Senza limiti: recensione del dramma romantico Netflix con Camille Rowe tratto da una storia vera
Senza limiti, il dramma romantico ambientato nel mondo dell'apneismo e tratto da una storia vera, su Netflix dal 9 settembre
Senza limiti, di cui vi proponiamo la nostra recensione in questo articolo, è il dramma romantico diretto da David M. Rosenthal che, al momento in cui scriviamo, domina la classifica dei film più visti su Netflix. Camille Rowe, Sofiane Zermani, César Domboy e Laurent Fernandez sono i protagonisti di un film ambientato nel mondo del freediving agonistico tratto da una storia vera: la drammatica vicenda dell’apneista Audrey Mestre. Rosenthal scrive e dirige una pellicola che si muove in un doppio binario: la parabola professionale di Roxana (Rowe) fatta di ambizione, dedizione e desiderio di superare i propri limiti (il titolo originale, No Limit, è giocato sul dualismo tra lo scopo della protagonista e una categoria agonistica dell’apneismo) e il racconto di un amore. Un amore, quello tra Roxana e Pascal (Zermani), tormentato e passionale, tra allieva e maestro. Senza limiti (qui il trailer) è disponibile nel catalogo Netflix dallo scorso 9 settembre. Prima di passare alla nostra recensione, riprendiamo qui di seguito la sinossi.
Quando Roxana incontra il campione di immersioni in apnea Pascal Gautier se ne innamora perdutamente. Diventa insieme sua studentessa e amante, mentre Pascal la avvicina a uno sport che è tanto affascinante quanto rischioso. Passando da una gara all’altra, in località di immersioni in tutto il mondo, Roxana inizia a spingersi oltre ogni limite, totalmente consumata dalle implicazioni di questa storia passionale… Ma fin dove si spingerà?
Indice:
In profondità, restando in superficie – Senza limiti recensione
Senza limiti muove la sua narrazione tra la terraferma e il mare, tra i luoghi dove sboccia la passione tra Roxana e Pascal e quelli dove la giovane aspirante apneista capisce di avere una dote naturale per questo sport, nonché di poter rappresentare una minaccia nei confronti della stessa persona di cui si è innamorata e che la sta allenando. La macchina da presa ci porta spesso e volentieri nelle profondità marine, spazi enormi tanto affascinanti quanto pericolosi, con immagini piuttosto suggestive a livello di impatti visivo e che aiutano non poco a sentire una tensione altrimenti latente. Si va in profondità con le immagini, in Senza limiti, ma si resta in superficie più o meno su tutto il resto dei fronti, a cominciare da una scrittura dei personaggi piuttosto sommaria e schematica. Roxana ci viene presentata per sommi capi, nei suoi tratti essenziali e solo la buona prova di Camille Rowe sostiene un personaggio altrimenti scialbo. Un personaggio che, non va dimenticato, è ispirato a una persona reale e a una vicenda tragica.
Va anche peggio con Pascal (Sofiane Zermani), le cui caratteristiche ci vengono letteralmente spiegate tramite le linee di dialogo fra i comprimari. Se questo non è mai, in linea generale, un buon modo di fare storytelling, lo è ancor meno quando la spiegazione didascalica viene applicata a un personaggio che dovrebbe essere sfaccettato, ambiguo e con diversi lati oscuri. Leggendo la sinossi e immagazzinando le informazioni che ci vengono date sui personaggi all’inizio del film non si fa alcuna fatica a tirare le fila di quello che verrà in termini della relazione tra Roxana e Pascal. Le dinamiche tra i due riescono comunque a gettare le basi per qualche spunto di riflessione potenzialmente interessante, ma banalizzato nello sviluppo. Si parla di rapporti tossici in Senza limiti, di partner prevaricanti e di figure maschili che si sentono minacciate alla presenza di una donna ambiziosa e indipendente. Ma se ne parla, ancora una volta, restando in superficie e annullando l’impatto di tali riflessioni, lasciando intendere e suggerendo, senza mai andare a fondo.
Un film sbilanciato e ricco di forzature – Senza limiti recensione
Verrebbe da pensare che 120 minuti di durata sarebbero più che sufficienti per sviluppare come si deve entrambe le linee narrative principali portate avanti in Senza limiti. Invece il film di Rosenthal è sbilanciato, soprattutto per quanto riguarda la parte “romantica”, cui viene dato troppo spazio rispetto a quello che dovrebbe essere il cuore del film: la storia (vera) di una giovane apneista ambiziosa e capace, disposta a tutto per emergere in una disciplina rischiosa che la lega in qualche modo alla sua infanzia e che per lei rappresenta un modo per evadere da una realtà che le sta stretta. Una prospettiva che sarebbe stata decisamente più interessante e che avrebbe permesso un migliore sviluppo del personaggio affidato a Camille Rowe che, pur in un film mediocre, è naturale e credibile nonostante una sceneggiatura ricca di forzature e carica di cliché.
Poca tensione (fatta eccezione per quella veicolata tramite le immagini subacquee), scarso approfondimento, una serie di personaggi secondari la cui funzione è poco più che riempitiva (ad esempio quello di Tom, affidato a César Domboy) e in generale uno svilimento degli spunti e le tematiche messe sul piatto rendono il film Netflix un’occasione mancata, al limite della perdita di tempo. Il tutto senza rendere un servizio rispettoso alla figura di Audrey Mestre, cui il film è ispirato e il cui nome è poco più che esibito un momento prima dei titoli di coda. Avviandoci verso la conclusione della nostra recensione di Senza limiti, resta la sensazione che Netflix abbia dato spazio (ancora una volta) a un titolo furbo quanto basta per attirare e senza la sostanza e la cura sufficienti che ci si dovrebbe aspettare da qualunque prodotto, per il piccolo o il grande schermo che sia.
Senza limiti
Voto - 4
4
Lati positivi
- La prova di Camille Rowe, che riesce a cavarsela nonostante la scrittura del suo personaggio sia estremamente scarna
Lati negativi
- Un film troppo sbilanciato, poco approfondito e ricco di forzature, furbo quanto basta e inutilmente lungo