Mr. Harrigan’s Phone: recensione del film Netflix tratto dal racconto di Stephen King
John Lee Hancock dirige Donald Sutherland e Jaeden Martell nell'adattamento del racconto del maestro del brivido, prodotto da Ryan Murphy e Blumhouse
Netflix continua ad attingere dalle opere del maestro del brivido Stephen King per avere nuovi contenuti accattivanti da aggiungere al proprio catalogo. Dopo aver distribuito le trasposizioni de Il gioco di Gerald, 1922 e Nell’erba alta, ecco arrivare sulla piattaforma streaming Mr Harrigan’s Phone, di cui vi presentiamo la recensione. Il film, tratto dall’omonimo racconto inserito nella raccolta Se scorre il sangue, è diretto da John Lee Hancock (The Blind Side) e ha tra i protagonisti il leggendario Donald Sutherland e il giovane Jaeden Martell, (It). Questa nuova esclusiva Netflix vanta poi tra i produttori due giganti come Ryan Murphy e Blumhouse. Quest’ultima, esperta di produzioni horror, potrebbe far pensare inizialmente che Mr Harrigan’s Phone sia l’ennesima opera orrorifica di King. In realtà non è proprio così: la storia raccontata è quella di un’insolita amicizia tra un anziano e un giovane e del percorso di formazione e crescita di quest’ultimo.
L’elemento orrorifico in questa trama è, si potrebbe dire, una sfumatura, una particolare aggiunta che rende il tutto più interessante e il discorso contenutistico e tematico più completo. Pertanto chi si aspetta un film horror a tutti gli effetti, così come lo ha pubblicizzato Netflix, potrebbe restare deluso; al tempo stesso però rimarrà soddisfatto dal racconto di questa particolare amicizia al centro della storia, che avrà sviluppi singolari e che sicuramente fanno riflettere. Come diverse trasposizioni cinematografiche di opere kinghiane, anche Mr Harrigan’s Phone non è una pellicola apprezzabile in tutte le sue parti. Se le interpretazioni di Sutherland e Martell sono innegabilmente ottime, si riscontrano invece problematiche nella struttura narrativa, decisamente carente e meno accattivante nello svolgimento finale della storia. Nonostante tutto la pellicola è un prodotto sufficiente, decisamente migliore della media dei tipici originali Netflix. Analizziamola però nel dettaglio.
Indice
La trama – Mr Harrigan’s Phone recensione
Il giovane Craig (Jaden Martell), sin da quando era piccolo, frequenta la casa del ricco e solitario Mr. Harrigan (Donald Sutherland), un anziano riservato che lo ha assunto per farsi leggere i suoi romanzi preferiti. Harrigan, dopo una carriera nella finanza che lo ha reso noto a tutti come uomo d’affari aggressivo e senza scrupoli, si è trasferito nella piccola cittadina di Harlow, nel Maine, dove ha deciso di passare i suoi ultimi anni in solitudine nella sua grande villa. Ed è proprio qui che regolarmente Craig e l’anziano si incontrano per i loro rituali di lettura, un appuntamento immancabile nella vita del giovane, il quale crea un profondo legame con Harrigan e impara moltissimo dai libri che il suo amico desidera ascoltare. Per intensificare il loro rapporto, Craig decide di regalare ad Harrigan un iPhone proprio come il suo, uno strumento che l’anziano imparerà ad apprezzare col tempo.
Mentre Craig, frequentando il liceo, si ritrova ad affrontare situazioni difficili come i soprusi del bullo della scuola, il signor Harrigan muore all’improvviso, lasciando il ragazzo privo del suo principale confidente. Incapace di lasciare andare il suo amico, al funerale Craig infila nella giacca di Harrigan il suo iPhone, mantenendo così una sorta di legame con l’anziano. Il ragazzo infatti continua a telefonare al suo defunto amico raccontandogli i suoi problemi, tra cui una brutale aggressione subita a scuola. Improvvisamente strani eventi cominciano ad accadere, con risvolti importanti sulla vita di Craig e di chi lo circonda. Il legame che Craig non vuole spezzare con Harrigan e l’incapacità di affrontare da solo i propri problemi saranno l’inizio per il ragazzo di un percorso accidentato che condurrà, infine, a una crescita importante.
