The Good Nurse: l’incredibile storia vera dietro il film Netflix con Jessica Chastain ed Eddie Redmayne
Su Netflix il film di Tobias Lindholm tratto da una terribile storia vera
The Good Nurse (qui il trailer) è il nuovo thriller disponibile nel catalogo Netflix da mercoledì 26 ottobre. Protagonisti sono Jessica Chastain ed Eddie Redmayne e dietro la macchina da presa c’è il regista Tobias Lindholm a partire da uno script firmato da Krysty Wilson-Cairns. Amy (Chastain) è un’infermiera e madre single che si destreggia fra gli estenuanti turni nell’unità di Terapia Intensiva facendo anche i conti con i limiti fisici ed emotivi imposti da una grave condizione cardiaca. Intravede una luce quando Charlie Cullen (Redmayne), un collega infermiere dal fare empatico e premuroso, inizia a lavorare nel suo stesso reparto. Lavorando insieme durante i lunghi turni di notte, i due stringono amicizia ed Amy comincia ad avere un atteggiamento più ottimista nei confronti del suo futuro e di quello di sua figlia. Ma quando una serie di misteriose morti tra i pazienti dell’ospedale porta Charlie a diventare il primo sospettato, Amy si trova costretta a mettere a rischio la sua vita e quella di sua figlia per scoprire la verità. Il film di Tobias Lindholm si basa sull’omonimo romanzo true-crime del 2013 di Charles Graeber, che racconta la vera storia di Amy Loughren e Charlie Cullen. Una storia incredibile e da brivido, che ripercorreremo nelle tappe salienti nel corso del nostro articolo.
Chi sono Amy Loughren e Charles Cullen? – La vera storia dietro The Good Nurse
Nella vita reale, Amy Loughren lavorava come infermiera al Somerset Hospital nel New Jersey e viveva cono le sue due figlie a Nord di New York. Soffriva di cardiomiopatia, una patologia cardiaca che le causava episodi di difficoltà respiratorie che spesso si verificavano anche al lavoro. Proprio come vediamo in The Good Nurse, Amy aveva parlato a Charlie Cullen della sua condizione poco dopo averlo conosciuto, a seguito di un episodio respiratorio in cui era stato proprio il collega a prestarle soccorso. Nel film Jessica Chastain fa un ottimo lavoro nel restituire un ritratto il più accurato possibile del suo personaggio, facendo attenzione a rendere al meglio alcuni tratti del carattere di Amy. Chastain e Loughren ne hanno discusso, fianco a fianco, nel corso di un’intervista con CBS che potete vedere in calce al nostro articolo. In The Good Nurse quello di Charlie Cullen è un personaggio decisamente misterioso e la regia di Tobias Lindholm accentua questo alone di mistero attorno alla figura dell’infermiere.
Durante un’intervista con Entertainment Weekly, il regista ha dichiarato di aver voluto mostrare il personaggio di Cullen attraverso gli occhi di Amy, sfruttando il suo punto di vista e quanto lei sapesse di lui. Questo per evitare un’eventuale immedesimazione in Charlie da parte del pubblico, per non tratteggiarlo come una figura potenzialmente affascinante. Nel libro di Graeber si legge che Cullen aveva raccontato ad Amy diverse storie della sua infanzia e adolescenza infelice, caratterizzata addirittura da un tentativo di suicidio. Nel 1984, quando viene congedato dalla Marina Militare, decide di diventare infermiere. Si sposa, ha due figlie ma il matrimonio finisce a causa del suo comportamento imprevedibile. L’ex moglie Adrianne presenta diversi ordini restrittivi nei suoi confronti, temendo soprattutto per la vita delle sue figlie. Nel 2003 Charlie Cullen viene arrestato con l’accusa di aver commesso una spaventosa serie di omicidi nell’ospedale in cui lavorava. I media parlano di lui definendolo come “Angelo della Morte”: la polizia riesce ad identificare 29 delle sue vittime, ma gli investigatori credono che il numero reale si avvicini ai 400. Cullen non ha mai spiegato quale fosse la ragione che lo spingeva ad uccidere.
In che modo Amy Loughren ha scoperto la verità?
In The Good Nurse, Amy scopre che due pazienti sono morti a causa di una overdose di insulina e nota un errore insolito sulle relative cartelle cliniche stilate da Charlie. Pian piano va a fondo della questione e arriva alla conclusione che Cullen aggiungeva alle flebo dei pazienti dosi letali di insulina, facendo attenzione a mantenere la massima discrezione. Nella realtà Amy scopre le azioni di Cullen tramite un sistema in cui venivano inserite le cartelle cliniche, piene di errori evidenti e impossibili da non notare. Attraverso questo sistema Amy si accorge anche che il collega passava molto tempo a tenere traccia delle cartelle cliniche di pazienti di altri infermieri: una pratica piuttosto inusuale. Nel libro viene inoltre riportato che Charlie Cullen aggiungeva alle flebo dei pazienti un cocktail letale di farmaci.