Irma Vep – La vita imita l’arte: recensione della serie TV di Assayas
Assayas scrive una lettera d'amore al cinema in tutte le sue forme
Scritta e diretta dal regista francese Olivier Assayas, Irma Vep – La vita imita l’arte è una miniserie statunitense e francese basata sull’omonimo film di Assayas del 1996. La serie, composta da otto episodi, è stata distribuita da HBO in America e da Sky in Italia dal 3 agosto.
Interpretata da Alicia Vikander, Mira è una giovane attrice diventata nota grazie ad un suo recente ruolo in un blockbuster, ma, soprattutto, a causa di uno scandalo mediatico. Per cercare di dare una svolta alla sua vita sia lavorativa che personale, Mira accetta di interpretare Irma Vep in un remake di I vampiri, un serial del cinema muto francese.
Indice
- Un racconto metanarrativo
- Tra il cinema delle origini e il cinema contemporaneo
- Una finestra sul cinema
- Conclusioni
Un racconto metanarrativo – Irma Vep, la recensione
Irma Vep è un racconto metacinematografico nella sua forma più pura: la vita sul set, lo star system, il rapporto tra il regia e la sua musa fino ad arrivare a uno degli argomenti preferiti di Assayas ossia il dualismo che vede il cinema come forma d’arte ma anche come industria.
La maggior parte della serie si svolge all’interno dei teatri di posa dove Mira entra in profonda connessione con il suo iconico personaggio, un percorso che la porta ad essere una persona differente nonché un’attrice con una visione molto diversa del suo lavoro. Irma Vep si muove come uno spettro tra i set, una musa ispiratrice sia per René che per Mira che cambia entrambi confondendo la realtà con la fantasia.
Ogni personaggio rappresenta un diverso modo di vedere il cinema: Mira è un’attrice di blockbuster che sta affrontando uno scandalo mediatico che coinvolge una sua precedente relazione e il suo orientamento sessuale; i produttori rappresentano il lato commerciale del cinema al contrario del regista René (interpretato da un bravissimo Vincent Macaigne) che si cala animo e corpo nel suo ruolo, anche a discapito di trascurare la sua precaria salute mentale. René è l’alter ego di Assayas che ha già proposto la storia di Irma Vep in un film del 1996.
Anche Renè aveva già lavorato ad un altro adattamento di Irma Vep interpretato da una protagonista di origini cinesi (come nel film di Assayas) con la quale ha condiviso un matrimonio che ha drenato il regista.
Tra il cinema delle origini e il cinema contemporaneo – Irma Vep, la recensione
La serie può essere letta su più livelli. Irma Vep analizza ogni angolazione di una produzione cinematografica da quella più cinica al lato più artistico. Un discorso che si evolve fino ad includere anche la critica e temi cari all’evoluzione del cinema.
Irma Vep gioca su due livelli cari agli amanti del cinema, quello analogico e quello digitale accompagnato dalle diverse forme di fruizione. Se per molti è una blasfemia vedere un film sullo schermo del cellulare, Assayas va oltre e fa vedere ai suoi personaggi spezzoni del serial I vampiri su ogni tipo di dispositivo. Le immagini di repertorio si uniscono con le scene della serie tv, finendo per fondersi fino al momento in cui viene introdotto il punto di vista stesso della Irma Vep originale.
Tramite estratti presi dalla sua biografia, alcuni momenti della vita del set de I vampiri diventano scene ricreate nella serie, dove gli attori che interpretano i personaggi nella miniserie del 2021 vestono i panni delle loro controparti di inizio 1900, dialogando apertamente con un altro modo di fare cinema. Irma Vep e Mira diventano una persona sola sia fuori che dentro il set, un’ispirazione che travalica il tempo e lo spazio, la realtà con la fantasia. Vestendo i panni di una musa, Mira diventa un fantasma che vaga in una Parigi notturna spiando le vite degli altri.
Una finestra sul cinema – Irma Vep, la recensione
Irma Vep è una finestra sul cinema, una serie tv da vedere se si ama il cinema in ogni sua forma e dimensione. Una discussione aperta con il regista perché Assayas offre più spunti di riflessione accompagnati da un occhio attento, ma non cinico.
In Irma Vep ci sono star che provengono da un background più commerciale e mainstream che non vengono dipinte come macchiette, star viziate e annoiate. Come nel caso di Mira, diventata famosa grazie ad un blockbuster sui supereroi, che si discosta dallo stereotipo dell’attrice giovane e famosa la cui aura è costruita dalla sua agente e dalla sua assistente più che da Mira stessa.
Assayas porta sullo schermo un ritratto onesto del cinema contemporaneo, parlando della Marvel (ma senza mai citare il franchise), dello stile registico a cui il pubblico odierno è abituato e al metodo di lavoro che differisce esponenzialmente rispetto al cinema indipendente o più di nicchia a cui Assayas appartiene senza però elogiare uno a sfavore dell’altro.
Un punto di vista che si nota anche nella scelta della casa di distribuzione – HBO e Sky in Italia – non di certo indie, così come la scelta della protagonista conosciuta dal grande pubblico, ma anche da amanti del cinema per suoi ruoli più di nicchia. Scelte che si riflettono anche sui personaggi secondari – tra cui è presente Kirsten Stewart, ovviamente – in cui si mescolano attori più o meno famosi: da Vincent Macaigne, più famoso in Francia, Tom Sturridge, diventato famoso a livello globale grazie all’appena uscito The Sandman.
Conclusioni – Irma Vep, la recensione
Irma Vep è una lettera d’amore al cinema in tutte le sue forme, sfaccettature e sfumature creata da un regista che non si mette in una posizione privilegiata per elevare se stesso e i suoi lavori, ma anzi che tramite il linguaggio seriale porta sul piccolo schermo un remake; un’operazione che in questi ultimi anni viene sia apprezzata (basta vedere i successi al botteghino e le proposte di prequel, sequel e remake di film famosi decenni fa) che molto criticata, etichettata come una strada facile da percorrere per non portare nuove storie.
Assayas riesce brillantemente a parlare di divismo degli anni Venti e quello contemporaneo, di ispirazione, di salute mentale e di relazioni tossiche mentre include tutti gli argomenti più discussi del cinema statunitense (e non solo): sulle scene che potrebbero non essere apprezzate da un pubblico femminile o composto da minoranze, come l’appropriazione culturale o la sessualizzazione dei corpi femminili.
Il regista, continuando con la sua visione di un racconto di un set, accenna a più punti di vista del medesimo problema dove René è più volte chiamato in causa per la sua posizione di regista vecchio stampo a cui va spiegato il mercato odierno. Assayas quindi ricopre un ruolo non sempre facile, rivedendosi in un regista che cerca di stare al passo con i tempi, capriccioso e lunatico più di Mira e della sua musa che, al contrario, hanno il compito di riportarlo sulla retta via.
Irma Vep
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- Un racconto cinematografico in ogni sua sfaccettatura
- Ottima interpretazione del variegato cast
- L'uso del linguaggio seriale per parlare dell'industria cinematografica odierna