Don’t worry darling recensione: il film di Olivia Wilde con Harry Styles e Florence Pugh – Venezia 79
Don't worry darling recensione: il film di Olivia Wilde presentato alla Mostra del Cinema di Venezia
Don’t worry darling – di cui vi proponiamo la nostra recensione – è la pellicola diretta e interpretata da Olivia Wilde, ormai arrivata alla direzione del suo terzo lungometraggio, accompagnata dal cantante e attore Harry Styles, Florence Pugh e Chris Pine. La pellicola è stata sicuramente una delle più attese della 79esima edizione del Festival di Venezia, in particolar modo non per la trama e l’interesse al film stesso, quanto per i gossip che di volta in volta si sono susseguiti prima dell’arrivo al cinema del film, rendendo l’attesa sempre più insistente.
Inizialmente si parlava della presunta relazione tra la regista e il suo protagonista maschile, Harry Styles. Successivamente le voci a riguardo si sono fatte sempre più intense, in seguito alla separazione della Wilde da Jason Sudeikis. Le cose non sono andate meglio a causa dei frequenti battibecchi tra la protagonista Pugh e la regista in merito al femminismo e alle scene di sesso presenti nel prodotto finale e così via, in una serie interminabile di voci che faticavano a tacere. Con l’arrivo al Festival, alla fine si è capito quanto le voci abbiano alzato le aspettative di un film poco interessante e coinvolgente.
Indice
Trama – Don’t worry darling recensione
Ambientata in un’ideale epoca quale quella degli anni Cinquanta, Don’t worry darling racconta la storia di una serie di coppie di una piccola comunità che vive una vita scandita da una routine monotona. Tutte le coppie si muovono in sincronia, quasi come se fossero un unico corpo che ripete costantemente sempre gli stessi movimenti. La mattina gli uomini si svegliano, indossano le loro giacche e cravatte, mentre le mogli – da brave casalinghe quali sono – preparano il pranzo a sacco. Infine, quando i mariti vanno via verso un lavoro sconosciuto anche alle loro consorti, rassettano casa e si incontrano per spettegolare insieme e fare shopping. La comunità è così organizzata grazie all’intervento della Victory Project, l’azienda benefattrice diretta da Frank (Chris Pine) che li tiene al sicuro nella loro cittadina.
I veri protagonisti della storia sono però Alice e Jack – rispettivamente la Pugh e Styles. La coppia non ha figli, nonostante sia sposata da così tanto tempo. Vivono in una “perenne luna di miele”, nella quale la passione non accenna a diminuire. Le cose cambiano quando Alice scopre che il mondo in cui vivono non è quello in cui ha creduto fino ad allora. Saranno proprio i suoi dubbi e le sue perplessità a dare il via a un film distopico, assente dalla libertà di poter fare e decidere davvero delle loro sorti.
Troppe domande e nessuna risposta – Don’t worry darling recensione
Erano tante le aspettative che il pubblico nutriva per Don’t worry darling, soprattutto grazie al successo internazionale del suo interprete maschile, che trascinerà con sé tutti i fan che divoreranno la pellicola più e più volte, magari anche determinandone il successo al box office. L’attore principale, insieme all’interpretazione di alcuni dei suoi colleghi, parrebbe invece l’unico elemento da salvare all’interno di un film distopico tutto al femminile, che risulta piatto e scialbo. In un mix mal riuscito tra alcuni prodotti già visti negli anni precedenti – come Black Mirror, The Truman Show e Suspiria di Luca Guadagnino – Don’t Worry darling pone le donne al centro di un mondo distopico e apparentemente comandato dagli uomini. Il risultato finale è un’accozzaglia di elementi messi tutti insieme, che spingono lo spettatore a porsi una serie infine di domande, senza ottenere le risposte necessarie per apprezzare appieno la trama.
Perché è stata creata la Victory Project? Come sono stati scelti i partecipanti? Qual è il ruolo di ogni uomo all’interno di questa piccola comunità? Tutte queste domande e tante altre ancora non riescono a trovare le loro rispettive risposte. Anche i flashback finali – che dovrebbero dare un senso a tutta la carne messa a cuocere durante la pellicola – non fanno altro che confondere ancora di più il pubblico. Tutto ciò si riduce a un’unica sensazione: una volta uscito dalla sala, lo spettatore si guarderà intorno perplesso e confuso, senza una completa soddisfazione dalla precedente visione.
Lati positivi e negativi dei personaggi protagonisti – Don’t worry darling recensione
Come detto nei paragrafi precedenti, il punto a favore della pellicola resta i loro interpreti. In particolar modo Harry Styles e Florence Pugh, i due protagonisti che hanno saputo creare la giusta dose di chimica sul set, facendo credere a tutti di essere una dolce coppia innamorata che nel corso della pellicola entra in crisi. Il personaggio della Pugh è valorizzato dall’interpretazione dell’attrice, che afferma di essere di estremo talento anche all’interno di un film così senza senso come Don’t worry darling.
Harry Styles si presenta invece come una piacevole sorpresa. Dopo la sua piccolissima interpretazione in Dunkirk di Christopher Nolan, il cantante britannico ha dimostrato di essere bravo anche nel campo della recitazione. Ponendosi all’altezza della sua coprotagonista, il neoattore sa il fatto suo e sa come muoversi all’interno di un set cinematografico. Peccato invece per Chris Pine, il cui talento viene ancora una volta sminuito, rilegando l’attore al ruolo di un cattivo di seconda mano, che non aggiunge nulla a una pellicola già di per sé scadente. La pellicola, le cui alte aspettative sono state tutte – o almeno in gran parte – deluse, sarà al cinema dal 22 settembre.
Don't worry darling
Voto - 5
5
Lati positivi
- Harry Styles e Florence Pugh hanno saputo creare la giusta dose di chimica sul set, facendo credere a tutti di essere una dolce coppia innamorata che nel corso della pellicola entra in crisi.
- Il film distopico risulta piatto e scialbo, il cui risultato finale è un’accozzaglia di elementi messi insieme, che spingono lo spettatore a porsi domande, senza ottenere le risposte necessarie
- Il talento di Chris Pine viene sminuito, rilegando l’attore al ruolo di un cattivo di seconda mano, che non aggiunge nulla a una pellicola già di per sé scadente
Lati negativi