X: A Sexy Horror Story – Recensione dello slasher diretto da Ti West

Un film nel film, il genere nel genere, un po' tutto e un po' niente: lo slasher movie di Ti West di certo non vi lascerà impassibili

Da qualche anno ormai si dice che gli unici prodotti a portare pubblico al cinema siano i film Marvel, eppure nonostante la “crisi” delle sale l’horror è un genere che sembra non stancare mai. Ovviamente il riscontro al botteghino non è paragonabile alle centinaia di milioni incassati dai supereroi, ma con budget minimi ed una nicchia di pubblico sempre presente le pellicole dell’orrore si rivelano quasi sempre un successo (vedasi il recente Black Phone). C’è stato un periodo però in cui l’horror era un genere outsider, estraneo all’industria hollywoodiana, considerato alla stregua del porno. Oltre a raccontare una storia di omicidi, X A Sexy Horror Story, di cui vi proponiamo la recensione, parla anche di questo.

Nel Texas degli anni 70′, del fanatismo religioso e dei misteriosi omicidi con la motosega, un gruppo di ragazzi decide di affittare una casa fuori città per girare un film porno. Il cast, la troupe ed il produttore viaggiano a bordo di un mini-van con l’intenzione di cambiare il mondo del porno, elevarlo a “vero cinema”; senza tener conto dei misteriosi anziani che li ospitano. Ti West riprende tutti gli stilemi classici del genere (un gruppo di persone ingenue, una casa nel bosco, un killer misterioso…) per fare un film che parla di fare film, di innovare senza staccarsi dalla tradizione, mischiare elementi diversi ed inaspettati senza disattendere le aspettative del pubblico.

Indice

X di Scontro – X A Sexy Horror Story recensione

Sin dalle prime scene X A Sexy Horror Story cita e omaggia il cinema slasher, prendendo Non aprite quella porta di Tobe Hooper come sacro riferimento (a partire dal viaggio in van del gruppo di protagonisti, alla ricostruzione scenica della famosa porta da non aprire). Prima di abbandonarsi al citazionismo sfrenato però, il film sembra voler fare qualcosa di diverso. È l’operatore del porno, RJ, a dire di volere un montaggio alla francese, una produzione artistica che vada al di fuori degli schemi. E non a caso la prima metà di X è caratterizzata da un montaggio non lineare, che continua il gioco delle citazioni (da Easy Rider a Psyco) e segue l’idea dell’operatore del film nel film. Le riprese sembrano andare bene, il produttore esecutivo, Wayne, ammette di essere un ignorante in campo cinematografico ma di star amando la realizzazione del progetto, eppure ad un tratto tutto si ferma. 

Il “vero cinema” annoia gli attori che vogliono solo fare sesso ed è di nuovo Wayne ad intimare l’operatore di smetterla, di aggiungere più sesso e dare al pubblico ciò che vuole. Ecco che X accantona tutto il discorso metanarrativo portato avanti sino a quel momento, liquida il montaggio “intellettuale” e da il via alla carneficina. In un ultimo tentativo di salvare il suo lavoro l’operatore fa un brindisi al cinema indipendente; non è quindi difficile immaginare la tragica sorte a cui andrà incontro. La pellicola si divide in due nette metà, due impostazioni narrative che si scontrano letteralmente in una X, che prende forma nella sequenza musicale in cui lo split screen funge da espediente perfetto per evidenziare la natura ambivalente del film. Da un lato un virtuosismo intellettuale metanarrativo, dall’altro un citazionismo così sfacciato ed esplicito da risultare ridicolo. 

x a sexy horror story recensione

X A Sexy Horror Story, Little Lamb, Mad Solar Productions

X di Incontro – X A Sexy Horror Story recensione

Forse X A Sexy Horror Story cerca proprio l’eccesso. Non c’è nulla di più esplicito e chiaro di un operatore che dichiara di volere un montaggio alla francese ed un produttore ignorante che impone il suo potere decisionale limitando la sregolata libertà creativa. Quale delle due strade è la migliore e perchè sembrano entrambe non funzionare? Quasi tutte le morti in X sono un riferimento ad un film del passato (Psyco, Alligator, Shining ecc.), in un citazionismo così sfrenato da risultare fuori luogo. La nuova direzione del film, imposta dal meta-produttore, è una sorta di fan-service in stile Marvel Studios, un Doctor Strange in the Multiverse of Slasher in cui non è il regista a citare sè stesso ma il genere che cita il genere.