Analisi – Mr Harrigan’s Phone recensione
Mr Harrigan’s Phone è un tipico racconto kinghiano in cui l’orrore, anche se appena accennato, è veicolo di temi e discorsi importanti. Inoltre non mancano quei pilastri dell’opera omnia del Re del brivido, come l’amicizia e il pericolo derivante dalle nuove tecnologie, in questo caso lo smartphone che ci tiene collegati a internet in ogni momento. Analizzando il film di John Lee Hancock, ci si può accorgere di una decisa spaccatura, creata dall’evento della morte di Mr. Harrigan e generatrice di due parti filmiche diametralmente opposte. La prima è ben costruita e, con tempi lunghi ma giusti, approfondisce il legame che si instaura tra Craig e Harrigan attraverso un excursus delle opere letterarie lette dal giovane, in cui si trattano temi rilevanti come il denaro e il potere, due degli elementi caratteristici di Harrigan ad esempio.
La pellicola fa particolare attenzione a non svelare troppo di Harrigan, reso sempre misterioso e con aura mefistofelica. Questo aspetto influisce su Craig, che nel suo percorso di crescita inizia a provare una certa fascinazione per il male, in particolare per la vendetta come mezzo per sconfiggere il dolore. Inevitabilmente il focus si sposta sul tema della responsabilità, ed è quello che accade nella seconda e più debole parte del film. Qui si innesta l’elemento sovrannaturale della storia, mai mostrato sulla scena e solo narrato, non creatore di tensione ma semplice mezzo per continuare a parlare di temi come l’elaborazione del lutto. Un espediente da un lato interessante, ma dall’altro poco valorizzato, maneggiato in modo inesperto da Hancock, alla sua prima incursione in questo genere cinematografico.
Considerazioni finali – Mr Harrigan’s Phone recensione
Mr Harrigan’s Phone dunque è un film senz’altro più drammatico che horror. John Lee Hancock, attentissimo a rimanere fedele al testo di King (che ha supervisionato la produzione), riesce benissimo a portare in scena il materiale emotivo della storia, lavorando ottimamente sull’elaborazione del lutto e la solitudine del personaggio di Craig. Meno curata è la gestione dell’elemento orrorifico, che può apparire quasi superfluo nel contesto generale e che sarebbe potuto essere sfruttato meglio per generare tensione e turbamento, mantenendo l’approccio non spettacolare all’elemento di genere. Va riconosciuto dunque che Mr Harrigan’s Phone è un film più profondo di quanto appaia all’esterno; peccato però che i messaggi universali che vuole condividere, tramite le azioni di Craig lasciate alla libera interpretazione dello spettatore, risultino alla fine una morale prevedibile e sempliciotta sull’assumersi le proprie responsabilità e sull’uso consapevole della tecnologia.
Concludendo questa recensione di Mr Harrigan’s Phone, ci si deve soffermare sulle interpretazioni dei due attori protagonisti. Donald Sutherland, senza strafare, riesce a padroneggiare con naturalezza il personaggio di Harrigan, restituendo efficacemente una figura mefistofelica interessante, una figura doppia che riesce a farsi volere bene ma è al tempo stesso da temere fortemente. Jaeden Martell non esce sconfitto dal confronto con questo gigante della recitazione: il giovane attore riesce a restituire tutti i tormenti del suo personaggio, le sue emozioni contrastanti e la sua maturazione finale. Dal punto di vista tecnico, invece, la regia di Hancock è buona ma un po’ altalenante: nella prima parte molto curata e ben attenta a valorizzare personaggi e contenuti, nella seconda più disorientata. Da elogiare infine l’estetica fredda, frutto del lavoro del direttore della fotografia John Schwartzman, e la colonna sonora di Javier Navarrete.
Mr Harrigan's Phone
Voto - 6
6
Lati positivi
- Le interpretazioni di Sutherland e Martell
- La grande cura posta sul materiale emotivo della narrazione e sul rapporto tra i due protagonisti
Lati negativi
- La gestione del materiale orrorifico
- La spaccatura evidente tra prima e seconda parte
- Alla fine il messaggio che si vuole comunicare principalmente è una morale prevedibile e sempliciotta