caso – riuscendo finalmente a credere di nuovo in se stesso, nella vita e in un progetto che credeva spacciato fin dall’inizio. I due sono completamente diversi tra di loro, eppure in qualche modo riescono a trovare qualcosa in comune, quel qualcosa che poi li porterà a capire che l’amore è fatto anche di cose materiali che vale la pena conservare, ma che è anche qualcosa di più: momenti e condivisione. Tra i due attori, nonostante la personalità eclettica di Geraldine Viswanathan, a emergere è Dacre Montgomery, che in un solo anno ha dimostrato di essere un interprete molto versatile, capace di entrare perfettamente in ogni personaggio gli venga proposto, che sia questo un pazzo impossessato da un demone, che sia un autore televisivo amico di Elvis Presley o un ragazzo disilluso dall’amore. L’attore riesce a cambiare forma a seconda del personaggio, rimettendosi completamente alle richieste della pellicola o della serie tv, lasciando trasparire la sua capacità attoriale camaleontica.
Una sceneggiatura a tratti ironica e a tratti banale – La Galleria dei cuori infranti recensione
Anche la sceneggiatura de La galleria dei cuori infranti è ricca di aspetti già visti mille volte in film dello stesso genere, ma ciò che rende piacevole da vedere questo film è la capacità della storia di essere comunque ironica, fresca e intrattenente al punto tale da far passare quasi due ore in totale relax, senza le pretese di prendersi troppo sul serio. La storia è ironica e seria allo stesso tempo, alternando momenti di pura ilarità a momenti che fanno riflettere, soprattutto nella parte finale, quando lo spettatore ha imparato a conoscere i personaggi e il loro modo di pensare, immedesimandosi nei loro panni e trasportando il loro mondo nel proprio. Punto a sfavore è invece l’altro sentimento tipico di questi tipi di film, quello dell’amicizia tra la protagonista e i suoi due migliori amici. Nadine e Amanda, che sono le migliori amiche di Lucy, per quanto siano abbastanza presenti sulla scena, non riescono ad avere una loro luce, ma vivono sempre di quella luce riflessa dalla protagonista.
In conclusione – La Galleria dei cuori infranti recensione
Purtroppo però La galleria dei cuori infranti non è un film eccezionale o una delle migliori commedie romantiche della storia del cinema. Questo film ha anche alcuni difetti, che lo banalizzano nel suo complesso. Alcune parti della storia, che magari dovevano essere più approfondite e che meritavano più rilievo, vengono liquidate in pochi minuti, perdendo così quella magia che si era formata e spezzando quella realtà alternativa che si stava creando con lo scorrere del tempo cinematografico. Il senso del film è da elogiare, il problema è però la mancata voglia di approfondire bene tutta la questione, puntando invece sulla banalizzazione di alcune scene e di alcune parti della narrazione. In conclusione, La galleria dei cuori infranti è un film che aveva del grande potenziale, ma che purtroppo non riesce a emergere appieno nel mondo delle commedie americane, risultando un po’ banale in alcuni punti e poco coraggioso nelle scelte stilistiche.
La Galleria dei cuori infranti
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Tra i due attori, nonostante la personalità eclettica di Geraldine Viswanathan, a emergere è Dacre Montgomery, che in un solo anno ha dimostrato di essere una personalità molto versatile, capace di entrare perfettamente in ogni personaggio gli venga proposto
- La sceneggiatura de La galleria dei cuori infranti è ricca di aspetti già visti mille volte in film dello stesso genere, ma ciò che rende bello da vedere questo film è la capacità della storia di essere comunque ironica, fresca e intrattenitrice al punto tale da far passare quasi due ore in totale relax
- I personaggi di Nadine e Amanda, che sono le migliori amiche di Lucy, per quanto siano abbastanza presenti sulla scena, non riescono ad avere una loro luce, ma vivono sempre di quella luce riflessa dalla protagonista.
- Alcune parti della storia, che magari dovevano essere più approfondite e che meritavano più rilievo, vengono liquidate in pochi minuti, perdendo così quella magia che si era formata e spezzando quella realtà alternativa che si stava creando con lo scorrere del tempo cinematografico
Lati negativi