D’altro canto il montaggio “scienziato”, la figura del produttore esecutivo, il montatore con la visione autoriale rendono il, seppur interessante, discorso sul cinema fin troppo retorico; al punto tale da appoggiare quasi il prepotentissimo Wayne e dare al pubblico ciò che vuole. In fondo se vai a vedere un horror ti aspetti che la gente muoia e non che si mettano a discutere sull’importanza di un cinema d’autore che possa valorizzare anche il genere più bistrattato di tutti. O no? Ancora una volta la verità sta nel mezzo, in quella X che fa da titolo ed è la chiave di lettura di tutto il film. Un incontro/scontro tra l’horror ed il porno, l’industria e l’arte, la religione ed il sesso, la gioventù e la vecchiaia, ciò che vuole il pubblico e ciò che il pubblico non sa di volere.

x a sexy horror story recensione

X A Sexy Horror Story, Little Lamb, Mad Solar Productions

Il sogno americano – X A Sexy Horror Story recensione

X A Sexy Horror Story oltre ad essere sexy e horror è fortunatamente anche una story. Maxine, la protagonista interpretata da Mia Goth, è una ragazza ossessionata dal successo. Non può accettare di vivere una vita in cui non ottiene tutto ciò che vuole, eppure non sa qual’è il suo “sogno americano”. Vuole diventare una star ma non sa come e tutto ciò che ha è soltanto la sua bellezza. Una bellezza giovanile che va sfruttata finché si è ancora in tempo e coloro che li ospitano lo sanno bene. La coppia di anziani, ed in particolare la moglie, guarda con invidia quello che ha la ragazza e che lei ha perso da anni. Il passare del tempo sembra averla privata di ciò che per lei era più prezioso e che forse dava senso alla sua vita. Non a caso la misteriosa anziana è interpretata dalla stessa Mia Goth (truccata a dovere) ed i parallelismi tra le due sono continui durante tutto il film.

Gli anziani sono terrificanti eppure il loro genuino bisogno d’amore è tenero. I discorsi sul sesso come espressione della libertà e l’assurdità degli scandali che poteva creare in quegli anni trovano l’appoggio dello spettatore; eppure quando sono i vecchi a fare sesso è difficile non restare disgustati. Il film cerca quasi di farci sentire in colpa per le sensazioni provate, rendendo i villain persone con cui empatizzare. L’arroganza della protagonista è in netta contrapposizione con la dolcezza ed il semplice bisogno d’amore dell’anziana; ma quando cambia il tono del film i ruoli si invertono e l’innocente vecchina darà il via ad una serie di brutali omicidi nel mentre Maxine diventerà la nuova vittima per cui parteggiare.

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X A Sexy Horror Story, Little Lamb, Mad Solar Productions

E quindi? – X A Sexy Horror Story recensione

Come già detto in questa recensione, X A Sexy Horror Story è un film ambivalente. Due visioni del cinema, due concetti di bellezza, due generi cinematografici, due morali agli antipodi e in questo costante dualismo è difficile trovare una quadra. Il discorso portato avanti può essere tranquillamente interpretato come qualcosa di fine a sè stesso, un esercizio di stile privo di un messaggio chiaro, di una direzione precisa. Eppure è proprio quest’assenza di una direzione a rendere aperta l’interpretazione. La divisione (o unione) di X ricorda un altro film divisivo uscito quest’anno, Matrix: Resurrections. Una pellicola con una prima metà che porta avanti un discorso metanarrativo, per poi abbandonarlo nella seconda parte e dare al pubblico ciò che si aspettava di vedere, o quantomeno ciò che i produttori credevano il pubblico volesse vedere e che invece non voleva perchè già visto (tosta eh?).

Con X è un po’ lo stesso ed inevitabilmente lo squilibrio tra la prima e la seconda parte causa confusione. Il repentino cambio di tono crea un momentaneo distacco, solo per poi riportare lo spettatore all’interno della narrazione una volta rese chiare le nuove intenzioni. X A Sexy Horror Story è un film ambizioso e vittima della sua stessa ambizione. Gli spunti che lascia una volta terminata la visione danno spazio per innumerevoli discussioni sul suo reale significato eppure non è chiaro cosa cerchi di dire realmente. Ti West ha confezionato una pellicola che, nel bene o nel male, vale la pena di vedere. Consapevoli del fatto che ha già girato in contemporanea ad X un prequel incentrato sull’anziana e ci sono piani per un terzo film che chiuda la trilogia, non sappiamo che pensare e forse, per una volta, è un bene.

x a sexy horror story recensione

X A Sexy Horror Story, Little Lamb, Mad Solar Productions

X: A Sexy Horror Story

Voto - 8

8

Lati positivi

  • L'unione di due stili differenti
  • La protagonista ed il villain sono ben caratterizzati

Lati negativi

  • Il netto cambio di tono a metà film può lasciare spaesati

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