Ragazzaccio: il nuovo film di Paolo Ruffini con Giuseppe Fiorello, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore
Si intitola Ragazzaccio l’ultima fatica cinematografica di Paolo Ruffini, che scrive, dirige e produce questo film. I protagonisti sono Alessandro Bisegna e Jenny De Nucci, attori giovanissimi e di straordinario talento, che fanno propria una sceneggiatura dal tratto delicato e ironico, raccontando della più grande sfortuna che possa capitare ad un adolescente nel pieno del lockdown: innamorarsi.
Il regista sceglie un cast di veri fuoriclasse: Giuseppe Fiorello, Massino Ghini e Sabrina Impacciatore, che hanno scelto di abbracciare questo progetto offrendo delle interpretazioni di altissimo valore.
Ragazzaccio: il nuovo film di Paolo Ruffini con Giuseppe Fiorello, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore
Paolo Ruffini firma un vero e proprio romanzo di formazione per il cinema, nelle sale a partire dal 3 novembre.
Ad impreziosire il film Ragazzaccio, l’omonimo brano originale realizzato da Francesco Sarcina, e la colonna sonora di Claudia Campolongo e Gianluca Sambataro. Alla fotografia e al montaggio i pluripremiati Tani Canevari e Claudio Di Mauro. Il film è prodotto da Vera Film con Minerva Pictures, l’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche Di.Te. di Giuseppe Lavenia, Simone Valenza, e distribuito da Adler Entertainment.
Mattia è un adolescente, insofferente alle regole. È uno di quelli che dalla classe vengono regolarmente sbattuti fuori, uno di quelli che certi adulti si limiterebbero a definire “come tutti gli altri”, uno di quelli che “è intelligente ma non si applica”. Mattia è arrabbiato. È arrabbiato con i suoi genitori e forse col mondo intero. Mattia è quello che comunemente si direbbe “un bullo”. Frequenta il liceo classico e nella sua mente l’incubo della bocciatura è più pesante dell’incubo del Covid-19, che pervade in Italia con l’esplosione di quella che di li a poco sarà riconosciuta come la pandemia più invasiva di tutti i tempi.
Nel silenzio ansiogeno della quarantena, Mattia passa le giornate chiuso nella sua stanza, tra una video lezione e uno scherzo di pessimo gusto con i suoi compagni. In questa situazione, però, Mattia scopre l’amore. E lo scopre attraverso l’unico modo di comunicare ai tempi del virus: i social network e DaD. Non solo l’amore che gli insegna Lucia, l’idealista e ribelle rappresentante d’istituto, ma anche l’amore per sé stessi e per la bellezza, che cerca di raccontare il suo professore di Letteratura. Infine l’amore per i suoi genitori: suo padre – uomo anaffettivo, infermiere impegnato sul fronte dell’emergenza – e sua madre – schiacciata tra l’ipocondria e la frustrazione di una convivenza forzata.
È così che Mattia trova la voglia di riscattarsi, ma soprattutto impara che la cosa più contagiosa non è il virus, ma l’amore.